F. V. Costa, O. Zaniolo 27© SEEd Tutti i diritti riservatiFarmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) REVIEW ABSTRACT Statins reduce the incidence of cardiovascular events, one of the most important public health problems and among the main leading causes of death. Their use has been increasing in the last decade and today they repre- sent the first drug class in terms of public expenditure. In view of the introduction of generic simvastatin in the Italian market, this paper outlines a pharmacological and economic profile of this compound. Despite two decades of life, simvastatin remains competitive with other HMG-CoA inhibitors, inducing a dose-dependent, up to 43% cLDL reduction. In clinical trials evaluating hard endpoints, simvastatin treatment achieved a strong reduction of cardiovascular events, revascularization procedures and mortality. Review of the main published pharmacoeconomic studies on simvastatin consistently indicated good cost/ef- fectiveness ratios in most geographic contexts; convenience of this therapy increases along with baseline car- diovascular risk. Among available statins inducing equivalent cholesterol reductions, generic simvastatin has the lowest daily costs. Assuming stable market volume, an estimated cost saving for the Italian National Health Service of about 1 million Euro per year is expected from the introduction of the generic drug. Further cost savings may accrue for a potential switch from more expensive statins to simvastatin. Albeit individual responses to statins are unpredictable, the choice to start with lower cost molecules can limit initial drug investment and dampen the negative financial impact of treatment interruptions and switches. Keywords: simvastatin, HMG-CoA inhibitors, generic drug, cost-effectiveness (1)Professore Associato in Medicina Interna, Università degli Studi di Bologna (2)Centro di Ricerche Farmacoeconomiche, Advanced Research srl, Torino Simvastatina. Una maggiorenne di belle speranze: tra clinica ed economia sanitaria Francesco Vittorio Costa (1), Orietta Zaniolo (2) Farmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1): 27-45 dal fungo Penicillum Citrinum, il primo inibi- tore dell’HMG-CoA reduttasi (compactina ML- 236B). Infine, nel 1979, Hoffman e colleghi, nei laboratori della MS&D, isolarono da un ceppo del fungo Aspergillus Terreus, la prima statina d’impiego clinico: lovastatina. I ricercatori tuttavia, mentre mettevano a punto lovastatina, continuarono a lavorare alla sintesi di altri inibi- tori più potenti e ne sintetizzarono uno, derivato da un prodotto di fermentazione dell’Aspergillus Terreus, che fu designato come MK-733, che in seguito venne battezzato simvastatina. La Sve- zia fu il primo paese del mondo in cui il farmaco venne commercializzato (1988), nel 1991 venne approvato dall’FDA e la commercializzazione in USA iniziò nel 1992. Comincia così la lunga e gloriosa storia di un farmaco che ha cambiato la medicina moderna e, soprattutto, il destino clinico dei pazienti con ipercolesterolemia e/o malattie cardiovascolari. A distanza di tanti anni, simvastatina non solo mantiene intatte le sue prerogative, ma continua a proporre nuove possibili spiegazioni ai suoi effetti e nuovi campi d’utilizzazione. Nel cor- so degli anni infatti, si è scoperto che gli effetti UnA lUngA SToRIA ChE ConTInUA L’impiego clinico delle statine in Italia, pur con una serie di ritardi e di limitazioni, si è an- dato progressivamente affermando negli ultimi 10 -12 anni ma la storia di questi farmaci inizia molto tempo prima, a ben guardare addirittura negli anni ’50. È nei primi anni ’50 infatti che il biochimico Jesse Huff e i suoi colleghi inizia- rono a studiare la biosintesi del colesterolo. Nel 1956 nei laboratori della Merck Sharp & Doh- me, Karl Folkers, Carl Hoffman e altri isolaro- no, da un estratto di lievito, l’acido mevalonico. In seguito si dimostrò che l’acido mevalonico costituiva un componente intermedio della bio- sintesi del colesterolo. Nel 1959, alcuni ricer- catori del Max Plank Institute scoprirono final- mente l’enzima HMG-CoA reduttasi (compo- nente essenziale della produzione intracellulare di colesterolo). Questa fondamentale scoperta spinse molti ricercatori a cercare di sintetizzare farmaci in grado di bloccare questo enzima ipo- tizzando che si potesse così ridurre in maniera evidente la produzione di colesterolo. Questo tentativo si realizzò per la prima vol- ta nel 1976, quando Akira Endo riuscì a isolare Simvastatina. Una maggiorenne di belle speranze: tra clinica ed economia sanitaria 28 © SEEd Tutti i diritti riservati Farmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) favorevoli di simvastatina probabilmente non dipendono solo dalla riduzione dei livelli di co- lesterolo plasmatico, ma anche da modificazioni di altri parametri inizialmente neppure presi in considerazione. Moltissimi studi infatti sono stati pubblicati su quelli che vengono chiamati effetti pleiotropici e che aiutano a comprendere alcuni dei risultati ottenuti dai trial clinici. Si è poi osservato che in molti altri campi della me- dicina, anche non cardiovascolare, simvastati- na può o potrebbe trovare un utile impiego. A fronte della enorme mole di dimostrazioni della sua efficacia, simvastatina, come tutte le altre molecole dello stesso gruppo, viene prescritta molto meno di quanto sarebbe giusto e i tratta- menti sono spesso discontinui ed eseguiti con dosaggi inferiori al necessario. In parte questi fenomeni sono attribuibili ai costi della terapia che, con l’avvento delle preparazioni equiva- lenti, si ridurranno sensibilmente. ASpETTI dI fARmACologIA ClInICA Nella Tabella I sono riportati i principali parametri cinetici delle statine correntemente utilizzate [1]. Si può osservare come simvastatina sia una molecola lipofila, dunque con elevata diffusione nelle membrane tissutali. Dopo somministrazio- ne orale raggiunge il suo picco plasmatico tra 1,30 e 2,40 ore, ed è legata per oltre il 90% alle proteine plasmatiche. Simvastatina, essendo un profarmaco, necessita di una trasformazione a livello epatico per divenire biologicamente attiva. La sua eliminazione è prevalentemente fecale. Essa non subisce interferenze da parte del cibo. Più interessanti per il clinico sono naturalmente gli effetti che essa produce sui lipidi circolanti. Effetti della simvastatina sui lipidi plasmatici Effetti sul colesterolo LDL (c-LDL) Gli studi presenti in letteratura che ripor- tano l’effetto di simvastatina sul c-LDL sono molto numerosi e i risultati dipendono natural- mente dalla popolazione di pazienti che è stata studiata. Ci può quindi venire in soccorso una recente metanalisi condotta sugli studi control- lati [2] che ha valutato gli effetti medi indotti da dosi crescenti di simvastatina sui livelli di c-LDL (Figura 1). Tabella I Principali dati cinetici relativi alle statine attualmente disponibili (modificata da [1]). I parametri riportati in Tabella sono relativi a una dose orale di 40 mg, eccetto per fluvastatina RP (80 mg) Figura 1 Riduzione percentuale del colesterolo LDL indotta da dosi crescenti di simvastatina (modificato da [2]) Parametro Atorvastatina Fluvastatina Fluvastatina RP Lovastatina Pravastatina Rosuvastatina Simvastatina Tmax (h) 2-3 0,5-1 4 2-4 0,9-1,6 3 1,3-2,4 Cmax (ng/ml) 27-66 448 55 10-20 45-55 37 10-34 Biodisponibilità (%) 12 19-29 6 5 18 20 5 Lipofilia Sì Sì Sì Sì No No Sì Legame con le proteine 80–90 >99 >99 >95 43–55 88 94–98 Metabolismo CYP3A4 CYP2C9 CYP2C9 CYP3A4 Sulfoconiugazione CYP2C9, 2C19 (in misura minore) CYP3A4 Metabolita Attivo Inattivo Inattivo Attivo Inattivo Attivo (circa 50%) Attivo Proteine di trasporto Sì No No Sì Sì/No Sì Sì T ½ (h) 15–30 0,5–2,3 4,7 2,9 1,3-2,8 20,8 2-3 Escrezione urinaria (%) 2 6 6 10 20 10 13 Escrezione fecale (%) 70 90 90 83 71 90 58 23 27 35 37 42 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 5 10 20 40 80 Dose giornaliera di simvastatina (mg) R id uz io ne c- LD L (% ) F. V. Costa, O. Zaniolo 29© SEEd Tutti i diritti riservatiFarmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) Tabella II Effetti delle varie statine sui lipidi circolanti (modificato da [3]) CT= colesterolo totale; c-LDL= colesterolo LDL; c-HDL= colesterolo HDL;TG= trigliceridi Figura 2 Variazioni indotte sul colesterolo totale (a) e sul colesterolo LDL (b), con varie statine. I numeri tra parentesi indicano il numero di pazienti studiati (modificato da [4]) Già alla dose di 5 mg si osserva un calo su- periore al 20% mentre alla dose massima, 80 mg/die, il calo medio raggiunge il 42%. Sono riduzioni di entità tale da consentire la norma- lizzazione di questo parametro nella stragrande maggioranza dei pazienti. Ma come si comporta simvastatina nel con- fronto con le altre statine in commercio? Nella Tabella II sono riassunti i dati relativi agli effetti medi sui lipidi plasmatici ottenuti con varie statine usate a differenti dosaggi nei principali studi controllati [3]. Si può osservare come gli effetti indotti da simvastatina sul c-LDL siano