Imp.Sagnotti CONTRIBUTI DEL PALEOMAGNETISMO ALLA STRATIGRAFIA DEL PLEISTOCENE MEDIO-SUPERIORE (BRUNHES CHRON) Leonardo Sagnotti Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Roma e-mail ABSTRACT: L. Sagnotti, The contribute of paleomagnetism to the stratigraphy of the middle- late Pleistocene (Brunhes Chron). This manuscript presents an updated summary on the contribute brought by paleomagnetism to the definition of a high-resolution magnetic stratigraphy for the middle-late Pleistocene. The middle-late Pleistocene spans a time intervals during which the Earth magnetic field held predominantly a stable normal polarity and includes the whole normal polarity Brunhes Chron. In absence of full reversals of the geomagnetic field, magnetic stratigraphy is based upon (a) the record of geomagnetic paleosecular variations (PSV), as documented in archaeological or volcanic material and in lacustrine and marine sedimentary sequences for the last few ka,(b) the varia- tion of geomagnetic paleointensity and (c) the occurrence of geomagnetic excursions . With regards to Europe, archeomagnetic PSV curves were reconstructed back to 8 ka (i.e., ca. 6000 BC), whereas continuous PSV records based on paleomagnetism of sediments extend back to the last 10-12 ka. The variation in intensity of the earth magnetic field has been reconstructed in the detail at a global scale for the last 800 ka. Relative paleointensity curves reconstructed in sedimentary sequences provide original correlation and dating tools and are particularly valuable to establish high-resolution age models in sequences that may lack other valuable stratigraphic proxies, such as those deposited in the carbonate-corrosive waters of peri-Antarctic margins. Finally, the recognition and the dating of geomagnetic excursions, defined as sharp, short-lived and wide geomagnetic variations, during which the earth magnetic field has departed from its usual near-axial configuration but did not give rise to complete reversals, is providing the basis for the establishment of a Geomagnetic Instability Time Scale (GITS) that extends back to the last 2.2 Ma. Parole chiave: Stratigrafia paleomagnetica, Pleistocene medio-superiore. Keywords: Paleomagnetic stratigraphy, middle-late Pleistocene. Il Quaternario Italian Journal of Quaternary Sciences 21(1A), 2008 - 69-74 INTRODUZIONE Sin dagli anni '60, quando sono state messe a punto le prime versioni della scala temporale delle pola- rità magnetiche, la classica applicazione delle ricerche di paleomagnetismo negli studi di stratigrafia è stata quella dell'uso delle inversioni di polarità del campo magnetico terrestre (cmt) identificate in successioni stratigrafiche quale elemento geofisico di correlazione a scala globale di sequenze laviche e sedimentarie, terre- stri e marine. Negli ultimi decenni si sono progressivamente raf- finate la conoscenze, e l'inquadramento cronologico, sulle variazioni del cmt a diversa scala temporale. Queste conoscenze hanno portato allo sviluppo di potenzialità originali per l'uso del paleomagnetismo a fini stratigrafici anche durante le epoche (Chron) a pola- rità magnetica costante. I risultati ottenuti hanno signifi- cativamente ampliato, in particolar modo, le possibili applicazioni stratigrafiche del paleomagnetismo nello studio di successioni rocciose formatesi durante l'at- tuale epoca di polarità magnetica normale (Brunhes Chron), che copre gli ultimi 780 ka circa (si rimanda a SINGER et al., 2005 per una dettagliata discussione della cronologia relativa alla dinamica del cmt a ridosso