Clinical Management Issues 2009; 3(2) ©SEEd Tutti i diritti riservati Clinical Management Issues 71 Marina Conese 1, Maria Teresa Laura Abbruzzese 2, Grace Massiah 3, Piero Oberto de Cavi 4 IntroduzIone Negli ultimi anni i disturbi del compor- tamento alimentare (DCA) sono stati og- getto di attenzione per l’aumento dei casi rilevati nella pratica clinica. I DCA sono meglio definiti come persistenti disturbi del comportamento alimentare e/o di compor- tamenti finalizzati al controllo del peso, che danneggiano la salute fisica o il funziona- mento psicologico e che non sono secondari a nessuna condizione medica o psichiatri- ca conosciuta [1]. L’eccessiva importanza attribuita al peso, alle forme corporee e al controllo dell’alimentazione costituiscono la psicopatologia nucleare di tutti i disturbi dell’alimentazione, che, in aggiunta, presen- tano delle caratteristiche peculiari: anoressia ner vosa y : è caratterizzata dal mantenimento attivo di un basso peso corporeo (BMI < 17,5 kg/m2) e dalla pre- senza di amenorrea; bulimia nervosa y : presenta abbuffate ri- correnti e comportamenti del controllo del peso estremi, e viene riconosciuta in Studio multidisciplinare: metodo dCd applicato a pazienti con disturbi del comportamento alimentare (dCA) Abstract Eating disorders are quite common in clinical practice and can include out-of-control behaviours and thoughts that powerfully reinforce unhealthy eating patterns. They include anorexia nervosa and bulimia nervosa and Binge Eating Disorder. We conducted a trial on 102 patients (89 females and 13 males) to investigate the efficacy of “DCD method ” (appropriate dietary education associated to New-Electrosculpture) on patients with obesity and eating disorders. The study underlines the efficacy of “DCD method ”, especially when supported by behavioural therapy, in obese and overweight patients. Keywords: DCD method, New-Electrosculpture, eating disorders Multidisciplinary study: DCD method applied to patients with eating disorders CMI 2009; 3(2): 71-80 1 Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia. DCD Bari 2 Psicologa. DCD Bari 3 Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Plastica. DCD Roma 4 Medico Chirurgo e Farmacista. DCD Roma Corresponding author Dott.ssa Marina Conese dottmarinaconese@tiscali.it Gestione clinica caso di non soddisfacimento dei criteri diagnostici dell’anoressia nervosa; disturbi dell’alimentazione incontrol- y lata (BED): sono caratterizzati da un elevato introito di cibo sia durante i pasti sia fuori pasto, e dalla presenza di episodi ricorrenti di abbuffate, che però non sono accompagnate da strategie per compensa- re l’ingestione di cibo in eccesso. I soggetti affetti sono spesso in sovrappeso o obesi, e, oltre alle complicanze tipiche dell’obe- sità, presentano frequentemente disturbi depressivi e di ansia; disturbi dell’alimentazione non altri- y menti specificati (NAS): si tratta di quei disturbi non ben conosciuti che non sod- disfano i criteri diagnostici principali né dell’anoressia nervosa né della bulimia nervosa né del disturbo dell’alimentazione incontrollata. I DCA vengono più frequentemente dia- gnosticati, in concomitanza con il loro esor- dio, nell’adolescenza e tra gli adulti nella pri- ma fascia d’età compresa tra i 30 e i 40 anni: in genere la maggior parte di questi ultimi Clinical Management Issues 2009; 3(2) ©SEEd Tutti i diritti riservati 72 Studio multidisciplinare: metodo DCD applicato a pazienti con disturbi del comportamento alimentare (DCA) pazienti presenta già dei disordini alimen- tari attorno ai 20 anni d’età. L’incidenza nel sesso femminile e in quello maschile si pone in un rapporto di 3:2. I pazienti affetti da BED (Binge Eating Disorder) presentano uno stile alimentare “caotico”: un elevato introito di cibo sia du- rante i pasti sia fuori pasto porta i soggetti affetti a