superiori a quelli ottenuti con fluvastatina, lovastatina e pravastatina, mentre riduzioni maggiori sono state ottenute con atorvastatina e, soprattutto, rosuvastatina. Occorre anche rilevare che simvastatina pare produrre aumenti del colesterolo HDL (c- HDL) e riduzioni dei trigliceridi (TG) un po’ superiori a quelli osservati con le altre statine. Su questo aspetto ritorneremo più avanti. Infine è importante ricordare che i dati di- sponibili su simvastatina sono numericamente assai superiori a quelli relativi alle altre mole- cole della stessa famiglia (Figura 2), essendo il numero di pazienti trattati di molte volte supe- riore a quello delle molecole più recenti (fino a venti volte). Come per tutte le altre statine, l’effetto sui lipidi circolanti è dose-dipendente ed è stato calcolato che a ogni raddoppio della dose si ha un ulteriore calo del c-LDL del 7%. Tale caratteristica è chiaramente visibile nella Ta- bella III [5]. Anche da questa tabella si evince che simva- statina consente di ottenere cali molto cospicui del c-LDL, anche se con molecole più recenti quali atorvastatina e rosuvastatina è possibile ottenere riduzioni ancora più marcate. In letteratura esistono tre studi che hanno confrontato gli effetti di 80 mg di simvastatina con quelli di 80 mg di atorvastatina [6-8]. Nel primo studio [6] effettuato su 826 pa- zienti, la riduzione di c-LDL indotta da ator- vastatina è stata un po’ superiore a quella di simvastatina (-53,6% vs. -48,1%; p<0.001), tuttavia un numero significativamente maggiore di pazienti ha accusato effetti indesiderati clini- ci (diarrea) e laboratoristici nel gruppo trattato con atorvastatina. In particolare la tossicità epatica (aumento di GPT di almeno 3 volte) è stata rilevata in 17 pazienti trattati con atorvastatina e solo in 2 trattati con simvastatina. Nel secondo studio [7] sono stati rando- mizzati 1.732 pazienti. Anche in questo caso la riduzione del c-LDL è stata maggiore con atorvastatina (-53% vs. -47%) eanche in questo studio la frequenza di effetti indesiderati e di drop-outs per reazioni avverse è stata maggio- re nel gruppo trattato con atorvastatina, anche se la differenza non raggiunge la significativi- tà statistica. Nel terzo studio [8], denominato STELLAR, si sono confermati i dati di maggior riduzione del c-LDL con atorvastatina mentre non sono emerse differenze nella tollerabilità. Occorre sottolineare tuttavia che questo studio Riduzione CT (%) Riduzione c-LDL (%) Aumento c-HDL (%) Riduzione TG (%) Atorvastatina 25-45 26-60 5-13 17-53 Fluvastatina 16-27 22-36 3-11 12-25 Lovastatina 16-34 21-42 2-10 6-27 Pravastatina 16-25 22-34 2-12 15-24 Rosuvastatina 33-46 45-63 8-14 10-35 Simvastatina 19-36 26-47 8-16 12-34 a) Variazioni indotte sul colesterolo totale 17 21 23 25 26 27 30 33 0 10 20 30 50 Fluvastatina 40 mg (376) Pravastatina 40 mg (8.716) Lovastatina 40 mg (3.743) Cerivastatina 0,4 mg (527) Simvastatina 40 mg (10.952) Atorvastatina 10 mg (1.107) Rosuvastatina 5 mg (510) Rosuvastatina 10 mg (495) Variazioni rispetto al baseline (%) Variazioni rispetto al baseline (%) b) Variazioni indotte sul colesterolo LDL 0 10 20 30 40 50 Fluvastatina 40 mg (376) Pravastatina 40 mg (8.716) Lovastatina 40 mg (3.743) Simvastatina 40 mg (10.952) Cerivastatina 0,4 mg (527) Atorvastatina 10 mg (1.107) Rosuvastatina 5 mg (510) Rosuvastatina 10 mg (495) 24 28 30 34 36 37 44 49 40 Simvastatina. Una maggiorenne di belle speranze: tra clinica ed economia sanitaria 30 © SEEd Tutti i diritti riservati Farmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) Tabella III Modificazioni dei lipidi plasmatici ottenute con varie statine in funzione della dose (modificata da [5]) è stato condotto in aperto e che la valutazione delle reazioni avverse è assai poco attendibi- le quando i disegni sperimentali non siano in doppio cieco. Resta inoltre da chiarire in quanti e quali soggetti, e a qual prezzo in termini economici e di tollerabilità, si renda necessario o almeno indicato ridurre i valori di colesterolo LDL di più del 40-50%. È infatti stato dimostrato [9] che in un fol- low-up di 26 anni, come evidenziato dalla Fi- gura 3, il 35% degli eventi coronarici si verifi- ca in soggetti i cui valori di CT non superano i 200 mg/ml e il 70% in soggetti con valori <250 mg/dl. Solo pochissimi sono quindi i pazienti in cui si rendono necessarie riduzioni estreme della colesterolemia. Raggiungimento degli obiettivi terapeutici Abbiamo già ricordato che simvastatina, tra i farmaci del suo stesso gruppo, è quella che vanta le maggiori esperienze in termini di pazienti studiati e uno dei parametri importanti per il clinico è senza dubbio la percentuale di pazienti che in corso di trattamento riescono a raggiungere i livelli di c-LDL consigliati dalle linee guida del National Cholesterol Education Program (NCEP) [10]. È stata quindi costruita una tabella che consente di calcolare nelle varie fasce di rischio e per varie classi di valori iniziali di c-LDL, la riduzione necessaria per raggiun- gere i valori consigliati (Tabella IV). Dalla Tabella IV si evince innanzitutto che il calo % di c-LDL necessario per raggiungere va- lori ottimali nelle varie classi di rischio dipende dai valori di partenza e dall’obiettivo finale. Si può anche osservare che cali superiori a quelli mediamente ottenuti con le dosi più elevate di simvastatina sono auspicabili solo nei rari sog- getti con valori iniziali di c-LDL superiori a 220 mg/dl e in cui si renda necessaria una riduzione al di sotto di 100 mg/dl. Tuttavia, dai dati esistenti in letteratura è molto difficile, se non impossibile, fornire dati attendibili, specie di confronto, sulle proba- bilità di raggiungere gli obiettivi con le varie statine. Molti studi infatti presentano pesanti limiti metodologici in quanto spesso si confrontano dosaggi di statine non comparabili, oppure non si raggiungono i massimi dosaggi consentiti. Statine (mg) Variazioni di lipidi e lipoproteine (%) Atorvastat. Simvastat. Lovastat. Pravastat. Fluvastat. Cerivastat. Totale LDL HDL Trigliceridi - 10 20 20 40 0,2 - 22 - 27 4-8 - 10-15 10 20 40 40 80 0,4 - 27 - 34 4-8 - 10-20 20 40 80 - - - - 32 - 41 4-8 - 15-25 40 80 - - - - - 37 - 48 4-8 - 20-30 80 - - - - - - 42 - 55 4-8 - 25-35 Figura 3 Distribuzione del colesterolo totale nei soggetti con cardiopatia ischemica (CHD) e senza cardiopatia ischemica (no CHD) [9] 70% di CHD si verifica in soggetti con CT <250 mg/dl Framingham Heart Study: 26 anni di Follow-up 35% di CHD si verifica in soggetti con CT <200 mg/dl Colesterolo totale (mg/dl) 250 300200150 CHD No CHD Tabella IV Riduzioni % dell’c-LDL necessarie per raggiungere i vari obiettivi terapeutici a seconda dei valori basali e dell’obiettivo consigliato (modificata da [10]) LDL-C basale 130 160 190 220 Riduzione percentuale per raggiungere gli obiettivi Target c-LDL (mg/dl) < 70 43% 56% 63% 68% < 100 23% 38% 47% 55% < 130 19% 32% 41% < 160 16% 27% F. V. Costa, O. Zaniolo 31© SEEd Tutti i diritti riservatiFarmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) In uno studio aperto [11] di confronto tra vari dosaggi di simvastatina e atorvastatina, ator- vastatina ha consentito il raggiungimento degli obiettivi NCEP in una maggiore percentuale di pazienti, ma la dose di 80 mg/die di simvastati- na non è stata utilizzata. Ciò è avvenuto anche in un altro studio testa a testa [12] in cui sono stati utilizzati 40 mg di atorvastatina e 40 mg di simvastatina , ma non 80 mg di simvastatina. L’abitudine di non raggiungere le dosi mas- simali è molto diffusa in letteratura, tanto che in dieci studi il farmaco risultato poi inferiore non è stato utilizzato al dosaggio massimo consen- tito. Un’analisi dei dati cumulativi di due studi in cui sono state confrontate rosuvastatina, pra- vastatina e simvastatina [13] riporta il raggiun- gimento dell’obiettivo nell’86% dei casi con rosuvastatina, nel 67% dei casi con simvastatina e del 47% dei casi con pravastatina. È chiaro tuttavia che l’ottenimento dei goal terapeutici, come ben evidenziato dalla Tabella IV, è funzione del tipo di popolazione arruolata. Se i pazienti hanno valori iniziali molto elevati e sono in una categoria di rischio elevatissimo che richiede riduzioni drastiche, atorvastatina e soprattutto rosuvastatina forniscono risultati migliori. La stragrande maggioranza dei pazienti tut- tavia, necessita di riduzioni che non superano il 40% e questo obiettivo può essere facilmente raggiunto da simvastatina. Aumento del colesterolo HDL Tra i vari parametri lipidici, il c-HDL è quello che meglio predice il rischio coronarico, ma è anche quello meno influenzabile con le te- rapie farmacologiche. In sei studi testa a testa progettati tuttavia per valutare il calo di c-LDL, simvastatina ha indotto un aumento del c-HDL superiore ad atorvastatina (da 10 a80 mg/die), mentre in altri 12 studi non sono state rilevate differenze significative [14]. Solo due studi sono stati progettati per va- lutare come obiettivo primario l’incremento di c-HDL prodotto da simvastatina e atorvasta- tina. Nel primo [15] entrambi