del- l'ultima inversione di polarità del campo). Nello specifico, le conoscenze progressivamente acquisite su (a) i cambiamenti locali di direzione del cmt legati alla paleovariazione secolare, sulle variazioni di intensità del cmt (b) e sulla presenza di escursioni geo- magnetiche (c) forniscono originali elementi stratigrafici che possono permettere di correlare e datare ad alta risoluzione sequenze stratigrafiche dell'Olocene e del Pleistocene medio-superiore. Nel seguito, verranno sin- teticamente esposti gli elementi fondamentali che caratterizzano queste variazioni del cmt ed alcuni esempi di applicazione a fini stratigrafici delle relative registrazioni paleomagnetiche. LA PALEOVARIAZIONE SECOLARE L'esecuzione di sistematiche osservazioni dirette sulla direzione del cmt è limitata, nei casi più favorevoli, agli ultimi 4 secoli. Queste osservazioni hanno comun- que permesso di riconoscere l'esistenza di una varia- zione secolare del cmt e di definire delle curve locali di variazione della declinazione ed inclinazione del campo a partire dal XVII secolo (per le principali capitali euro- pee). Per una breve rassegna della storia delle osserva- zioni e misure dirette del cmt si rimanda al recente arti- colo di JONKERS (2007) e, per la storia delle misure geo- magnetiche in Italia in particolare, alle sintesi di CAFARELLA et al., 1992 e LANZA et al., 2005a. Lo studio del paleomagnetismo delle sequenze sedimentarie e laviche da l'opportunità di estendere nel tempo geologico le misurazioni dirette sulle variazioni del cmt e al contempo fornisce un originale metodo di datazione delle successioni stratigrafiche (e.g. VEROSUB, 1988). In particolare, i dati paleomagnetici relativi a suc- cessioni vulcaniche o a successioni sedimentarie ad alto tasso di deposizione (prevalentemente lacustri) ha 70 L. Sagnotti portato alla definizione di curve di riferimento per la ricostruzione della paleovariazione secolare (PSV master curves) del cmt, valide a scala regionale su aree che si estendono per varie decine di gradi in latitudine e longitudine (e.g. HAGSTRUM & CHAMPION, 2002; ST-ONGE et al., 2003; TURNER & THOMPSON, 1981; 1982). Al momento, le PSV master curves disponibili per la regione Europea si estendono a coprire gli ultimi 10-12 kyr (e.g. SNOWBALL et al., 2007) (Fig. 1). I dati di PSV da successioni sedimen- tarie hanno il vantaggio di fornire una registra- zione “continua” delle variazioni del cmt, ma soffrono al contempo dell'effetto di “filtraggio” del segnale geomagnetico primario, legato alla diluizione temporale dei processi di acquisi- zione di una magnetizzazione rimanente da parte dei sedimenti durante la deposizione, la compattazione e la diagenesi. Questo effetto a sua volta si traduce in una profondità variabile del livello stratigrafico in cui la magnetizzazio- ne naturale risulta effettivamente bloccata e può essere mantenuta per tempi geologici (e.g. BLEIL & VON DOBENECK,1999; HYODO, 1984; ROBERTS & WINKLHOFER, 2004; SAGNOTTI et al., 2005; SPASSOV et al., 2003; VEROSUB, 1977). Per quanto riguarda le possibili applica- zioni a fini stratigrafici nell'area italiana, i dati paleomagnetici sulla paleovariazione secolare del cmt sono stati recentemente applicati quali originale strumento di datazione ad alta risoluzione in sequenze sedimentarie Oloceniche sia lacustri (e.g. BRANDT et al., 1999) che marine (e.g.; IORIO et al., 2004; ROLPH et al., 2004; VIGLIOTTI, 2006). D'altra parte, i dati paleomagnetici da sequenze vulcaniche hanno il vantaggio di fornire delle letture “istantanee” ad alta definizione