manifestare episodi ricorrenti di abbuffate (assunzione di quantità di cibo superiore rispetto a quella che la maggior parte di persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo e in circostanze simili), non accompagnati, però, da strategie per compensare l’ingestione di cibo in eccesso, come avviene nella bulimia nervosa. Ne ri- sulta che le persone che soffrono di questo disturbo sono in sovrappeso o obese, a diffe- renza del paziente bulimico che risulta essere nella massima parte dei casi in normopeso. Le conseguenti complicanze organiche pos- sono essere: diabete di tipo 2 (non insulino- dipendente), ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, disturbi del sonno e del re- spiro. Inoltre è importante sottolineare che il BED presenta comorbidità con disturbi depressivi e disturbi di ansia. Le abbuffate vengono classicamente sud- divise dagli Autori in: soggettive y : la quantità di cibo è soggetti- vamente elevata; oggettive y : la quantità del cibo è effetti- vamente esagerata (es. il paziente svuota il frigorifero). deSCrIzIone dello StudIo Presentazione dello studio Secondo gli ultimi studi condotti nel 2007 dall’Associazione Italiana di Dieteti- ca e Nutrizione Clinica (ADI, http://www. adiitalia.net), la Puglia, regione nella quale si è svolto il trial descritto in questo articolo, risulta essere terza dopo Sicilia e Campania per numero di abitanti in sovrappeso. Più in dettaglio 50 pugliesi su 100 hanno problemi di peso: di questi, 38 sono in sovrappeso e 12 obesi. Questa statistica riguarda soprattutto le fasce giovani di età e incide indifferente- mente sui due sessi. Spesso i pazienti affetti da BED, pur non conoscendo esattamente la natura della loro patologia, si rivolgono ai centri per la cura dell’obesità piuttosto che ai centri per la cura dei disturbi del comportamento ali- mentare. Anche i centri DCD per il dimagramento corporeo rappresentano un valido aiuto per questa tipologia di paziente. In particolare il metodo DCD di Bari prevede l’associazione di quattro diverse componenti, di seguito descritte (New-Electrosculpture, crono- alimentazione dissociata normocalorica, te- rapia cognitivo-comportamentale e colloqui di sostegno psicologico, vedi Tabella II). La New-Electrosculpture è una metodi- ca indolore che si basa sul principio della elettroforesi: il paziente viene avvolto in un apposito bendaggio e collegato all’apparec- chio che emette corrente elettrica continua di bassa intensità galvanica (5,5-6,5 mA) avente lo scopo di favorire gli scambi inter- cellulari e la dismissione del grasso disciol- to nella cellula stessa, senza veicolazione di farmaci e/o creme. A essa viene associata una dieta partico- lare, la crono-alimentazione dissociata nor- mocalorica (CADN): si tratta di un regime alimentare “dissociato”, che consiste nel frazionare il pasto nell’arco della giornata riservando prevalentemente carboidrati a mezzogiorno e proteine alla sera, insieme a generosi quantitativi di fibra alimentare. tabella I Distribuzione dei disturbi dell ’alimentazione nel mondo Anoressia nervosa Bulimia nervosa Distribuzione mondiale Società occidentali in modo predominante Società occidentali in modo predominante Età Adolescenza (alcuni giovani adulti) Giovani adulti (alcuni adolescenti) Sesso 90% femmine Femmine in modo predominante (proporzione incerta) Classe sociale Possibile maggior prevalenza nelle classi sociali elevate Distribuzione simile in tutte le classi Prevalenza 0,3% nelle adolescenti 1% nelle donne tra 16 e 35 anni Incidenza (per 100.000 abitanti/anno) 19 nelle femmine, 2 nei maschi 29 nelle femmine, 1 nei maschi Modificazione secolare Possibile incremento Incremento Clinical Management Issues 2009; 3(2) ©SEEd Tutti i diritti riservati 73 M. Conese, M. T. L. Abbruzzese, G. Massiah, P. Oberto de Cavi Il metodo DCD, di validità ed efficacia testate [2,3], consta soltanto delle due fasi appena citate. A Bari, però, vengono ag- giunte due ulteriori componenti: la terapia cognitivo-comportamentale (TCC, oppure CBT per gli anglosassoni) e i colloqui di sostegno psicologico. La terapia cognitivo-comportamentale implica l’attenzione ai pensieri (cognitivo) e ai comportamenti (comportamentale) coinvolti nello sviluppo e nel mantenimen- to del disturbo psicologico. Già adottata nel trattamento di depressione, ansia, attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi e fobie, la TCC e si è rivelata anche molto efficace nella cura dei disturbi del comportamen- to alimentare. Si tratta di una psicoterapia sviluppata negli anni ’60 da Aaron Temkin Beck che è: str utturata y : si articola secondo una struttura ben definita e non in maniera rigida; direttiva y : il terapeuta istruisce il pazien- te; di breve durata y ; orientata al presente y : volta a risolvere i problemi attuali. Tale terapia è finalizzata a modificare i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali e i comportamenti di “disagio” del paziente, riducendo in modo duraturo il sintomo fino all’eliminazione. Il metodo cognitivo-comportamentale che è stato applicato nel centro DCD di Bari per il suddetto studio è quello di Fairburn, caratterizzato dall’approccio interdiscipli- nare integrato (il paziente viene seguito da un’équipe formata da medico, psicologo e dietista) con modello trans-diagnostico (applicabile con minime modifiche a tutti i disturbi alimentari). Per i disturbi dell’alimentazione incontrol- lata nei pazienti in sovrappeso e obesi, oltre alla terapia cognitivo-comportamentale di Fairburn (che mira a interrompere i fatto- ri del mantenimento del DCA), sono stati associati colloqui di sostegno psicologico basati sui principi della terapia sistemico-fa- miliare (assessment familiare), coinvolgendo, cioè, le famiglie dei pazienti con BED. obiettivi dello studio In concomitanza con la perdita di peso attraverso il metodo DCD, per ogni pa- ziente affetto da disturbi dell’alimentazio- ne incontrollata si sono proposti i seguenti obiettivi: sviluppare uno schema di autovalutazione y funzionale; valutare l’importanza del sostegno psico- y logico nei pazienti che seguivano il per- corso DCD; valutare quanto il sostegno psicologico y abbia aumentato la motivazione del pa- Metodo dCd di Bari New-Electrosculpture y Dieta CADN (crono-alimentazione dissociata normocalorica) y TCC (terapia cognitivo-comportamentale) y Colloqui di sostegno psicologico y tabella II Schematizzazione della terapia per il BED e altri disturbi alimentari utilizzata al DCD di Bari Principali fattori di rischio nei disturbi alimentari Generici Sono condizioni presenti anche in altri disturbi psichiatrici Generali Sono condizioni non modificabili che aumentano la probabilità di sviluppare un disturbo del comportamento alimentare Specifici Sono condizioni presenti solo nei disturbi del comportamento alimentare ziente e facilitato il superamento delle difficoltà del paziente stesso nel seguire le regole alimentari; valutare quanto la terapia cognitivo-com- y portamentale di Fairburn abbia interrotto i comportamenti disfunzionali che crea- vano “disagio” nel paziente. Materiali e metodi La nostra ricerca è stata condotta su un campione di 102 pazienti (89 femmine e 13 maschi) di età compresa tra 18 e 65 anni (Tabella III), seguiti nell’anno 2008 presso la sede DCD di Bari. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a 30 sedute di New-Electrosculp- ture della durata di 30 minuti l’una, come da protocollo DCD (per le prime 2 settimane le sedute erano eseguite 3 volte a settimana, e dalla terza settimana in poi con frequenza bisettimanale), associate a regole alimenta- ri adeguate e personalizzate per ogni caso esaminato. Infatti la classica dieta dissociata normocalorica è stata consegnata ai pazienti Figura 1 Principali fattori di rischio nei disturbi alimentari Clinical Management Issues 2009; 3(2) ©SEEd Tutti i diritti riservati 74 Studio multidisciplinare: metodo DCD applicato a pazienti con disturbi del comportamento alimentare (DCA) Sesso Pazienti terapia Pazienti n° % n° % F 89 86,3 Con TCC 44 49,4 Senza TCC 45 50,6 M 13 12,7 Con TCC 8 61,5 Senza TCC 5 38,5 tabella III Campione esaminato per lo studio clinico del DCD di Bari: i pazienti, di età compresa tra 18 e 65 anni, sono stati ripartiti per sesso e percorso terapeutico Sesso terapia n. pazienti Fascia di età (anni) Pazienti n. % F Con TCC 44 18-40 24 54,5 40-65 20 45,5 Senza TCC 45 18-40 20 44,4 40-65 25 55,6 tabella IV Campione femminile esaminato ripartito per percorso terapeutico e fascia di età Sesso terapia n. pazienti Fascia di età (anni) n. pazienti M Con TCC 8 18-40 6 40-65 2 Senza TCC 5 18-40 2 40-65 3 tabella V Campione maschile esaminato ripartito per percorso terapeutico e fascia di età Sesso terapia n° pazienti livello di peso iniziale (BMI) Pazienti n° % F Con TCC 44 Sovrappeso 11 25,0 Obesità I classe 9 20,4 Obesità II classe 16 36,4 Obesità III classe 8 18,2 Senza TCC 45 Sovrappeso 5 11,1 Obesità I classe 10 22,2 Obesità II classe 25 55,6 Obesità III classe 5 11,1 tabella VI Campione femminile esaminato ripartito per percorso terapeutico e livello di peso iniziale Sesso terapia n° pazienti livello di peso iniziale (BMI) n° Pazienti M Con TCC 8 Sovrappeso 2 Obesità I classe 3 Obesità II classe 2 Obesità III classe 1 Senza TCC 5 Sovrappeso 2 Obesità I classe Obesità II classe 3 Obesità III classe tabella VII Campione maschile esaminato ripartito per percorso terapeutico e livello di peso iniziale parte, lievemente ipocalorico con riduzione dei carboidrati a discapito di generose quan- tità di fibre. Dei 102 pazienti, 52 sono stati seguiti col metodo DCD + colloqui di so- che avevano tutti gli esami ematochimici nei parametri della norma; ai pazienti diabetici o con ipertrigliceridemie o iperglicemie si è consigliato invece uno schema dietetico a Clinical Management Issues 2009; 3(2) ©SEEd Tutti i diritti riservati 75 M. Conese, M. T. L. Abbruzzese, G. Massiah, P. Oberto de Cavi stegno psicologico e 50 pazienti, che hanno costituito il campione di casi-controllo, solo col metodo DCD. Nello specifico (Tabelle III-VII): 32 pazienti (31 femmine e 1 maschio) y di età compresa tra 18 e 60 anni hanno effettuato la terapia cognitivo-comporta- mentale (a richiesta del paziente); 50 pazienti (45 femmine e 5 maschi) casi- y controllo di età compresa tra 25 e 65 anni sono stati seguiti solo col metodo DCD, senza la TCC. A tutti i pazienti erano stati consegnati in prima seduta di trattamento le regole alimentari adeguate, il diario della piani- ficazione alimentare e il diario emotivo data:___________ Cognome:________________________________ nome:__________________________ ora Cibi e liquidi consumati luogo Abb. sogg/ogg normale restrizione Food checking Body checking, evitamento Vomito, lassativi, diuretici Attività fisica Commenti Figura 2 Il diario alimentare giornaliero fornito a tutti i pazienti che partecipavano allo studio clinico Figura 3 Esempio di diario emotivo, fornito solo ai pazienti dello studio clinico che seguivano la TCC data:__________ Giorno:__________ ora:__________ Situazione Sensazione corporea emozione Comportamento disfunzionale Pensiero o preoccupazione Strategia usata per gestire la crisi* Descrivere l’evento attuale Quale 1. sensazione ho provato? Quanto 2. intensa era? (1-100%) Quale 1. emozione ho provato? Quanto 2. intensa era? (1-100%) Che tipo di comportamento ho avuto? Che cosa mi è passato per la 1. mente? Che tipo di errore di 2. ragionamento ho fatto? Quanto credo al pensiero? 3. (0-100%) Quale strategia ho usato per gestire la crisi? Parlando al telefono con Gianni, che mi ha detto che non possiamo vederci il fine settimana Sensazione di 1. essere grassa 90%2. Tristezza1. 