i farmaci sono stati somministrati alla dose di 80 mg/die. Simvastatina ha prodotto un incremento del 5,6%, atorvastatina del 2,1%. Tale differenza non era tuttavia statisticamente significativa. Nel secondo studio [16] sono state confrontate dosi di 20 e 40 mg per atorvastatina e di 40 e 80 mg per simvastatina. L’incremento del c-HDL è risultato maggiore con simvastatina 40 mg vs. atorvastatina 20 mg (+9,1% vs. + 6,8%), e an- cora maggiore (+9,7% vs. +6,4%) nei soggetti trattati con le dosi più elevate (80 mg simvasta- tina, 40 mg atorvastatina). I dati dei confronti simvastatina - atorvasta- tina non sono quindi univoci, ma simvastatina è probabilmente superiore. Effetti sugli eventi cardiovascolari Questo è naturalmente l’aspetto di più rilevante per il clinico e la casistica relativa a simvastatina è di gran lunga la più numerosa. Come per le altre statine tuttavia, gli studi di confronto diretto tra statine sono pochissimi. In pazienti con storia d’infarto miocardico (studio IDEAL) [17], atorvastatina a dose eleva- ta (80 mg) e simvastatina a dose bassa (20 mg) producevano un identico risultato sull’endpoint primario (morte coronarica, ospedalizzazione per infarto acuto non fatale o arresto cardia- co con rianimazione). Tuttavia più pazienti in trattamento con atorvastatina hanno dovu- to sospendere la terapia per reazioni avverse (9,6% vs. 4,2%, p<0,001), e ci sono stati più casi d’aumento degli enzimi epatici e di mialgia con atorvastatina. Molto più consistenti sono le esperienze rispetto a placebo. Simvastatina, infatti, è stata protagonista di due grandi studi di prevenzione secondaria (4S e HPS) che rappresentano vere pietre miliari nella storia della terapia cardio- vascolare. Lo studio 4S Lo studio, controllato con placebo, ha ar- ruolato 4.444 pazienti d’età compresa tra 35 e 70 anni, prevalentemente maschi (81%) con storia d’infarto miocardico (71%), altri eventi coronarici (21%) o vasculopatie (3%) [18]. Il 5% dei pazienti era diabetico. I valori basali Tabella V Caratteristiche e risultati principali degli Studi 4S e HPS [18-19] * NNT = numero di pa- zienti da trattare per prevenire un evento coronarico c-LDL basale (mg/dl) Durata studio (anni) Riduzione c-LDL (%) NNT* eventi (%) 4S Simvastatina 20 mg coronaropatici Eventi/anno nel gruppo placebo = 5,2% 187 5,4 35 34 11 HPS Simvastatina 40 mg Malattie CV, diabete Vasculopatie Eventi/anno nel gruppo placebo = 2,1% 131 5,5 30 27 32 Simvastatina. Una maggiorenne di belle speranze: tra clinica ed economia sanitaria 32 © SEEd Tutti i diritti riservati Farmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) di colesterolo totale erano compresi tra 212 e 319 mg/dl. Simvastatina è stata somministrata alla dose di 20-40 mg/die per un periodo di 5,2 anni. Il trattamento con simvastatina ha ridotto il rischio di mortalità coronarica del 42% e di mortalità totale del 30%. Simvastatina ha anche ridotto il rischio di eventi coronarici maggio- ri (-34%) e d’infarto miocardico (-37%) così come il rischio di dover subire procedure di rivascolarizzazione coronarica (-37%). Inat- teso fu il rilievo di una consistente riduzione del rischio di eventi cerebrovascolari (-28%). L’entità della riduzione del rischio, come evi- denziato dalla Figura 4, è risultata indipenden- te dai valori basali di colesterolo totale e LDL (Tabella V). È importante osservare (Figura 5) che i be- nefici ottenuti con simvastatina sono risultati es- sere sovrapponibili nei pazienti più anziani (>65 a) e in quelli più giovani, in maschi e femmine, in ipertesi e normotesi [19,20]. Nei diabetici il vantaggio osservato è ancora maggiore con una riduzione del rischio di eventi coronarici mag- giori pari al 55%. Lo studio HPS Nello studio HPS [21,22], anch’esso con- trollato con placebo, sono stati studiati per 5 anni, 20.536 pazienti di età compresa tra 40 e 80 anni (media 64 anni) tutti a rischio elevato di eventi coronarici maggiori ma con c-LDL normale o solo modestamente elevato. Il 65% aveva una coronaropatia conclamata, il 27,3% era diabetico, il 16% aveva una storia di malattia cerebrovascolare, il 33% una va- sculopatia periferica, oltre il 40% ipertensione. I valori basali di c-LDL erano inferiori a 100 mg/dl nel 17% dei casi, compresi tra 100 e 130 mg/dl nel 34% dei casi e solo il 49% aveva va- lori superiori a 130 mg/dl. Lo studio ha dimo- strato che simvastatina 40 mg/die, producendo una riduzione media dell’c-LDL del 30%, riduce la mortalità totale (-13%) e coronarica (-18%), l’infarto non fatale (-38%) e l’ictus (-25%) e le procedure di rivascolarizzazione coronarica (-.30%) e non coronarica (-16%): nello stu- dio sono stati stabiliti due endpoints composti, uno relativo agli eventi coronarici fatali e non (ridotti del 27%) e uno relativo agli eventi va- scolari (ictus + rivascolarizzazioni coronariche e non), ridotto del 24%. Anche in questo studio i vantaggi ottenuti con simvastatina sono stati osservati indipendentemente da età, sesso, tipo di patologia cardiovascolare, tipo di trattamento concomitante, livelli basali di c-LDL e c-HDL (Tabella V). Anche nel sottogruppo di pazienti diabeti- ci (n = 5.963) gli endpoints coronarici si sono ridotti del 27% e si può prevenire un evento maggiore in 5 anni trattando 24 pazienti. Lo studio ha anche dimostrato che simva- statina non incrementa le morti non-cardiova- scolari e le neoplasie. Figura 4 Riduzione del rischio di eventi coronarici maggiori rispetto ai valori iniziali di c- LDL (Studio 4S) -35 -33 -32 -36 -40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 115-169 170-187 188-206  207 Valori basali c-LDL (mg/dl) R id uz io ne de lR is ch io pe r E ve nt iC or on ar ic iM ag gi or i( % ) Figura 5 Riduzione del rischio di eventi coronarici maggiori in funzione delle caratteristiche dei soggetti arruolati (Studio 4S) p<0,00001 n=1.814 p=0,01 n=407 p<0,0005 n=1.156 p<0,002 n=542 p<0,002 n=573 p=0,002 n=105 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 Uomini Donne Anziani Fumatori Ipertesi Diabetici R id uz io ne de lR is ch io pe r E ve nt iC or on ar ic iM ag gi or i( % ) -34 -35 -34 -31 -37 -55 Tabella VI Farmaci e sostanze (in ordine alfabetico) che potenzialmente interferiscono con le statine [3] Amiodarone Antistaminici Benzodiazepine Ciclosporina Digossina Eritromicina, azitromicina, claritromicina Fibrati (specialmente gemfibrozil) Fluconazolo, itraconazolo, ketoconazolo Fluoxetina Inibitori della HIV proteasi Nefazodone Niacina Sertralina Succo di pompelmo Tacrolimus Venlafaxina Verapamil Warfarin F. V. Costa, O. Zaniolo 33© SEEd Tutti i diritti riservatiFarmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) Lo studio HPS è molto importante in quan- to sottolinea la grande utilità della terapia con simvastatina in soggetti a rischio coronarico, anche quando i valori di c-LDL sono normali o solo moderatamente elevati. Studi in pazienti con sindromi coronariche acute Un solo studio controllato (A to Z) è sta- to eseguito con simvastatina [23] in confron- to con placebo. Simvastatina ha prodotto una riduzione degli eventi dell’11%, dato statisti- camente non significativo. Lo studio tuttavia soffre di problematiche legate ad un disegno sperimentale non soddisfacente. È importante ricordare che altri studi con statine sono stati effettuati in questo tipo di pazienti [24-28] e tutti, tranne due [24,27] hanno fornito risultati non significativi. Effetti pleiotropici Nel corso degli anni sono state descritte molte proprietà delle statine che vanno al di là del loro effetto sui lipidi plasmatici. Alcune di esse possono rivestire un ruolo rilevante nella capacità di protezione cardiovascolare, altre debbono essere validate, altre ancora possono aprire inedite utilizzazioni per questi farmaci. Simvastatina migliora la vasodilatazione endo- telio-mediata [29] e la disponibilità di monossi- do di azoto [30] contribuendo così a ripristinare la normale funzione endoteliale. Simvastatina esercita inoltre un’azione antiossidante sulle LDL [31] e un evidente effetto antinfiamma- torio, rilevato misurando i livelli di proteina C reattiva ad alta sensibilità (CRP) che in corso di trattamento si riduce del 23% [32]. La riduzione è rapida avvenendo entro 2 settimane, ed è indi- pendente dalla riduzione del colesterolo [33]. Un altro effetto in passato sottovalutato, ma che può contribuire in maniera sostanziale a spiegare taluni effetti delle statine (in primis la riduzione dell’ictus) è l’effetto antipertensivo. Una recente metanalisi [34] conferma l’ef- fetto antipertensivo delle statine con una ridu- zione media di 4 mmHg per la sistolica e 1,2 mmHg per la diastolica in soggetti con valori basali superiori a 130/80 mmHg, ma con cali tanto maggiori quanto più elevati sono i valo- ri basali. Questo effetto potrebbe essere coinvolto nel supposto effetto protettivo delle statine nei riguardi della demenza. Anche se studi controllati dovranno dimo- strarne l’efficacia, esistono attualmente una serie di osservazioni relative ai possibili effetti benefici in patologie quali il