della direzione del cmt all'epoca dell'eruzione, ma soffrono al contempo del limite di essere discontinue a scala temporale. Per cui l'uso di tali dati a fini di stratigrafici è vincolato ad una correlazione (sovente non univoca) dei dati paleoma- gnetici da distinti corpi vulcanici alle PSV master curves. Le applicazioni dello studio a fini stratigrafici della paleovariazione secolare nei prodotti vulcanici del- l'area Mediterranea sono numerose e riguardano tutti i principali vulcani attivi italiani (e.g. H O Y E , 1981; INCORONATO et al., 2002; LANZA & ZANELLA, 2003; LANZA et al., 2005a; PRINCIPE et al., 2004; ROLPH et al., 1987; SPERANZA et al., 2004; 2006; TANGUY et al., 2003). Negli ultimi anni si è sviluppato un vivace dibattito specifica- tamente focalizzato sui limiti di risoluzione cronologica che possono essere raggiunti con metodi paleomagne- tici (si veda ARRIGHI et al., 2005; LANZA & ZANELLA, 2006; LANZA et al., 2005b; PRINCIPE et al., 2006; SPERANZA et al., 2005; 2006; TANGUY et al., 2005). E' opinione dello scrivente che le incertezze insite nel metodo implicano che le datazioni originali che possono essere ottenute attraverso lo studio paleomagnetico di corpi vulcanici eruttati nel corso degli ultimi migliaia di anni sono soli- tamente definite con un'approssimazione alla scala secolare, che può restringersi ad alcuni decenni solo nei casi più favorevoli per i periodi caratterizzati da un elevato rateo di variazione direzionale del cmt. Nel corso degli ultimi decenni numerosi dati sono stati pubblicati sulla paleovariazione del cmt registrata in materiale archeologico. La mole di dati raccolta ha consentito di mettere a punto varie curve archeoma- gnetiche di riferimento che si estendono fino a 8 ka (6000 a.C.) circa per le variazioni di direzione ed inclina- zione del cmt nell'area Europea, con i dati più estesi, continui ed affidabili relativi alla regione francese, alle isole britanniche ed alla Bulgaria (e.g. BUCUR et al., 1994; GALLET et al., 2002; KOVACHEVA et al., 1998; ZANARIRI et al., 2007). Tali curve vengono poi utilizzate quale riferimento per la datazione di materiale archeolo- gico (principalmente fornaci e terrecotte; si veda JORDANOVA et al., 2004 a titolo di esempio). LE VARIAZIONI DI PALEOINTENSITÀ Parallelamente alle ricerche sulle variazioni dire- zionali del cmt si sono progressivamente sviluppate anche le ricerche sulle variazioni di paleointensità del campo. Tali ricerche si articolano prevalentemente su due “filoni”: (1) studi volti alla ricostruzione della paleointensità assoluta del campo mediante lo studio paleomagnetico di materiale archeologico (per le ultime migliaia di anni; e.g. AITKEN et al., 1988; GENEVEY & GALLET, 2002), di materiale vulcanico (e.g. HILL & SHAW, 1999), e di inclusioni ferromagnetiche in singoli cristalli (che arrivano a coprire praticamente l'intera storia della Terra; si veda la recente rassegna di TARDUNO et al., 2007), e (2) studi sulla variazione di paleointensità relati- Fig. 1 - La curva di paleovariazione secolare recentemente pubblicata da SNOWBALL et al. (2007) per l'Olocene della regione Scandinava (FENNO- STACK). I dati di declinazione ed inclinazione paleomagnetica sono stati filtrati con una finestra mobile di 150 anni. Le curve sottili indicano i limiti superiore ed inferiore di 95% di confidenza associati con le medie mobili. The Holocene paleomagnetic secular variation master curve for Fennoscandia (FENNOSTACK) recently published by SNOWBALL et al. (2007). The paleoma- gnetic declination and inclination data were