90%2. Mi sono pizzicata per 20 minuti le pieghe delle cosce (body checking) Io non gli piaccio (pensiero 1. automatico), sono grassa, ho le gambe grosse. È per questo che non gli piaccio, perché sono grassa (preoccupazione per peso e forme corporee), Devo fare merenda (preoccupazione per l’alimentazione) Generalizzazione2. 95%3. Decentramento (sono pensieri dovuti al mio disturbo dell’alimentazione, ho etichettato in modo non accurato un evento avverso). Distanziamento dal comportamento (sono riuscita a fare merenda) * Decentramento, distanziamento del comportamento dei pensieri, risposte di coping (cose da fare, cose da pensare), risoluzione dei problemi, ristrutturazione cognitiva, mindfulness, fare l’opposto 20 pazienti (13 femmine e 7 maschi) di età y compresa tra i 18 e 59 anni sono stati se- guiti solo inizialmente con terapia cogni- tivo-comportamentale, e poi per svariati motivi hanno abbandonato gli incontri ma non il metodo DCD. In più della metà di questi casi (12 pazienti), dopo i primi col- loqui informativi con la psicologa riguardo i disturbi del comportamento alimenta- re, i pazienti hanno acquisito coscienza e autoconsapevolezza del loro problema e hanno continuato le sedute solo con i colloqui di controllo; (quest’ultimo solo nei pazienti che segui- vano la TCC). Il diario alimentare (Figura 2) ha avuto un duplice obiettivo: autocontrollo dell’alimentazione del pa- y ziente; controllo da parte di medici e psico- y logi per avere un quadro completo del comportamento alimentare di ogni pa- ziente. Il diario alimentare è risultato utile per effettuare un monitoraggio su alimenti pia- Clinical Management Issues 2009; 3(2) ©SEEd Tutti i diritti riservati 76 Studio multidisciplinare: metodo DCD applicato a pazienti con disturbi del comportamento alimentare (DCA) nificati, alimenti effettivamente consumati e quantità, orari abituali del consumo di cibo da parte dei pazienti e in alcuni casi il luogo (lavoro, casa) e il tempo in cui veniva- no consumati i pasti. Inoltre all’interno del diario abbiamo ritenuto opportuno inserire uno spazio per i commenti in cui il paziente ha potuto riportare riflessioni personali sui propri comportamenti alimentari o sulla dieta stessa, eventuali trasgressioni e far- maci assunti. Il diario emotivo (Figura 3) è sostanzial- mente finalizzato a interrompere i compor- tamenti disfunzionali, quali abbuffate, nib- bling (termine inglese che indica l’abitudine a spizzicare fuori pasto), digiuno, vomito autoindotto, esercizio fisico eccessivo, evi- tamenti dell’esposizione del corpo, disper- cezione corporea. Serve inoltre ad aiutare il paziente a comprendere e ad approfondire il proprio disagio e punti di debolezza. Ai 52 pazienti che hanno seguito la tera- pia cognitivo-comportamentale, oltre alla consegna del diario emotivo, è stato spiegato che cos’è lo schema di autovalutazione di- sfunzionale e si è proceduto a progettare un intervento mirato a sviluppare uno schema di autovalutazione funzionale considerando per ogni singolo paziente i propri ambiti di vita (aspetti sociali, familiari, professionali e personali, come hobby e interessi). Il lavoro è stato suddiviso in tre fasi: fase iniziale y : è stato somministrato un test motivazionale in cui venivano valutate, su una scala da 0 (per niente) a 10 (moltissi- mo), le motivazioni dei pazienti, la fiducia in se stessi, quanto impegno erano disposti a mettere e quanto erano concordi con gli obiettivi del metodo DCD. Il punteggio totale (score) ci ha fatto comprendere in quale stadio del cambiamento si trovava il paziente (Tabella VIII). Alla quarta seduta si è iniziato il lavoro motivazionale vero e proprio, per far maturare (e mantenere nel tempo) nel paziente la spinta necessaria per impegnarsi al massimo nel percorso DCD, rispettando