diabete, l’insuf- ficienza renale, lo scompenso cardiaco, la fi- brillazione atriale la demenza, le fratture, le infezioni, il glaucoma. Il vero problema da risolvere è costituito dal fatto che le linee guida vengono seguite solo in parte dai medici e i pazienti trattati, anche se sono aumentati nel tempo, sono meno di quel- li che dovrebbero essere; oltre a ciò, le terapie sono troppo discontinue e spesso si utilizzano dosi inadeguate [35-37]. Sicurezza della simvastatina La mialgia senza altri sintomi o alterazioni di laboratorio è il sintomo più comunemente descritto. Essa incide in una percentuale com- presa tra l’1% e il 5%, a seconda degli studi. Benché un isolato aumento della creatina fo- sfochinasi (CPK) sia relativamente comune, la miotossicità è evento molto raro e la rabdomio- lisi eccezionale. È noto che l’impiego di dosi molto elevate e la concomitante assunzione di fibrati e niacina o di altri farmaci che, come simvastatina, vengono metabolizzati per la via del citocromo P450 (Tabella VI) possono po- tenziarne la miotossicità. Basandosi su quanto osservato in studi controllati riferiti a 41.050 pazienti, si può stimare che la miopatia, definita come aumento sopra i valori normali del CPK, associato a diagnosi clinica del medico o a sin- tomi quali mialgie, astenia muscolare, gonfiore muscolare, si osservi mediamente nello 0,02%, 0,08% e 0,53% con dosi rispettivamente di 20, 40 e 80 mg/die . Percentuali, come si vede, bas- sissime. Quanto alla rabdomiolisi è evento del tutto eccezionale, con una frequenza calcolata per tutte le statine, di 0,15 eventi ogni milione di trattamenti [3,38]. L’epatotossicità è anch’essa evento raro, dato che un incremento di tre volte o più del- le transaminasi si osserva in circa l’1% pa- zienti. ASpETTI fARmACoEConomICI Cenni epidemiologici Le malattie cardiovascolari rappresentano da anni uno dei più importanti problemi di sa- nità pubblica, sia per la loro elevata prevalenza (Tabella VII) sia per i danni umani, sociali ed economici che spesso accompagnano la loro comparsa [39]. Le malattie cardiovascolari continuano a rappresentare la principale causa di morte, pro- vocando il 42% di tutti i decessi, con un con- tributo sostanziale da parte della cardiopatia ischemica e degli accidenti cerebrovascolari [40]. Secondo l’attuale speranza di vita media, esse sono responsabili della perdita di circa 300 mila anni di vita in persone in età produttiva (età inferiore a 65 anni) [41]. In Italia nel 2000 il tasso di incidenza degli eventi coronarici è stato di 227,3 ogni 100.000 uomini e di 97,9 ogni 100.000 donne [42]. Non è possibile delineare un quadro delle malattie cardiovascolari senza tenere conto del- la prevalenza e della distribuzione dei fattori di rischio che ne influenzano la comparsa. Simvastatina. Una maggiorenne di belle speranze: tra clinica ed economia sanitaria 34 © SEEd Tutti i diritti riservati Farmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) Fra di essi, il livello di colesterolemia rap- presenta uno dei target terapeutici principali sia in prevenzione primaria che secondaria. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare (OEC) il valo- re medio della colesterolemia della popolazione italiana compresa tra 35 e 74 anni è di 205 mg/dl negli uomini e 207 mg/dl nelle donne. Il 21% degli uomini e il 25% delle donne ha un valore della colesterolemia totale uguale o superiore a 240 mg/dl, mentre il 36% degli uomini e il 33% delle donne si trova in una condizione border- line (colesterolemia totale compresa fra 200 e 239 mg/dl). Il valore medio del colesterolo HDL è pari a 49 mg/dl negli uomini e a 58 mg/dl nelle donne. Il 62% degli uomini e il 61% delle donne mostra un livello del colesterolo LDL (c-LDL) maggiore di 115 mg/dl. Il 30% degli uomini e il 17% delle donne ha un livello elevato di tri- gliceridemia (maggiore di 150 mg/dl). Gli altri fattori di rischio sono così distribuiti fra la popolazione italiana: i fumatori costitui- scono il 30% degli uomini e il 21% delle don- ne, i pazienti diabetici il 9% degli uomini e il 6% delle donne, i soggetti ipertesi il 33% degli uomini e il 31% delle donne [43]. Costo delle dislipidemie Risulta molto complesso attribuire un costo specifico alle dislipidemie in quanto esse, così come altri fattori di rischio cardiovascolari, non costituiscono una condizione clinica che comporti di per sé consumo di risorse, dirette o indirette. Il maggior rischio di andare incon- tro ad evento cardiovascolare può influire in qualche modo sulla qualità di vita del paziente Patologia Ogni 100 persone residenti in Italia in una determinata fascia d’età 55-64 65-69 70-74 75-79 Più di 80 Totale (da 0 a più di 80) Malattie allergiche 8,4 9,3 9,0 7,4 7,3 10,7 Diabete 8,4 12,8 13,9 16,4 15,7 4,5 Cataratta 2,4 5,8 10,2 15,2 20,1 2,8 Ipertensione arteriosa 27,3 36,1 41,0 42,0 44,1 13,6 Infarto del miocardio 2,9 4,7 5,6 7,7 7,8 1,7 Angina pectoris 1,1 1,7 2,1 2,6 3,6 0,7 Altre malattie del cuore 3,9 7,4 9,8 12,3 16,8 3,2 Ictus 1,2 2,1 3,4 5,0 8,0 1,1 Bronchite cronica – enfisema 6,0 10,1 12,0 16,3 19,0 4,5 Asma bronchiale 3,4 4,8 5,9 7,3 8,5 3,5 Gravi malattie della pelle 1,2 1,6 1,7 1,5 1,2 1,1 Malattie della tiroide 6,0 5,4 6,0 4,6 4,0 3,2 Artrosi, artrite 33,9 49,6 54,5 55,5 67,4 18,3 Osteoporosi 9,6 14,4 17,8 20,1 23,9 5,2 Ulcera gastrica o duodenale 4,6 5,2 5,4 5,7 5,0 2,3 Calcolosi 4,1 4,6 5,1 5,0 4,9 2,2 Cirrosi epatica 0,5 0,7 0,7 0,9 0,3 0,3 Tumore 2,1 2,7 2,6 2,9 2,6 1,0 Cefalea o emicrania ricorrente 9,2 8,7 8,8 8,6 8,8 7,7 Parkinsonismo 0,2 0,5 0,7 1,7 3,1 0,3 Depressione e ansietà cronica 8,4 10,0 12,1 13,1 16,1 5,3 Altre malattie del sistema nervoso 1,0 1,5 1,6 1,7 2,5 1,0 Alzheimer 0,2 0,3 1,0 1,7 6,3 0,5 Altro 1,3 1,2 1,3 1,1 1,4 1,0 Tabella VII Popolazione secondo il tipo di malattia cronica dichiarata (Anno 2005). Per ragioni pratiche, considerato il tipo di paziente tipicamente colpito da disturbi cardiovascolari, sono riportate solo le fasce di età superiori a 55 anni (modificata da [39]) F. V. Costa, O. Zaniolo 35© SEEd Tutti i diritti riservatiFarmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) ma è difficilmente quantificabile come costo in senso stretto. Pertanto, il costo delle dislipide- mie può essere identificato, oltre che come la spesa sostenuta per il suo trattamento farmaco- logico, come una componente dei costi legati alla gestione della patologia cardiovascolare, in funzione della misura in cui questo fattore di rischio concorre al suo sviluppo. Il rischio cardiovascolare è dato però dal- la coesistenza di molteplici fattori e dalla loro reciproca interazione; risulta quindi macchi- noso stabilire una percentuale precisa di costi attribuibile ad ognuno di questi fattori. È forse più utile analizzare con quale meccanismo la correzione di un fattore di rischio, in questo caso le dislipidemie, possa influenzare il costo di malattia. La spesa per i disturbi cardiovascolari è costituita dai costi della prevenzione, legati soprattutto all’assistenza medica, agli esami di controllo e al trattamento farmacologico, e dai costi di gestione dell’evento acuto e delle sue conseguenze a lungo termine. Questi ultimi comprendono le spese di pronto soccorso e di ospedalizzazione, alle quali occorre sommare i costi di eventuali procedure di rivascolariz- zazione, in urgenza o in elezione, e i costi di riabilitazione post-evento. Secondo una recente stima, tali costi sani- tari direttamente legati alla malattia costitui- scono il 62% circa dei costi totali per disturbi cardiovascolari. Di questi, il 59% è attribuibile all’assistenza ospedaliera e solo il 27% a quella farmaceutica [44]. I disturbi cardiovascolari inducono anche un consumo di risorse indirette, dovuto principal- mente alla perdita di produttività (giorni di la- voro persi a causa dell’evento e cosiddetto lucro cessante in caso di decesso) e all’assistenza in- formale (cure prestate gratuitamente da familiari e volontari). La perdita di produttività causata dalla morbilità cardiovascolare e dalla morte prematura costituisce circa il 21% del costo to- tale di malattia, mentre l’assistenza informale è responsabile del 17% (calcolato attraverso la tecnica del costo-opportunità) [44]. Infine, la malattia cardiovascolare ha un for- te impatto sulla qualità di vita del paziente e del suo nucleo familiare, determinando importanti costi intangibili, difficilmente quantificabili. In che modo le dislipidemie e il loro tratta- mento possono influire sui costi elencati? Importanti trial hanno dimostrato l’efficacia del trattamento con statine nel ridurre la morta- lità cardiovascolare, gli eventi cardiovascolari maggiori e la probabilità di essere sottoposti a procedure di rivascolarizzazione; è quindi in- tuitivo che il potenziamento della prevenzione farmacologica può indurre, a fronte di un inve- stimento iniziale anche consistente, una signi- ficativa riduzione a lungo termine dei costi di gestione degli eventi acuti. In altre parole, se si riuscisse a consolidare la strategia preventiva, la variazione indotta nella struttura