smoothed with a 150-year running window. The thin lines indicate theupper and lower 95% confidence limits associated with each average value. va registrata in sequenze sedimentarie (e.g. TAUXE, 1993; VALET, 2003; BRACHFELD, 2007). Quest'ultimo filo- ne è senz'altro quello più utile al fine di datare e corre- lare successioni stratigrafiche. Lo studio di decine di curve di variazione della paleointensità relativa (RPI) del cmt in carote sedimentarie prelevate nei diversi oceani ha portato alla messa a punto di curve sintetiche globali di riferimento che coprono attualmente gli ultimi 800 ka (SINT-200 e SINT-800 di GUYODO & VALET, 1996; 1999) e che forniscono una documentazione continua della variazione RPI del campo (Fig. 2a). Curve regionali a più alta risoluzione sono state successivamente ricostruite per intervalli temporali di più breve durata (quali la NAPIS-75 per l'Atlantico settentrionale, LAJ et al., 2000 e SAPIS per l'Atlantico meridionale; STONER et al., 2002), poi riunite in uno curva sintetica globale (GLOPIS-75; LAJ et al., 2004) che si estende per gli ultimi 75 ka. La ricostruzione di curve RPI e la correlazione alle curve sintetiche globali di riferimento permettono di defi- nire dei modelli di età originali ad alta risoluzione in sequenze sedimentarie che sono difficil- mente databili per altra via, come ad esempio le successioni dai bacini marginali peri- Antartici, ove le acque sono cor- rosive per i microfossili a gusci carbonatico (e.g. BRACHFELD et al., 2003; M A C R Ì et al. 2005; 2006; SAGNOTTI et al., 2001). LE ESCURSIONI DEL CMT Le escursioni geomagneti- che sono definite come quei casi in cui il cmt si è notevol- mente discostato dalla usuale configurazione di campo preva- lentemente dipolare, pressoché allineato all'asse di rotazione. Ossia, le escursioni sono state definite come eventi di instabilità geomagnetica in cui il polo geo- magnetico virtuale ha avuto una colatitudine > 45°. Si tratta di eventi di relativamente breve durata (generalmente < 2 ka) che si concludono senza che si stabilizzi una effettiva inversione di polarità. Per l'effettiva distin- zione tra escursioni ed inversioni del cmt si rimanda al fondamen- tale articolo di GUBBINS (1999). La definizione del numero e la datazione delle escursioni geomagnetiche effettivamente occorse durante il Brunhes sono tuttora oggetto di revisione (e.g. CH A N N E L L, 2006; LU N D et al., 2006; M A C R Ì et al., 2005; ROBERTS & WINKLHOFER, 2004). Un primo tentativo di sintesi è stato proposto nella redazione di una prima scala temporale di 71Contributi del paleomagnetismo alla stratigrafia ... instabilità geomagnetica (GITS) pubblicata da SINGER et al. (2002),con ben 14 possibili escursioni nel corso del Chron Brunhes. Nella versione più recente della GITS (SINGER, 2007) il numero di escursioni geomagnetiche nel Chron Brunhes è ridotto a 12, e la loro occorrenza viene posta in relazione alle variazioni di intensità del cmt per gli ultimi 0.8 Ma (Fig. 2b). La GITS di SINGER (2007) è estesa agli ultimi 2.2 Ma ed include anche le escursioni occorse nella parte alta del Chron Matuyama. La datazione delle escursioni è solitamente basa- ta su datazioni radiometriche in sequenze vulcaniche o sull'interpolazione e sulla calibrazione astronomica di marker isotopici nelle successioni sedimentarie. In ogni caso, l'identificazione di una escursione geomagnetica in una successione rocciosa ha considerevoli potenzia- lità ai fini di correlazione e di datazione stratigrafica, in quanto la brevità dell'evento può consentire una data- zione dei