le regole alimentari impartite, i controlli medici e i colloqui con la psicologa; fase intermedia y : durante i colloqui veni- vano valutati i fattori del mantenimento del disturbo alimentare. Dopo aver veri- ficato la presenza di fattori di rischio e fattori precipitanti nel DCA si è iniziato a lavorare sullo schema di autovalutazione disfunzionale di ogni paziente (Figure 4 e 5), cercando di sviluppare delle strategie (valorizzando le risorse del paziente e la- vorando sui suoi punti di debolezza) che consentissero al soggetto di valutarsi in altri ambiti di vita che non fossero solo alimentazione, peso e forme corporee. Il lavoro veniva effettuato pianificando la giornata del paziente cercando di com- prendere che cosa egli desiderasse cambia- re. Durante i colloqui, quindi, si lavorava per la sospensione dei comportamenti Stadio Spiegazione Precontemplazione Non ho nessuna intenzione di iniziare una terapia Contemplazione Da una parte vorrei iniziare una terapia, dall’altra no Determinazione Sono determinato a iniziare una cura entro massimo un mese Azione Sto già cercando di guarire dal mio disturbo dell’alimentazione tabella VIII Stadi del cambiamento nell ’atteggiamento del paziente nei confronti della malattia Eccessiva importanza attribuita al peso Eccessiva importanza attribuita alle forme Eccessiva importanza attribuita al controllo alimentare Crescita di lanugine sul corpo Perdita di massa ossea Diminuzione della temperatura corporea Pelle secca che si screpola, spesso con colorito giallognolo o grigiastro Sviluppo di costipazione I capelli diventano sfibrati e cadono Rallentamento della funzione tiroidea Diminuzione della frequenza cardiaca e respiratoria Diminuzione della pressione sanguigna Unghie fragili Mani e piedi freddi Figura 4 Schema di autovalutazione disfunzionale Clinical Management Issues 2009; 3(2) ©SEEd Tutti i diritti riservati 77 M. Conese, M. T. L. Abbruzzese, G. Massiah, P. Oberto de Cavi disfunzionali e strategie usate dal pazien- te. Durante la fase intermedia di terapia psicologica venivano prese in considera- zione tutte quelle situazioni, prevedibili e non, che venivano definite ad alto rischio (Natale, Pasqua, cene, feste, ecc.) si faceva in modo che il paziente sviluppasse delle strategie di coping (fronteggiamento, capa- cità di risolvere i problemi) per prevenire e gestire al meglio tali eventi. Ai pazienti venivano prescritti degli homeworks da ef- fettuare a casa che erano via via concordati tra terapeuta e paziente. Inoltre, in alcune situazioni di stress, veniva associato un “training di rilassamento progressivo”, utilizzato anche per acquisire maggiore consapevolezza del proprio corpo; fase conclusiva y : il paziente veniva segui- to con colloqui bi-settimanali per essere sostenuto nella delicata fase del manteni- mento del metodo DCD (progressiva in- troduzione di tutti gli alimenti e graduale associazione di carboidrati + proteine + lipidi al consumo dei pasti principali) e per la prevenzione delle ricadute. Analisi dei dati Nei 102 pazienti DCD sono stati presi in esame i seguenti parametri: calo ponderale correlato al sostegno psico- y logico nei 52 pazienti (cioè quanto i col- loqui con la psicologa hanno influito sulla diminuzione di peso dei nostri pazienti) versus i 50 pazienti casi-controllo. In que- sti 52 pazienti abbiamo valutato: analisi motivazionale. Nel colloquio il y paziente lavorava sulla motivazione fi- nalizzata alla continuità e costanza del percorso DCD; livello delle abbuffate, stress e ansia; y controllo dei comportamenti di y nib- bling; analisi dell’autostima e percezione della y propria immagine corporea; schema di autovalutazione disfunzio- y nale (cattiva valutazione di se stessi: Fattori di rischio Fattori precipitanti Fattori di mantenimento specifico Schema di autovalutazione disfunzionale Eccessiva importanza a