©SEEd Tutti i diritti riservati Clinical Management Issues 2011; 5(3) 75 Clinical Management Issues Ina Maria Hinnenthal 1, Mauro Cibin 2 Il trattamento residenziale breve delle dipendenze da alcol e cocaina: il modello Soranzo Editoriale 1 Psichiatra, psicoterapeuta. Responsabile Ambulatorio Alcologia, Struttura semplice dipartimentale, DSM-integrato, ASL 1 Imperiese, Imperia (IM) 2 Medico Psichiatra, Direttore Dipartimento per le Dipendenze della Azienda ULSS 13 del Veneto, Dolo Venezia Corresponding author Dott.ssa Ina Maria Hinnenthal ina.hinnenthal@libero.it La cura dell’alcolismo e della dipendenza da cocaina in tutte le sue forme è un inter- vento complesso, multidisciplinare e nello stesso tempo particolarmente specifico, che ha lo scopo di fornire risposte terapeutiche a vari livelli: al corpo spesso sofferente, in particolare y al cervello, al sistema nervoso periferi- co, al tratto gastrointestinale e al fegato, che hanno subito danni per le sostanze assunte; alle capacità motivazionali, lese dall’azione y neurobiologica delle sostanze [1]; agli eventi negativi, sia recenti sia lontani y nel tempo, che hanno caratterizzato la vita del paziente, con le loro implicazioni co- gnitive, emotive e post-traumatiche; alla situazione attuale familiare e sociale. y Benché la parola “alcologia” sembri indica- re un’area medica ben definita, in realtà fa ri- ferimento a un settore in continua evoluzio- ne, dove spesso non si dispone di soluzioni certe, di linee guida o di percorsi clinici ben definiti, ma in cui la risposta terapeutica ai problemi correlati all’alcol e alle dipenden- ze va ricercata di volta in volta, e in qualche modo “inventata” sulla base delle caratteri- stiche dello specifico paziente. Le sconvolgenti quantità di nuove nozio- ni neurobiologiche ottenute principalmente grazie al miglioramento delle tecniche di neuroimaging a partire degli anni ’90 hanno contribuito al miglioramento degli strumen- ti di intervento terapeutico anche nel campo delle dipendenze da sostanze. I nuovi paradigmi neurobiologici, dal- la neuroplasticità all’espressione genetica esperienza-dipendente, dallo studio dei fenomeni di resilienza con i suoi correlati neuroormonali ai correlati psicofisici po- straumatici hanno permesso una diversa visione nel campo dell’alcolismo [2]: supe- rando un modello statico principalmente orientato verso i danni organici e psichici si sono potuti capire meglio i meccanismi di fronteggiamento utili a prevenire la ricaduta del paziente alcolista [3]. Questi nuovi ap- procci passano attraverso un’accurata dia- gnosi, e tendono a promuovere le facoltà di resilienza e di recupero. Da alcuni anni si sta assistendo anche in Italia alla crescita dell’interesse per i pro- grammi residenziali brevi per il trattamento dell’alcolismo e del cocainismo [4]. Questi programmi si differenziano sia dalla residenzialità psichiatrica sia dalle co- munità terapeutiche per tossicodipendenti: entrambi questi interventi, infatti, giungono di solito dopo percorsi ambulatoriali e sono rivolti a soggetti con forte compromissione personale e sociale. Volendo individuare un modello per la residenzialità breve, è oppor- tuno fare riferimento piuttosto ai program- mi “28 giorni” anglosassoni, o alle “cliniche psicoterapiche o psicosomatiche” tedesche. In questi modelli infatti l’intervento residen- ziale viene visto come momento di inizio, in cui effettuare interventi diagnostici, di mo- tivazione e di prevenzione della ricaduta, e in cui sviluppare un piano di trattamento; in molto casi sono inclusi interventi di sblocco e regolazione emotiva e di “facilitazione” ai gruppi di autoaiuto. Sono pensati per per- sone con gravi problemi di dipendenza da alcol e/o da cocaina, ma che possiedono an- ©SEEd Tutti i diritti riservati Clinical Management Issues 2011; 5(3)76 Editoriale cora una conservata facoltà di pieno recupero terapeutico. In questo contesto nel 2001 nasce Villa Soranzo (www.cocaina-alcol.org), grazie alla collaborazione tra il Dipartimento per le Di- pendenze dell’Azienda ULSS 13 del Veneto e il CEIS “Don Milani” di Mestre. Si tratta di un modello a forte valenza psicoterapica che integra al suo interno le nozioni nuove nel campo delle dipendenze, adattandole al contesto italiano. In questo senso “Villa Soranzo non è un luogo, è un’idea”, un work in progress a fronte del continuo cambiamento sia dei problemi legati all’uso di alcol, sostanze e comporta- menti (gioco d’azzardo, sex addiction, ecc.) sia degli strumenti terapeutici. Un concetto fondamentale del modello Soranzo risiede nella convinzione che alla base delle dipendenze da alcol e/o cocai- na in persone che socialmente sono ancora attive e integrate vi sia sempre una storia personale e familiare, spesso con valenza traumatica, nell’infanzia o nell’adolescenza. Il momento del peggioramento evidente della dipendenza corrisponde spesso “solo” a una riattivazione di questo materiale traumatico sotterraneo. Ma parlarne non è sufficiente: è invece necessario andare in- contro a una sorta di esperienza correttiva, uno sblocco emotivo e corporeo, perché il materiale traumatico tende a non essere più accessibile attraverso la sola parola e si espri- me di conseguenza in sintomi