livelli interessati ad altissima risoluzione. Fig. 2 - a) la curva sintetica globale di variazione di paleointensità relativa per gli ultimi 800000 anni (SINT-800 di GOYODO & VALET, 1999), b) la “Geomagnetic instability time scale” di SINGER (2007) per il Chron di polarità magnetica normale Brunhes. In grigio vengono indicate le escur- sioni che non sono ancora ritenute precisamente datate o che sono meno definite paleoma- gneticamente. In bianco sono indicate le escursioni datate con maggior precisione e ben documentate in diverse successioni stratigrafiche. a) the global relative paleointensity stack curve for the last 800 ka (SINT-800 of GUYODO and VALET, 1999), b) the Geomagnetic Instability Time Scale of SINGER (2007) for the Brunhes Chron. Grey intervals indicate geomagnetic excursions which are still poorly documented or not yet precisely dated. White intervals indicate the geomagnetic excursions which have been reliably documented in various stratigraphic sequences and are dated with greater accuracy. BIBLIOGRAFIA AITKEN M., A. ALLSOP G. BUSSELL, and M. WINTER, 1988. Determination of the intensity of the Earth's magnetic field during archaeological times: Reliability of the Thellier technique, Rev. Geophys., 26, 3 -12. ARRIGHI S., J.-C. TANGUY V. COURTILLOT and M. LEGOFF 2005. Reply to comment by F. Speranza et al. on ''Recent eruptive history of Stromboli (Aeolian Islands, Italy) determined from high-accuracy archeomagnetic dating'', Geophys. Res. Lett., 32(23), L23305, doi:10.1029/2005GL023768. BLEIL U. and v. DOBENECK T., 1999. Geomagnetic events and relative paleointensity records - clues to high- resolution paleomagnetic chronostratigraphies of Late Quaternary marine sediments? In: Use of Proxies in Paleoceanography: Examples from the South Atlantic (Fischer, G. and Wefer, G., eds.), pp. 635-654. Springer-Verlag, Berlin Heidelberg. BR A C H F E L D S.A., DO M A C K E.W., KI S S E L C., LA J C., LEVENTER A., ISHMAN S.E., GILBERT R., CAMERLENGHI A., EGLINTON L.B., 2003. Holocene History of the Larsen Ice Shelf Constrained by Geomagnetic Paleointensity Dating. Geology, 31: 749-752. BRACHFELD S.A., 2007. Paleointensity, relative, in sedi- ments in: Encyclopedia of Geomagnetism and Paleomagnetism; (Editors David Gubbins and Emilio Herrero-Bervera), Springer, 1054 pp., p. 758-765. BRANDT U., NOWAKZYK N.R., RAMRATH A., BRAUER A., MINGRAM J.,WULF, S. AND NEGENDANK J.F.W., 1999. Paleomagnetism of Holocene and Late Pleistocene sediments from Lago di Mezzano and Lago Grande di Monticchio (Italy): initial results, Quat. Sci. Rev., 18, 961-976. BUCUR I., 1994. The direction of the terrestrial magnetic field in France, during the last 21 centuries: Recent progress, Phys. Earth Planet. Inter., 87, 95-109. CA F A R E L L A L., A. DE SA N C T I S and A. ME L O N I 1992. Secular variation in Italy from historical geoma- gnetic field measurements, Phys. Earth planet. Int., 63, 206-221. CHANNELL J.E.T., 2006. Late Brunhes polarity excursions (Mono Lake, Laschamp, Iceland Basin and Pringle Falls) recorded at ODP Site 919 (Irminger Basin), Earth Planet. Sci. Lett., 244, 378-393. GALLET Y., A. GENEVEY and M. LE GOFF, 2002. Three mil- lennia of directional variation of the earth's magnetic field in western Europe as revealed by archaeological artefacts, Phys. Earth Planet. Inter., 131, 81- 89. GENEVEY A. and Y. GALLET, 2002. Intensity of the geoma- gnetic field in western Europe over the past 2000 years: New data from ancient French pottery, J. Geophys. Res., 107, NO. B11, 2285, doi:10.1029/ 2001JB000701. GUBBINS D., 1999. The distinction between geomagnetic excursions and reversals, Geophys. J. Int. 137, F1-F3. GUYODO Y. and VALET J.