dei costi, con aumento della porzione di costo legata al- l’acquisto di farmaci a scapito di quella legata ai ricoveri, indurrebbe ragionevolmente una riduzione della spesa diretta totale. Inoltre, an- che la perdita di produttività e la necessità di ricorrere a cure informali subirebbero verosi- milmente una riduzione, senza contare il gua- dagno in termini di salute e di qualità di vita che ne deriverebbe. Dal rapporto nazionale del 2005 sull’uso dei farmaci in Italia emerge che il nostro Paese ha un andamento lievemente superiore al valore medio della UE per quanto riguarda la porzione di spesa per disturbi cardiovascolari legata ai costi farmaceutici (Tabella VIII) [45]. Nel 2005, in Italia i farmaci per l’apparato cardiovascolare costituivano il 34,6% della spe- sa farmaceutica pubblica (che corrisponde per l’anno considerato a 13.408 milioni di euro) e il 48,6% del consumo di farmaci (su un totale di 807 DDD/1000 abitanti/die) [45]. Più del 95% della spesa farmaceutica per tali disturbi è a carico del SSN di cui le statine co- prono più del 20% inducendo, per l’anno 2005, una spesa superiore a 900 milioni di euro. Anche nel 2006, sebbene il rapporto annuale non sia ancora stato completamente elaborato (dati disponibili solo per il periodo gennaio-set- tembre), le statine sono risultate il sottogruppo con spesa più elevata: fra queste atorvastatina è la molecola con maggiore spesa in assoluto; simvastatina si colloca invece al quarto posto. Per quanto riguarda i consumi esse ricoprono rispettivamente il quarto e l’ottavo posto nella lista dei primi trenta principi attivi [46]. Nonostante questi dati, la strategia preven- tiva a base di statine risulta ancora sottoutiliz- zata: meno del 50% dei pazienti con cardio- Tabella VIII Quota percentuale di spesa farmaceutica rispetto al totale della spesa sanitaria per disturbi cardiovascolari Spesa farmaceutica (%) Italia 26,5 Austria 18,3 Belgio 22,4 Finlandia 19,1 Francia 24,7 Germania 18,8 Grecia 25,3 Inghilterra 24,4 Irlanda 21,6 Portogallo 28,6 Spagna 23,0 Simvastatina. Una maggiorenne di belle speranze: tra clinica ed economia sanitaria 36 © SEEd Tutti i diritti riservati Farmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) patia ischemica (IMA e/o angina) riceve un trattamento ipolipemizzante [45]. Questo dato non rappresenta una novità; già l’anno prima, infatti, un’interessante indagine condotta dal- l’Istituto Superiore di Sanità sui dati raccolti per il campione di popolazione dell’Osserva- torio Epidemiologico Cardiovascolare (OEC) aveva evidenziato un notevole sottoutilizzo di questi farmaci in prevenzione sia primaria che secondaria [47]. Inoltre, anche fra i pazienti in terapia l’uti- lizzo è spesso inadeguato rispetto a quanto raccomandato dalle linee guida a causa delle problematiche tipicamente legate alle terapie preventive di lungo periodo. Mentre a livello di popolazione, infatti, l’abbattimento del nu- mero di eventi, e conseguentemente dei costi, ottenibile attraverso la riduzione del livello di colesterolemia è evidente e immediato, a livello individuale l’investimento in termini monetari e di qualità di vita (assunzione quotidiana di un farmaco) a fronte di risultati a lungo termine, che rappresentano un beneficio estremamente aleatorio, influisce negativamente sulla com- pliance e sulla persistenza in terapia, limitando fortemente i potenziali vantaggi clinici ed eco- nomici della prevenzione. Complessivamente il livello di compliance e di persistenza in terapia con statine è il più basso fra i farmaci utilizzati per la prevenzione cardiovascolare (compliance: antipertensivi > ipoglicemizzanti orali > acido acetilsalicilico > statine) [48]. Questo rappresenta un danno economico oltre che clinico, per evitare il qua- le è opportuno che il medico capisca e segua il più possibile le inclinazioni personali del paziente e che quest’ultimo sia informato det- tagliatamente sui rischi e i benefici ai quali si sta per sottoporre, in modo da poter effettuare, e quindi mantenere, una scelta maggiormente consapevole. Costo/efficacia di simvastatina Numerosi studi hanno indagato la costo/ef- ficacia delle statine. Riassumiamo in Tabella IX le principali valutazioni economiche condotte negli ultimi anni in cui simvastatina è stata con- frontata con placebo o con altre statine. In uno studio condotto dall’Heart Protec- tion Study Collaborative Group [49] il costo del trattamento con simvastatina equivalente di pazienti ad alto rischio è ampiamente bilanciato dai costi evitati per minor incidenza di eventi cardiovascolari in tutti i pazienti, eccetto quelli con rischio a 5 anni inferiore o pari al 12% e con età superiore a 70 anni. Attraverso estrapolazio- ne dei dati anche per pazienti con rischio inferio- re e caratteristiche diverse, rispetto a quelli del trial dal quale sono stati tratti i dati di efficacia, è emerso che il costo per YOL guadagnato (cioè per anno di vita - Year Of Life - guadagnato) va da 450 a 2.500 sterline (circa 660 e 3.670 euro) per pazienti con range d’età compreso fra 35 e 85 anni e rischio a 5 anni pari al 5%. Nell’ipo- tetico scenario in cui il farmaco equivalente sia sostituito con il farmaco brand il costo per anno di vita guadagnato risulta compreso in un range fra 2.610 e 9.260 sterline (circa 3.830 e 13.600 euro). La convenienza del trattamento aumenta all’aumentare del rischio e, a parità di rischio, diminuisce con l’età. In tutti i casi il trattamento ha mostrato un costo per anno di vita inferiore a quelli generalmente considerati costo/efficaci dal National Institute for Clinical Excellence (NICE). Infatti, pur non esprimendo il giudizio di convenienza esclusivamente sulla base di un valore soglia puntuale e costante, il NICE gene- ralmente considera costo/efficaci interventi con un costo per QALY (cioè per anno ponderato per la qualità di vita – Quality Adjusted Life Years) inferiore a 15.000 sterline(22.000 euro circa) [50]. In uno studio condotto da Pignone et al. [51] è stato osservato che l’uso di aspirina in pazienti di sesso maschile con un rischio di evento car- diovascolare a 10 anni pari a 7,5% è dominan- te rispetto al non trattamento; l’associazione aspirina/statina (simvastatina e lovastatina) ha invece indotto un costo per QALY guadagnato pari a 56.200 dollari (circa 41.580 euro), che si riduce a 33.600 e a 15.300 dollari (circa 24.860 e 11.300 euro) all’aumentare del rischio di evento cardiovascolare a 10 anni rispettivamente a 15% e 25%. Gli autori dello studio in conclusione considerano costo/efficace l’impiego di aspirina in caso di rischio superiore a 7,5% e dell’asso- ciazione in caso di rischio superiore a 10%. Il rapporto di costo/efficacia è risultato sensibile alla variazione del costo del farmaco. La relazione di proporzionalità fra rischio basale di evento cardiovascolare e convenienza del trattamento è stata confermata anche dallo studio condotto da Pickin e colleghi [52]. Da questa analisi è emerso un buon rapporto di costo/efficacia per pazienti in prevenzione se- condaria o con rischio annuale di evento almeno pari a 3,0%. Per queste due categorie di pazienti è stato calcolato un NNT (numero di pazienti da trattare per 5 anni per evitare un evento car- diovascolare) e un costo per YOL pari rispet- tivamente a 13 e a 20 e a 5100 e 8.200 sterline (circa 7.500 e 12.000 euro), valori simili a quelli di altre strategie attualmente rimborsate dal Si- stema Sanitario inglese. Uno studio svolto da Pilote e colleghi [53] aveva come obiettivo quello di indagare la porzione di popolazione per cui la terapia ipo- lipemizzante con statine fosse costo/efficace. Il valore assunto come soglia di convenienza è pari a 50.000 dollari per anno di vita risparmiato (circa 37.000 euro). Fra i pazienti con livello di colesterolo totale superiore a 6,2 mmol/L (cir- ca 240 mg/dl), il 28,7% delle donne e l’85,6% degli uomini in prevenzione primaria è risul- F. V. Costa, O. Zaniolo 37© SEEd Tutti i diritti riservatiFarmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) tato trattabile a un rapporto di costo/efficacia inferiore a tale soglia. I valori corrispondenti per la prevenzione secondaria sono risultati di 86,1% e di 99,8%. Abbassando il valore limite di colesterolo totale a 5,2 mmol/L le percentuali di convenien- za si sono ridotte a 18,4% e 77,1% per le donne e a 70,8% e 99,2% per gli uomini, rispettiva- mente in prevenzione primaria e secondaria. Il rapporto medio di costo/efficacia, considerando tutti i sottogruppi di pazienti eccetto quelli con età inferiore ai 40 anni, è risultato pari a 119.250 e 46.814 dollari (circa 88.200 e 34.600 euro) per le donne e a 56.419 e 31.000 dollari (circa 41.750 e 23.000 euro) per gli uomini, rispetti- vamente in prevenzione primaria e in preven- zione secondaria. Nel complesso, dagli studi revisionati emer- ge che simvastatina, così come le altre statine attualmente in commercio, riporta un costo per QALY o per anno di vita salvato non superiore a quello di numerose strategie preventive adottate nella pratica clinica di molti