corporei. Lo “sblocco emotivo” avviene più facilmente in un contesto terapeutico residenziale come Villa Soranzo, protetto da stimoli esterni e in un clima di accettazione aperta e non giudicante [5], in cui si respirano serenità, autenticità e fiducia. Metodiche come la psicoanalisi o le tera- pie cognitive “parlanti” da sole non servono. Risulta molto più efficace occuparsi prima dell’emotività attraverso l’intervento cor- poreo guidato e gli interventi terapeutici simbolici (arteterapia, terapia con i simboli, musicoterapica, ecc.), che usano come canale d’accesso l’emisfero destro del cervello, in cui il vissuto emotivo traumatico è “imprigio- nato”, spesso congelato e non conscio. Solo dopo il ricollegamento dell’emotività rimossa (“sblocco emotivo”) le metodiche che aiuta- no a elaborare l’accaduto divengono utili e necessarie [6] e possono fornire strumenti nuovi per fronteggiare situazioni di rischio di ricaduta [7]. Un intervento di questo genere ha la pre- cisione di un’operazione neurochirurgica e come tale deve avere alla sua base un’accurata valutazione dell’indicazione corretta. È un intervento utile per persone che hanno avuto singoli traumi gravi, non nei primissimi tem- pi di vita e che comunque possiedono que- sta facoltà già collaudata di superamento di eventi negativi (resilienza). Persone troppo traumatizzate rischierebbero semplicemente di decompensarsi maggiormente senza poi ottenere un giovamento. Un aspetto fondamentale di questo delica- to processo è la valutazione dei risultati, che nel caso della metodologia descritta hanno dato evidenze assai positive [8,9]. Il libro “Il trattamento residenziale breve delle dipendenze da alcol e cocaina. Il mo- dello Soranzo” pubblicato dalla casa editri- ce SEEd a cura di Ina Maria Hinnenthal e Mauro Cibin [10] cerca di riassumere sia gli aspetti teorici, sia gli aspetti clinici con suggerimenti sull’applicazione dell’idea par- tendo dall’esperienza di Villa Soranzo. È il tentativo, in un momento di forte cambia- mento, di proporre una “fotografia” delle no- zioni neurobiologiche e terapeutiche attuali unitamente a quelle derivanti dalla nostra esperienza a lettori attenti e critici, pronti a confrontarsi sugli argomenti svolti. BIBlIografIa Cibin M, Hinnenthal I. Il punto di vista del paziente come elemento diagnostico e terapeutico: 1. la “rivoluzione motivazionale” in Comunità Terapeutica. Medicina delle Dipendenze 2011; I: 2 Hinnenthal I, Laki Z, Ardissone G. Psicotraumatologia e neuroplasticità. Presupposti teorici per 2. la gestione clinica del trattamento residenziale di alcolisti con poliabuso. In: Lucchini A, Nava F, Manzato E (a cura di). Buone pratiche e procedure terapeutiche nella gestione del paziente alcolista. Milano: Franco Angeli, 2008 Linehan M, Bohus M, Lynch TR. Dialectical behaviour therapy for pervasive emotions 3. dysregulation. In: Gross JJ. Handbook of emotions regulation. New York, NY: Guilford Press, 2007 ©SEEd Tutti i diritti riservati Clinical Management Issues 2011; 5(3) 77 I. M. Hinnenthal, M. Cibin Cibin M, Hinnenthal I, Lugato E. I programmi residenziali brevi. 4. Medicina delle Tossicodipendenze 2009; 65: 39-46 Rogers CR. Encounter groups. London: Penguin, 19705. Cibin M, Hinnenthal I, Levarta E, Manera E, Nardo M, Zavan V. Prevenzione della ricaduta, 6. motivazione al cambiamento, eventi vitali e sofferenza psichica nell’intervento alcologico: Bollettino per le Farmacodipendenze e l ’Alcolismo 2001; 24: 9-15 Marlatt GA, Barrell K. La prevenzione delle ricadute. In: Galanter M. Kleber HD. Trattamento 7. dei disturbi da uso di sostanze. Milano: Edizioni Masson, 1998 Cibin M, Gallo S, Spolaor G, Bettamin S, Costa S, Lugato E et al. Cocaina ed alcol: esperienza 8. e risultati del Programma Residenziale Breve “Villa Soranzo”. Mission 2010; 29: 18-24 Cibin M, Jester A, Leonardini L, Lugato E, Papanastasatos G. Transnational Catalogue of 9. intervention options for young polydrug users, E.U. Executive Agency for health and Consumers. Bruxelles, 2010 (www.seidproject.eu) Hinnenthal I, Cibin M (a cura di). Il trattamento residenziale breve delle dipendenze da alcol 10. e cocaina. Il modello Soranzo. Torino: SEEd, 2011 Per chi desidera approfondire Il trattamento residenziale breve delle dipendenze da alcol e cocaina. Il modello Soranzo A cura di Ina Maria Hinnenthal, Mauro Cibin Prezzo: 28,00 € (cartaceo) | 21,00 € (ebook) ISBN: 978-88-8968-892-2 (cartaceo) | 978-88-8968-896-0 (ebook) Acquistabile su www.edizioniseed.it Pubblicato a maggio 2011 L’abuso e la dipendenza da alcol e cocaina, come le situazioni di polidipendenze, sempre più frequenti, necessitano di interventi qualificati, specialistici, intensivi, che prevedano la possibilità di periodi residenziali, oltre che la capaci- tà di costru ire una robusta rete territoriale. Il volume esamina questa tematica, a partire dal percorso riabilitativo e assistenziale messo a punto nell ’ambito di Villa Soranzo. Questo tipo di approccio multiprofessionale rappresenta un modello e una pro posta per migliorare la qualità e l ’appropriatezza degli interventi, mettendo il pa ziente al centro del processo di cura come promotore attivo della propria salute. http://www.edizioniseed.it/libro.aspx?id=443