-P., 1996. Relative variations in geomagnetic intensity from sedimentary records: the past 200,000 years. Earth Planet. Sci. Lett., 143: 23-36. GUYODO Y. and VALET J.-P., 1999. Global changes in intensity of the Earth's magnetic field during the past 800 kyr. Nature (London) 399: 249-252. HAGSTRUM J. T. and D. E. CHAMPION, 2002. A Holocene paleosecular variation record from 14C-dated vol- canic rocks in western North America, J. Geophys. Res., 107(B1), 2025, doi:10.1029/ 2001JB000524. HILL M.J. and J. SHAW, 1999. Palaeointensity results for historic lavas from Mt Etna using microwave demagnetization/remagnetization in a modified Thellier-type experiment, Geophys. J. Int. 139 (2), 583-590. HYODO M., 1984. Possibility of reconstruction of the past geomagnetic field from homogeneous sedi- ments, Journal of Geomagnetism and Geoelectricity, 36, 45-62 HOYE G. S., 1981. Archaeomagnetic secular variation record of Mount Vesuvius, Nature, 291, 216- 218. INCORONATO A., A. ANGELINO R. ROMANO A. FERRANTE R. SAUNA G. VANACORE and C. VECCHIONE, 2002. Retrieving geomagneticsecular variation from lava flows: evidence from Mount Arso, Etna andVesuvius (Southern Italy), Geophys. J. Int., 149, 724-730. IO R I O M., L. SA G N O T T I A. AN G E L I N O F. BU D I L L O N B. D'ARGENIO J. DINARÈS-TURELL P. MACRÌ and E. MARSELLA, 2004. High resolution petrophysical and palaeomagnetic study of Late Holocene Shelf Sediments, Salerno Gulf, Tyrrhenian Sea, The Holocene, 14, 417-425. JONKERS A.R.T., 2007. History of Geomagnetism, in: Encyclopedia of Geomagnetism and Paleoma- gnetism; (Editors David Gubbins and Emilio Herrero-Bervera), Springer, 1054 pp., p. 355-360. JORDANOVA N., M. KOVACHEVA and M. KOSTADINOVA, 2004. Archaeomagnetic investigation and dating of Neolithic archaeological site (Kovachevo) from Bulgaria, Phys. Earth Planet. Int., 147, 89-102. KOVACHEVA M., N. JORDANOVA and V. KARLOUKOVSKI, 1998. Geomagnetic field variations as determined from Bulgarian archaeomagnetic data. Part II: the last 8000 years, Surv. Geophys., 19, 431-460. LAJ C., C. KISSEL, A. MAZAUD J.E.T CHANNELL and J. BEER, 2000. North Atlantic paleointensity stack since 75 ka (NAPIS-75) and the duration of the Laschamp event. Phil. Trans. R. Soc. Lond. A 358, 1009-1025. LAJ C., C. KISSEL J. BEER, 2004. High resolution global paleointensity stack since 75 kyr (GLOPIS-75) calibrated to absolute values, Timescales of the Paleomagnetic field, AGU Geophysical Mono- graph Series, vol. 145, pp. 255-265. LANZA R. and E. ZANELLA, 2003. Paleomagnetic secular variation at Vulcano (Aeolian Islands) during the last 135 kyr, Earth planet. Sci. Lett., 213, 321-336. LANZA R., A. MELONI and E. TEMA, 2005a, Historical mea- surements of the Earth's magnetic field compared with remanence directions from lava flows in Italy over the last four centuries, Phys. Earth Planet. Inter., 148, 97- 107. LANZA R., A. MELONI and E. TEMA, 2005b. Reply to com- ment on ''Historical measurements of the Earth's magnetic field compared with remanence direc- tions from lava flows in Italy over the last four 72 L. Sagnotti centuries'' by Tanguy J.