paesi industrializ- zati (ad esempio screening per tumore al seno) [49,51-60] (Tabella IX). Il buon rapporto di costo/efficacia mostrato da simvastatina risulta ancora più evidente nei casi in cui l’analisi è stata effettuata sul farma- co equivalente. Pur evidenziando differenze dovute al set- ting e ai costi considerati, un elemento che accomuna gli studi riportati in Tabella IX è rappresentato dal miglioramento del rapporto di costo/efficacia delle statine con l’aumentare del rischio basale del paziente trattato. Simvastatina, come gli altri inibitori dell’en- zima HMG-CoA reduttasi, è inserito nel pron- tuario dei farmaci di fascia A, ma la prescrizione a carico del SSN è limitata ai pazienti identificati dalla nota 13, cioè affetti da dislipidemie fami- liari, iperlipidemie non corrette dalla sola dieta indotte da farmaci o in pazienti con insufficienza renale cronica, ipercolesterolemia non corretta dalla sola dieta in soggetti con rischio a 10 anni di un primo evento cardiovascolare maggiore del 20% o in prevenzione secondaria (in caso di coronaropatia documentata, pregresso ictus, arteriopatia obliterante periferica, pregresso in- farto o diabete) [61]. La definizione di questi criteri ha come ra- zionale la correlazione fra rischio e convenien- za messa in evidenza dagli studi revisionati. La nota 13 rappresenta infatti un tentativo di individuare un livello di rischio tale per cui il costo farmacologico sia giustificato dai benefi- ci clinici attesi. Sotto un dato livello di rischio l’investimento per la strategia preventiva è con- siderato antieconomico per il Sistema Sanitario, che infatti non rimborsa il farmaco. Nel caso in cui un paziente potrebbe trar- re beneficio dalla terapia con statine, ma non soddisfa i requisiti per la rimborsabilità, potrà in accordo con il medico decidere di intrapren- dere la terapia ipolipemizzante e, quindi, di so- stenerne il costo. In questa situazione la convenienza del trat- tamento è semplicemente legata alla disponibi- lità del paziente a pagare per ridurre il proprio rischio di avere un evento cardiovascolare. Se il costo della terapia è inferiore a tale soglia, essa sarà considerata costo/efficace e il paziente, pre- sumibilmente, la adotterà. È dunque impossibi- le, in questo caso, dare una definizione univoca di convenienza: la willingness-to-pay dipende fortemente da fattori difficilmente standardiz- zabili, come la personalità dell’individuo, la sua condizione economica e culturale o il livello di consapevolezza di rischi, benefici e costi delle alternative disponibili, compresa la rinuncia al trattamento. Valorizzazione degli schemi terapeutici L’effetto della prevenzione con statine può essere valutata in modo differente a seconda che si consideri la strategia a livello di popolazione o a livello di singolo paziente. La strategia individuale mira a identificare, e quindi a trattare, i soggetti che all’interno di una popolazione corrono un rischio particolar- mente alto di cardiopatia ischemica. La strategia di popolazione mira invece a ridurre il numero complessivo di eventi cardiovascolari. Come osservato in precedenza, una larga percentuale di tali eventi (≅70%) si verifica in soggetti con livelli medi di colesterolemia (valori compresi fra 170 e 250 mg/dl) [62] che sarebbero ignorati da approcci di tipo individuale, ma che, essendo un gruppo molto consistente di pazienti, con- tribuiscono maggiormente rispetto ai pazienti ad alto rischio in termini di numero complessi- vo di eventi. Per tale ragione una riduzione su larga scala dei fattori di rischio, anche esigua, induce un beneficio collettivo sia in termini di vite salvate che in termini di costo, ma influisce limitatamente sul benessere, l’aspettativa di vita e il budget stesso del singolo. Le due strategie, individuale e di popolazio- ne, non devono però escludersi a vicenda, bensì l’uso corretto dell’una può migliorare l’effica- cia dell’altra. Per entrambe le strategie l’uso corretto del farmaco prevede che la terapia sia altamente individualizzata per ogni paziente: i soggetti con rischio particolarmente alto richie- dono una terapia aggressiva, mentre i pazienti con un livello medio di colesterolemia necessi- tano, per raggiungere il target, di una riduzione moderata del livello di colesterolo (ad esempio del 20-30% di c-LDL). La variabilità interindividuale della risposta alle statine e l’assenza di trial comparativi su end-point forti rende molto complessa la loro classificazione in termini di efficacia. Inoltre utilizzando i dati di efficacia estrapolati da studi clinici si corre il rischio di sovrastimare l’effetto terapeutico, principalmente a causa Simvastatina. Una maggiorenne di belle speranze: tra clinica ed economia sanitaria 38 © SEEd Tutti i diritti riservati Farmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) S tu d i O b ie tt iv o S o g g e tt i C a ra tt e ri s ti c h e C o s ti c o n s id e ra ti M is u re d i e ff ic a c ia R is u lt a ti p ri n c ip a li H ea rt P ro te ct io n S tu d y C o lla b o ra tiv e G ro u p , 2 00 6 [4 9] C o st o /e ffi ca ci a d i si m va st at in a eq u iv al en te ne lla p re ve nz io ne d i m o rt e p er c au se c ar d io va sc o la ri, ev en ti ca rd io va sc o la ri m ag g io ri no n fa ta li e al tr i ev en ti ca rd io va sc o la ri U o m in i e d o nn e (4 0- 80 a nn i) co n p at o lo g ia co ro na ric a, d is tu rb i ce re b ro va sc o la ri, a ltr i d is tu rb i o cc lu si vi a rt er io si , d ia b et e o ip er te ns io ne tr at ta ta ( ris ch io * fr a 12 % e 42 % ) M o d el lo d i M ar ko v F o nt e d at i d i e ffi ca ci a: tr ia l s vo lto s u 20 .5 39 p az ie nt i C o st i: U K P ro sp et tiv a: S S N O riz zo nt e te m p o ra le : d u ra ta d el la v ita ­ ­ ­ ­ ­ C o st o d el fa rm ac o eq u iv al en te e d i o sp ed al iz za zi o ne p er d is tu rb i ca rd io va sc o la ri G u ad ag no in a nn i d i v ita (Y O Ls ) C o st o p er Y O L g u ad ag na to : - 80 s te rli ne p er p az ie nt e ≥ 70 a nn i co n ris ch io * p ar i a 1 2% - in tu tt i g li al tr i c as i r an g e d i ris p ar m io n et to : 70 -1 01 0 st er lin e P ig no ne , 2 00 6 [5 1] C o st o /u til ità d i a sp iri na , st at in a (s im va st at in a/ lo va st at in a) , i d u e fa rm ac i in a ss o ci az io ne e n es su na te ra p ia , i n p re ve nz io ne p rim ar ia U o m in i d i 4 5 an ni se nz a p re g re ss i e ve nt i ca rd io va sc o la ri co n liv el lo d i r is ch io ** p ar i a 7 ,5 % M o d el lo d i M ar ko v F o nt e d at i d i e ffi ca ci a: tr ia l r an d o m iz za ti ed e q u az io ni d i F ra m in g h am C o st i: U S A P ro sp et tiv a: te rz o p ag an te O riz zo nt e te m p o ra le : d u ra ta d el la v ita (d o p o 1 0 an ni tu tt i i p z as su m er an no p er ò e nt ra m b i i fa rm ac i) ­ ­ ­ ­ ­ C o st o d i o sp ed al iz za zi o ne p er e ve nt o ca rd io va sc o la re , ria b ili ta zi o ne , v is ite e d es am i d i l ab o ra to rio , fa rm ac i G u ad ag no in a nn i d i v ita p o nd er at i p er la q u al ità d i v ita (Q A LY s) A sp iri na v s. n es su na te ra p ia è d o m in an te ; l’a ss o ci az io ne c o n st at in a p ro d u ce u n co st o /Q A LY g u ad ag na to d i 5 6. 20 0 d o lla ri B en ne r, 20 05 [5 4] C o st o /e ffi ca ci a d i si m va st at in a, a to rv as ta tin a, flu va st at in a, lo va st at in a (e q u iv al en te ), p ra va st at in a e ro su va st at in a, n el ra g g iu ng im en to d el ta rg et lip id ic o P az ie nt i c o n liv el lo d i c - LD L ≥ 16 0 m g /d l e < 25 0 m g /d l M o d el lo a na lit ic o d ec is io na le F o nt e d at i d i e ffi ca ci a: tr ia l r an d o m iz za ti C o st i: U S A P ro sp et tiv a: te rz o p ag an te O riz zo nt e te m p o ra le : 1 e 3 an ni ­ ­ ­ ­ ­ C o st o d ei fa rm ac i, as si st en za m ed ic a ed es am i d i l ab o ra to rio R id u zi o ne % d i c- LD L b as al e A u m en to % d i c- H D L b as al e % p az ie nt i c h e ra g g iu ng o no il ta rg et ­ ­ ­ S im va st at in a è d o m in at a d a at o rv as ta tin a e d a ro su va st at in a C o st o /e ffi ca ci a in cr em en ta le d i s im va st at in a: 5 .9 50 d o lla ri vs . l o va st at in a, 1 .4 09 d o lla ri vs . p ra va st at in a, 5 .6 76 d o lla ri vs . flu va st at in a p er p z a ta rg et B ra nd le , 2 00 3 [5 5] C o st o in cr em en ta le d i si m va st at in a, a to rv as ta tin a, lo va st at in a, fl u va st at in a e p ra va st at in a, in p re ve nz io ne p rim ar ia d i ev en ti ca rd io va sc o la ri m ag g io ri P az ie nt i c o n d ia b et e e c- LD L ≥ 1 00 m g /d l A na lis i d ei c o st i F o nt e d at i d i e ffi ca ci a: tr ia l r an d o m iz za ti e lin ee g u id a C o st i: U S A P ro sp et tiv a: a ss ic u ra zi o ni s an ita rie O riz zo nt e te m p o ra le : 1 an no ­ ­ ­ ­ ­ C o st o in cr em en ta le : fa rm ac i + e sa m i d i la b o ra to rio + g es tio ne ef fe tt i c o lla te ra li + co st o e ve nt i a cu ti co n te ra p ia c o n st at in e – co st o e ve nt i a cu ti se nz a te ra p ia c o n st at in e - C o st o in cr em en ta le a nn u al e/ p az ie nt e si m va st at in a vs . n o tr at ta m en to : 85 0 d o lla ri p er c -L D L b as al e co m p re so tr a 10 0- 12 9 m g /d l 1. 