peso, forme, controllo dell’alimentazione Dieta ferrea: controllo del peso Preoccupazione peso, forme, alimentazione Food checking, body checking, evitamenti Basso peso ↓ Sindrome da digiuno Rinforzi positivi Rinforzi negativi Comportamenti di compenso Abbuffate Figura 5 Flow-chart per l ’autovalutazione disfunzionale propria valutazione solo in base al peso, forme corporee e controllo dell’alimen- tazione); nei 50 casi-controllo abbiamo valutato il y calo ponderale nelle 30 sedute di New- Electrosculpture e l’abbiamo raffrontato poi al calo del peso dei pazienti che du- rante il trattamento DCD seguivano il sostegno psicologico. risultati e conclusioni Dalla nostra casistica si evince come il calo ponderale nei pazienti che seguivano i colloqui di sostegno psicologico versus i casi-controllo fosse costante e nettamente aumentato (Tabelle IX-X). Sesso terapia n. pazienti Fascia di età (anni) n. pazienti Pazienti che hanno raggiunto il peso forma dopo 30 sedute n. % F Con TCC 44 18-40 24 23 95,8 40-65 20 20 100 Senza TCC 45 18-40 20 18 90,0 40-65 25 23 92,0 tabella IX Risultati ottenuti per i pazienti di sesso femminile Clinical Management Issues 2009; 3(2) ©SEEd Tutti i diritti riservati 78 Studio multidisciplinare: metodo DCD applicato a pazienti con disturbi del comportamento alimentare (DCA) una quasi completa interruzione dei fattori di mantenimento del DCA (disturbo del comportamento alimentare) in questi pa- zienti. Più in dettaglio: nel 90% dei casi si è assistito a riduzione y delle abbuffate, maggiore autoconsapevo- lezza, diminuzione dello stress e ansia con maggiore gestione degli eventi stressanti da parte del paziente; nel 99% dei casi seguiti si sono verificate y riduzione e maggiore autoconsapevolezza dei comportamenti di nibbling; nel 90% dei casi si è notato aumento y dell’autostima con gestione dei conflitti sulla percezione della propria immagine corporea; nel 99% dei nostri pazienti si è assistito a y uno sviluppo di uno schema di autovaluta- zione funzionale (cambiamento in positivo della valutazione di se stessi), rafforzato so- prattutto dalla trasformazione fisica a cui erano andati incontro seguendo il percorso DCD (con il raggiungimento dell’obiettivo del loro peso forma). Ne sono conseguite anche una riduzione dell’evitamento della propria immagine corporea, una maggiore consapevolezza di sé con maggiore control- lo degli impulsi (Figura 6). È risultato an- che positivo in tutti i casi l’assessment fami- liare, sostenendo la famiglia del paziente. Il presente studio ha consentito di sotto- lineare l’importanza che può avere un soste- gno psicologico accostato a un percorso di dimagrimento in tutti i pazienti in sovrap- peso e obesi, sia tra i portatori sia tra i non portatori di DCA. dISCloSure Lo studio è da considerarsi indipendente e non sponsorizzato. Gli Autori non dichia- rano alcun conflitto di interessi. Sesso terapia n. pazienti Fascia di età (anni) n. pazienti Pazienti che hanno raggiunto il peso forma dopo 30 sedute n. % M Con TCC 8 18-40 6 5 83,3 40-65 2 2 100 Senza TCC 5 18-40 2 1 50,0 40-65 3 2 66,7 tabella X Risultati ottenuti per i pazienti di sesso maschile Figura 6 Schematizzazione grafica degli obiettivi raggiunti dai pazienti in esame in termini di importanza attribuita ad alcuni valori fondamentali Questo dato sottolinea l’importanza del sostegno psicologico nei pazienti che affron- tano questo percorso di dimagrimento. Il lavoro motivazionale condotto dalla nostra équipe ha dato esito positivo in tutti i nostri pazienti con sviluppo da parte degli stessi di strategie di coping da utilizzare nelle situazioni di rischio; si è assistito quindi a Clinical Management Issues 2009; 3(2) ©SEEd Tutti i diritti riservati 79 M. Conese, M. T. L. Abbruzzese, G. Massiah, P. Oberto de Cavi BIBlIoGrAFIA Dalle Grave R. 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