-C., Principe C., Arrighi S., Phys. Earth Planet. Inter., 152, 121- 124. L A N Z A R., and E. Z A N E L L A , 2006. Comments on ''Chronology of Vesuvius' activity from A. D. 79 to 1631 based on archeomagnetism of lavas and historical sources'' by C. Principe et al., Bull. Volcanol., 68, 394-396. LUND S,. J.S. STONER J.E.T. CHANNELL and G. ACTON, 2006. A summary of Brunhes paleomagnetic field variability recorded in Ocean Drilling Program cores, Phys. Earth Planet. Int., 156, 194-204. M A C R Ì P., L. S A G N O T T I J. D I N A R È S -T U R E L L and A. CABURLOTTO, 2005. A composite record of Late Pleistocene relative geomagnetic paleointensity from the Wilkes Land Basin (Antarctica), Physics of the Earth and Planetary Interiors, 151, 223-242. MACRÌ P., L. SAGNOTTI and R.G. LUCCHI, 2006. A stacked record of relative geomagnetic paleointensity for the past 270 kyr from the western continental rise of the Antarctic Peninsula, Earth Planet. Sci. Lett., 252, 162-179. PRINCIPE C., J.-C. TANGUY S. ARRIGHI, A. PAIOTT, M. LE GOFF and U. ZOPPI, 2004. Chronology of Vesuvius' activity from AD 79 to 1631 based on archeoma- gnetism of lavas and historical sources, Bull. Volcanol., 66, 703-724. PRINCIPE C., J.-C. TANGUY, S. ARRIGHI and M. LE GOFF, 2006. Reply to the comment on ''Chronology of Vesuvius' activity from A. D. 79 to 1631 based on archeomagnetism of lavas and historical sources'' by R. Lanza and E. Zanella, Bull. Volcanol., 68, 397- 398. ROBERTS A.P. and M. WINKLHOFER, 2004. Why are geo- magnetic excursions not always recorded in sedi- ments? Constraints from post-depositional rema- nent magnetization lock-in modelling, Earth Planet. Sci. Lett., 227, 345-359. ROLPH T.C., J. SHAW and J.E. GUEST 1987. Geomagnetic field variations as a dating tool: application to Sicilian lavas, J. Archaeolog. Sci., 14, 215-225. ROLPH T.C., L. VIGLIOTTI and F. OLDFIELD, 2004. Mineral magnetism and geomagnetic secular variation of marine and lacustrine sediments from central Italy: timing and nature of local and regional Holocene environmental change, Quat. Sci. Rev., 23, 1699-1722. SAGNOTTI L., P. MACRÌ, A. CAMERLENGHI and M. REBESCO, 2001. Environmental magnetism of Late Pleistocene sediments from the pacific margin of the Antarctic Peninsula and interhemispheric cor- relation of climatic events. Earth Planet. Sci. Lett., 192: 65-80. SAGNOTTI L., F. BUDILLON, J. DINARÈS-TURELL, M. IORIO and P. MACRÌ, 2005. Evidence for a variable paleoma- gnetic lock-in depth in the Holocene sequence from the Salerno Gulf (Italy): implications for “high-resolution” paleomagnetic dating, Geochemistry, Geophysics, Geosystems, Vol. 6, N. 11, Q11013, doi:10.1029/2005GC001043. SINGER B.S., M.K RELLE, K.A HOFFMAN, A. BATTLE, C. LAJ, H. GUILLOU and J.C. CARRACEDO, 2002. Ar/Ar ages from transitionally magnetized lavas on La Palma, Canary Islands, and the geomagnetic instability timescale. J. Geophys. Res., 107(B11): 2307. doi: 10.1029/2001JB001613. SINGER B.S., K.A. HOFFMANN, R.S. COE, L.L. BROWN, B.R. J I C H A , M.S. P R I N G L E and A. C H A U V I N , 2005. Structural and temporal requirements for geoma- gnetic field reversal deduced from lava flows, Nature, 434, 633-636. SINGER B.S., 2007. Polarity transitions: radioisotopic dating, in: Encyclopedia of Geomagnetism and Paleomagnetism; (Editors David Gubbins and Emilio Herrero-Bervera), Springer, 1054 pp., p. 834-839. SNOWBALL I., L. ZILLÉN, A. OJALA, T. SAARINEN and P. SANDGREN, 2007. FENNOSTACK and FENNORPIS: Varve dated Holocene palaeomagnetic secular variation and relative palaeointensity stacks for Fennoscandia, Earth and Planet. Sci. Lett., 255, 106-116. SPASSOV S., F. HELLER, M.E. EVANS, L.P. YUE, T. VON DOBENECK, 2003. A lock-in model for the complex Matuyama-Brunhes boundary record of the loess/palaeosol sequence at Lingtai (Central Chinese Loess Plateau), Geophys. J. Int., 155, 350-366. SP E R A N Z A F., M. PO M P I L