47 0 d o lla ri p er c -L D L b as al e ≥ 13 0 ­ ­ P ic ki n, 1 99 9 [5 2] C o st o /e ffi ca ci a d i si m va st at in a in p re ve nz io ne ca rd io va sc o la re p rim ar ia e se co nd ar ia in fu nz io ne d el li ve llo d i r is ch io ca rd io va sc o la re P az ie nt i s u d d iv is i i n 4 so tt o g ru p p i i n fu nz io ne d el r is ch io a nn u o : 4, 5% e p re ve nz io ne se co nd ar ia 3, 0% 2, 0% 1, 5% ­ ­ ­ ­ A na lis i d i c o st o /e ffi ca ci a F o nt e d at i d i e ffi ca ci a: tr ia l r an d o m iz za ti C o st i: U K P ro sp et tiv a: S S N O riz zo nt e te m p o ra le : d u ra ta d el la v ita ­ ­ ­ ­ ­ C o st o d i s im va st at in a; C o st o p er e ve nt i e p ro ce d u re ca rd io va sc o la ri G u ad ag no in a nn i d i v ita (Y O Ls ) C o st o /Y O L “l o rd o ”: d a 5. 10 0 a 12 .5 00 s te rli ne a l d im in u ire d el ris ch io d a 4, 5% a 1 ,5 % C o st o /Y O L al n et to d i c o st i ris p ar m ia ti p er e ve nt i e vi ta ti: d a 4. 30 0 a 11 .8 00 s te rli ne a l d im in u ire d el ris ch io d a 4, 5% a 1 ,5 % M ill er , 2 00 5 [5 6] C o st o /b en ef ic io d i si m va st st in a, ro su va st at in a, at ro va st at in a, p ra va st at in a, ne l r ag g iu ng im en to d el ta rg et li p id ic o U o m in i e d o nn e co n p iù d i 1 8 an ni e ip er co le st er o le m ia M o d el lo d i a na lis i d ec is io na le F o nt e d at i d i e ffi ca ci a: tr ia l S TE LL A R C o st i: U S A P ro sp et tiv a: te rz o p ag an te O riz zo nt e te m p o ra le : 1 an no ­ ­ ­ ­ ­ C o st o d el fa rm ac o Va lo re m o ne ta rio d ei b en ef ic i in d o tt i d al tr at ta m en to (w ill in g ne ss -t o - p ay ) R o su va st at in a ris u lta a ve re m ig lio r ef fe tt o s u l p ro fil o li p id ic o c o n m in o r co st i F. V. Costa, O. Zaniolo 39© SEEd Tutti i diritti riservatiFarmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) Ta b e ll a I X O b ie tti vi , m et o d i e r is ul ta ti d el le p rin ci p al i v al ut az io ni e co no m ic he s vo lte s ul tr at ta m en to c o n st at in e (c o m p re sa s im va st at in a) p ub b lic at e ne g li ul tim i a nn i * R is ch io a 5 a nn i d i e ve nt o c ar d io va sc o la re m ag g io re a ll’ in iz io d el tr at ta m en to ** R is ch io a 1 0 an ni d i e ve nt o c ar d io va sc o la re m ag g io re a ll’ in iz io d el tr at ta m en to C V D = d is tu rb i c ar d io va sc o la ri; T C = c o le st er o lo to ta le W ar d , 2 00 7 [5 7] C o st o /e ffi ca ci a d el la te ra p ia c o n st at in e in p re ve nz io ne p rim ar ia e se co nd ar ia P az ie nt i c o n (o a r is ch io d i) d is tu rb i c ar d io va sc o la ri M o d el lo d i M ar ko v F o nt e d at i d i e ffi ca ci a: m et an al is i d i 3 1 st u d i r an d o m iz za ti co nt ro lla ti C o st i: U K P ro sp et tiv a: S S N O riz zo nt e te m p o ra le : d u ra ta d el la v ita ­ ­ ­ ­ ­ C o st i s an ita ri d ire tt i G u ad ag no in a nn i d i v ita p o nd er at i p er la q u al ità d i v ita (Q A LY s) C o st o /Q A LY p re ve nz io ne p rim ar ia : d a 20 .0 00 a 2 7. 50 0 st er lin e (u o m in i) d a 21 .0 00 a 5 7. 00 0 (d o nn e) , a se co nd a d el r is ch io c ar d io va sc o la re C o st o /Q A LY p re ve nz io ne s ec o nd ar ia : d a 10 .0 00 a 1 7. 00 0 st er lin e, ris p et tiv am en te p er p z d i 4 5 e 85 a nn i O h sf el d t, 20 06 [5 8] C o st o /e ffi ca ci a d i s im va st at in a, ro su va st at in a, a to rv as ta tin a e ne l r ag g iu ng im en to d el ta rg et li p id ic o P az ie nt i co n et à fr a 18 e 79 a nn i c o n p at o lo g ia co ro na ric a o fa tt o ri d i ris ch io e q u iv al en ti (e s. d ia b et e) M o d el lo d i a na lis i d ec is io na le F o nt e d at i d i e ffi ca ci a: s tu d io re tr o sp et tiv o C o st i: U S A P ro sp et tiv a: te rz o p ag an te O riz zo nt e te m p o ra le : 1 an no ­ ­ ­ ­ ­ C o st o d el fa rm ac o e d el la s u a tit o la zi o ne R id u zi o ne c -L D L % p az ie nt i c h e ra g g iu ng o no ta rg et li p id ic o ­ ­ R o su va st at in a in d u ce m ag g io r rid u zi o ne c -L D L a u n m in o r co st o Q u an d o v ie ne c o ns id er at o il p re zz o d i s im va st at in a eq u iv al en te , a nz ic h é q u el lo d el fa rm ac o b ra nd , e ss a ris u lta il fa rm ac o a m in o r co st o S m ith , 2 00 3 [5 9] C o st o /e ffi ca ci a d i si m va st at in a, a to rv as ta tin a, flu va st at in a, lo va st at in a e p ra va st at in a ne l ra g g iu ng im en to d el ta rg et lip id ic o P az ie nt i c o n c- LD L al m en o 3 0 m g /d l o ltr e il ta rg et s tr at ifi ca to p er i fa tt o ri d i r is ch io e tr ig lic er id i a d ig iu no < 4 00 m g /d l A na lis i e co no m ic a o ss er va zi o na le n el co rs o d i s tu d io c lin ic o F o nt e d at i d i e ffi ca ci a: s tu d io c lin ic o C o st i: U S A P ro sp et tiv a: te rz o p ag an te O riz zo nt e te m p o ra le : 54 s et tim an e ­ ­ ­ ­ ­ C o st o d el fa rm ac o , vi si te , e sa m i d i la b o ra to rio , v is ite d i m ed ic in a d ’u rg en za , o sp ed al iz za zi o ne R id u zi o ne c -L D L % p az ie nt i c h e ra g g iu ng o no ta rg et li p id ic o al la d o se in iz ia le ­ ­ A to rv as ta tin a d o m in a le a lte rn at iv e; si m va st at in a d o m in a flu va st at in a, lo va st at in a, p ra va st at in a P ilo te , 2 00 5 [5 3] C o st o /e ffi ca ci a d i s im va st at in a in p re ve nz io ne p rim ar ia e se co nd ar ia P az ie nt i c o n et à fr a 30 e 7 4 an ni c o n C V D (p re ve nz io ne s ec o nd ar ia ) o s en za C V D ( p re ve nz io ne p rim ar ia ) M o d el lo d i M ar ko v F o nt e d at i d i e ffi ca ci a: C an ad ia n H ea rt H ea lth S u rv ey , l et te ra tu ra C o st i: C an ad a P ro sp et tiv a: S S N O riz zo nt e te m p o ra le : d u ra ta d el la v ita ­ ­ ­ ­ ­ C o st o d el fa rm ac o , o sp ed al iz za zi o ne , vi si te m ed ic h e, e sa m i d i l ab o ra to rio G u ad ag no in a nn i d i v ita (Y O Ls ) P o rz io ne d i p o p o la zi o ne p er c u i i l tr at ta m en to è c o ns id er at o co st o /e ffi ca ce : p re ve nz io ne p rim ar ia d o nn e 28 ,7 % p re ve nz . s ec o nd ar ia d o nn e 86 ,1 % p re ve nz io ne p rim ar ia u o m in i 8 5, 6% p re ve nz . s ec o nd ar ia u o m in i 9 9, 8% ­ ­ Ta rr ag a- Lo p ez , 2 00 5 [6 0] C o st o /e ffi ca ci a d i si m va st at in a, a to rv as ta tin a, flu va st at in a e p ra va st at in a in p re ve nz io ne p rim ar ia d i ev en ti ca rd io va sc o la ri P az ie nt i c o n el ev at i l iv el li d i c o le st er o lo e u no o p iù fa tt o ri d i r is ch io ca rd io va sc o la re ( no e ve nt i p re g re ss i) A na lis i e co no m ic a o ss er va zi o na le n el co rs o d i s tu d io c lin ic o F o nt e d at i d i e ffi ca ci a: s tu d io c lin ic o C o st i: S p ag na P ro sp et tiv a: S S N O riz zo nt e te m p o ra le : 6 m es i ­ ­ ­ ­ ­ C o st o d el fa rm ac o , vi si te m ed ic h e, e sa m i d i l ab o ra to rio % p az ie nt i c h e ra g g iu ng o no il ta rg et li p id ic o A to rv as ta tin a d o m in a le a lte rn at iv e; si m va st at in a d o m in a p ra va st at in a e in d u ce u n co st o in cr em en ta le p er p az ie nt e a ta rg et d i vs . f lu va st at in a d i 1 .1 33 ,1 e u ro Simvastatina. Una maggiorenne di belle speranze: tra clinica ed economia sanitaria 40 © SEEd Tutti i diritti riservati Farmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) della selezione dei pazienti e della compliance più elevata. Tuttavia, i risultati di uno studio retrospet- tivo di coorte che ha analizzato i dati clinici di 9.363 pazienti (raccolti da MMG britannici) con una prima prescrizione di statine (rosuvastatina, simvastatina, pravastatina e atorvastatina) [63], hanno indicato che nella prassi clinica reale l’ef- ficacia delle statine è simile a quella osservata nei setting sperimentali e che le differenze tra statine sono mantenute. I risultati di riduzione di c-LDL ottenuti con le varie dosi di statine in questa indagine sono affiancati in Tabella X ai relativi costi giornalieri. Questi ultimi sono calcolati in base al prezzo al pubblico delle confezioni più coerenti dal punto di vista po- sologico e con minor costo/compressa [64,65]. Per lovastatina, fluvastatina e rosuvastatina 5 mg, non considerate nello studio retrospetti- vo, sono stati utilizzati gli effetti riportati per questi farmaci dalla metanalisi svolta da Law e colleghi [2]. Per quanto riguarda il costo giornaliero del- la terapia, la recente scadenza del brevetto per il farmaco simvastatina e la conseguente im- missione sul mercato del farmaco equivalente non-brand ha indotto una riduzione del costo di acquisizione per il SSN, il quale rimborsa solo il prezzo di riferimento (rappresentato in questo caso dal prezzo del farmaco equivalen- te). La Legge n. 425 dell’8 agosto 1996, [66] impone, infatti, che il prodotto equivalente sia immesso sul mercato a un prezzo inferiore al- meno del 