I O and L. SA G N O T T I, 2004. Paleomagnetism of spatter lavas from Stromboli volcano (Aeolian Islands, Italy): Implications for the age of paroxysmal eruptions, Geophysical Research Lettere 31, doi: 10.1029/ 2003GL018944, 2004. S P E R A N Z A F., L. S A G N O T T I and A. M E L O N I , 2005. Comment on “Recent eruptive history of Stromboli (Aeolian Islands, Italy) determined frm high-accuracy archeomagnetic dating” by S. Arrighi et al., Geophysical Research Letters, 32, L23306, doi:10.1029/2005GL022590. SP E R A N Z A F., S. BR A N C A, M. CO L T E L L I, F. D'AJ E L L O CARACCIOLO and L. VIGLIOTTI, 2006. How accurate is “paleomagnetic dating” ? New evidence from historical lavas from Mount Etna, J. Geophys. Res., 111, B12S33, doi:10.1029/2006JB004496. STONER J.S., C. LAJ, J:E:T: CHANNELL and C. KISSEL, 2002. South Atlantic (SAPIS) and North Atlantic (NAPIS) geomagnetic paleointensity stacks (0-80 ka): implications for inter-hemispheric correlation. Quat. Sci. Rev., 21: 1142-1151. ST-ONGE G., J.S. STONER and C. HILLAIRE-MARCEL, 2003. Holocene paleomagnetic records from the St. Lawrence Estuary, eastern Canada: centennial to millennial-scale geomagnetic modulation of cosmogenic isotopes, Earth Planet. Sci. Lett., 209, 113-130. Tarduno J.A., R.D. Cottrell and A.V. SMIRNOV, 2007. Paleointensity: absolute determinations using sin- gle plagioclase crystals, in: Encyclopedia of Geomagnetism and Paleomagnetism; (Editors David Gubbins and Emilio Herrero-Bervera), Springer, 1054 pp., p. 749-753. T A N G U Y J.-C., C. P R I N C I P E and S. A R R I G H I , 2005. Comment on ''Historical measurements of the Earth's magnetic field compared with remanence directions from lava flows in Italy over the last four centuries'' by R. Lanza, A. Meloni, and E. Tema, Phys. Earth Planet. Inter., 152, 116-120. TANGUY J-C., M. LE GOFF, C. PRINCIPE, S. ARRIGHI, V. CHILLEMI, A. PAIOTTI, S. LA DELFA and G. PATANÈ, 2003. Archeomagnetic dating of Mediterranean 73Contributi del paleomagnetismo alla stratigrafia ... volcanics of the last 2100 years: validity and limits, Earth planet. Sci. Lett., 211, 111-124. TAUXE L., 1993. Sedimentary records of relative paleoin- tensity of the geomagnetic field: theory and prac- tice, Rev. Geophys., 31, 319-354. TURNER G.M. and R. THOMPSON, 1981. Lake sediment record of the geomagnetic secular variation in Britain during Holocene times, Geophys. J. R. astr. Soc., 65, 703-725. TURNER G.M. and R. THOMPSON, 1982. Detransformation of the British geomagnetic secular variation record for Holocene times, Geophys. J. R. astr. Soc., 70, 789-792. VALET J.P., 2003. Time Variations in geomagnetic inten- sity. Rev. Geophys., 41, 1004, doi:10.1029/ 2001RG000104. VEROSUB K.L., 1977. Depositional and post-depositional processes in the magnetization of sediments. Reviews of Geophysics and Space Physics, 15, 129-143. VEROSUB K.L., 1988. Geomagnetic secular variation and the dating of Quaternary sediments, Geol. Soc. of America. Spec. Paper, 227, 123-138. VIGLIOTTI L., 2006. Secular variation record of the Earth's magnetic field in Italy during the Holocene: con- straints for the construction of a master curve, Geophys. J. Int., 165, 414-429. ZANANIRI I., C.M. BATT, PH. LANOS, D.H. TARLING and P. LINFORD, 2007. Archaeomagnetic secular variation in the UK during the past 4000 years and its appli- cation to archaeomagnetic dating, Phys. Earth Planet. Int., 160, 97-107. Ms. ricevuto il 2 aprile 2008 Testo definitivo ricevuto il 17 aprile 2008 Ms. received: April 2, 2008 Final text received: April 17, 2008 74 L. Sagnotti