20% rispetto al farmaco originatore. L’azienda produttrice può ovviamente decidere di stabilire un prezzo ben inferiore rispetto al massimo prescritto, come è accaduto per simva- statina equivalente, il cui prezzo di immissione sul mercato è inferiore di quasi il 40% rispetto al farmaco brand. Per evidenziare tale differenza, in Tabella X sono stati riportati entrambi i prezzi, prima e dopo la scadenza brevettuale, di questo far- maco. I dati di efficacia riportati in Tabella X sono medi e, pertanto, validi a livello di popolazio- ne. A livello individuale, invece, è difficilmente prevedibile quale siano molecola e dosaggio con il miglior rapporto tra efficacia e tollerabilità, proprietà che dipendono dalle caratteristiche del paziente. Per tale ragione, nella maggioranza dei casi, l’individuazione dello schema terapeutico ottimale per il paziente richiede vari aggiusta- menti posologici o cambiamenti di principio attivo. Non è poi da trascurare l’elevata quota di pazienti dalla compliance scarsa o nulla. Nel momento di scelta della terapia è quindi raccomandabile, nell’ambito dei dosaggi e dei principi attivi potenzialmente in grado di otte- nere la riduzione c-LDL desiderata, tenere in Principio attivo Dose/die Riduzione c-LDL (%) Costo giornaliero al pubblico (euro) Fluvastatina 40 mg 27% 0,87 80 mg 33% 1,07 Lovastatina* 20 mg 29% 0,81 40 mg 37% 1,62*** Pravastatina* 20 mg 26,1% 1,21 40 mg 32,3% 2,33 Simvastatina* 20 mg 38,3% Pre-scadenza brevetto: 1,18 Post-scadenza brevetto: 0,61 40 mg 43,3% Pre-scadenza brevetto: 1,66 Post-scadenza brevetto:0,88 Atorvastatina* 10 mg 39,8% 0,99 20 mg 42,5% 1,56 40 mg 48,5% 1,56 Rosuvastatina** 5 mg 38% 0,89 10 mg 44,8% 1,03 Tabella X Riduzione percentuale del livello di c-LDL e relativo costo/giornaliero di terapia [64,65]; gli effetti riportati per lovastatina, fluvastatina e rosuvastatina 5 mg sono quelli rilevati dalla metanalisi svolta da Law e colleghi [2], a differenza delle altre molecole per cui la riduzione di c-LDL è stata misurata attraverso uno studio retrospettivo [63] * Molecole utilizzabili fino a un dosaggio di 80 mg/die; per ogni raddoppio della dose è stimata un’ulteriore diminuzione del livello c-LDL del 6% ** Molecola utilizzabile fino al dosaggio di 40 mg/die; per ogni raddoppio della dose è stimata un’ulteriore diminuzione del livello c-LDL del 6% *** Prezzo riferito a due compresse/die da 20 mg F. V. Costa, O. Zaniolo 41© SEEd Tutti i diritti riservatiFarmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) considerazione anche il profilo economico del farmaco: la scelta di iniziare la terapia con un farmaco a basso costo d’acquisizione permette di contenere l’investimento iniziale e di limitare gli sprechi dovuti a farmaci che hanno assorbito risorse senza produrre benefici (poiché non as- sunti per interruzioni del trattamento o switch a un’altra statina) [67]. Comparando le molecole in grado di dare indicativamente la stessa riduzione di c-LDL emerge che simvastatina equivalente è la mole- cola col minor costo giornaliero; essa rappresen- ta quindi una valida opzione per il trattamento di prima linea nei soggetti che richiedono una riduzione di colesterolemia pari a quelle ripor- tate in Tabelle per tale farmaco. Nel caso delle statine, responsabili di buona parte del consumo e della spesa farmaceutica pubblica, il risparmio indotto dall’introduzione di simvastatina equivalente, pari a 0,46 e 0,65 euro/die, acquista un ruolo determinante in ter- mini di budget impact per il SSN. Ad esempio, se si considera che per i primi nove mesi del 2006 il consumo di simvastatina è risultato pari a 17,4 DDD/100.000 abitanti/die [46] e si traspone tale consumo all’intero anno e all’intera popolazione italiana [68], si ottiene un consumo complessivo annuo di 3.712.945,436 DDD (1 DDD: 15 mg). Moltiplicando tale consumo per il prezzo pre-equivalente e per il prezzo rimborsato dal SSN dopo l’immissione in commercio del farmaco equivalente si può osservare un risparmio per il Sistema Sanita- rio superiore al milione di euro all’anno (da 1.088.523 a 1.603.992 euro a seconda della confezione di simvastatina utilizzata). Tale impatto sul budget acquista maggiore rilevanza se concepito come la possibilità di trattare un numero maggiore di pazienti senza influire sulla spesa, considerazione non trascu- rabile soprattutto in un paese, come il nostro, in cui, a causa dell’elevato tasso di invecchiamento della popolazione, un numero sempre maggiore di pazienti necessiterà di terapie cardiovasco- lari preventive. L’abbattimento dei costi di terapia rappre- senta un notevole vantaggio anche in termini di spesa farmaceutica privata: la disponibilità del farmaco equivalente ad un costo giornaliero inferiore può rappresentare per il paziente che non possiede i requisiti per la rimborsabilità, oltre che un notevole risparmio, uno stimolo in più ad intraprendere la terapia. La dinamica di abbassamento dei prezzi, tipica di un mercato concorrenziale, indurrà presumibilmente un’ulteriore riduzione del- la spesa farmaceutica relativa al trattamento con statine. Il farmaco brand, infatti, per non perdere quote di mercato, sarà probabilmente portato ad adeguare il suo prezzo a quello del- l’equivalente, innescando potenzialmente un meccanismo di ribasso che potrebbe influen- zare anche quello delle altre molecole. Inoltre la maggiore convenienza potrebbe indurre lo spostamento verso simvastatina di una quota delle prescrizioni relative a statine con costo di acquisizione maggiore. ConClUSIonI Le malattie cardiovascolari rappresentano da anni uno dei più importanti problemi di sanità pubblica, sia per la loro elevata prevalenza sia per i danni clinici e sociali che spesso accompa- gnano la loro comparsa. Esse continuano a rap- presentare la principale causa di morte, provo- cando il 42% di tutti i decessi, di cui la maggior parte riconducibili alla cardiopatia ischemica e agli accidenti cerebrovascolari. Fra i princi- pali fattori di rischio cardiovascolare, il livello di colesterolo ematico rappresenta da sempre uno dei principali parametri su cui si focalizza la strategia preventiva. In Italia, infatti, il 21% degli uomini e il 25% delle donne è ipercoleste- rolemico (valore di colesterolemia totale uguale o superiore a 240 mg/dl) e il 36% degli uomini e il 33% delle donne si trova in una condizione border-line (fra 200 mg/dl e 239 mg/dl). Per tale ragione la scoperta e l’immissione in commercio degli inibitori dell’enzima HMG- CoA reduttasi ha rappresentato una vera e pro- pria svolta per la medicina moderna e, soprattut- to, per il destino clinico di una buona porzione della collettività. Negli ultimi 10 -12 anni il loro impiego si è infatti largamente diffuso. Fra le statine disponibili sul mercato italia- no, simvastatina rappresenta una valida opzione terapeutica, avendo mantenuto nel tempo una buona competitività con le altre molecole ipo- lipemizzanti e continuando a proporre nuove possibili spiegazioni ai suoi effetti clinici. Nel corso degli anni infatti, si è scoperto che i suoi effetti favorevoli probabilmente non dipendo- no solo dalla riduzione dei livelli di colesterolo plasmatico, ma anche da modificazioni di altri parametri inizialmente non considerati, come la vasodilatazione endotelio-mediata e la disponi- bilità di monossido di azoto. Simvastatina eser- cita inoltre un’azione antiossidante sulle LDL e un evidente effetto antinfiammatorio. Per quanto riguarda gli effetti “classici” di questa classe di farmaci, simvastatina già alla dose di 5 mg induce una riduzione di c-LDL superiore al 20%, mentre alla dose massima, 80 mg/die, il calo medio raggiunge il 42%, con- sentendo la normalizzazione del parametro nella maggioranza dei pazienti. Cali superiori a quelli mediamente ottenuti con le dosi più elevate di simvastatina sono infatti auspicabili solo nei rari soggetti con valori iniziali di c-LDL superiori a 220 mg/dl e in cui si renda necessaria una ridu- zione al di sotto di 100 mg/dl. Per quanto riguarda l’effetto sul rischio car- diovascolare, i due grandi studi svolti su pazienti in prevenzione secondaria hanno dimostrato, in seguito a trattamento con simvastatina, una Simvastatina. Una maggiorenne di belle speranze: tra clinica ed economia sanitaria 42 © SEEd Tutti i diritti riservati Farmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) notevole riduzione della mortalità coronarica e totale. Simvastatina ha anche significativa- mente ridotto il rischio di eventi coronarici maggiori, di essere sottoposti a procedure di rivascolarizzazione coronarica e di eventi ce- rebrovascolari. Il farmaco, così come gli altri appartenen- ti alla classe terapeutica, ha mostrato un buon profilo di sicurezza. La mialgia, che è il sintomo più comunemente descritto, incide in una per- centuale compresa tra l’1% e il 5%, a seconda degli studi. La miopatia e soprattutto la rabdo- miolisi rappresentano eventi molto rari. In ambito economico si può osservare che i disturbi cardiovascolari sono i principali re- sponsabili della spesa sanitaria pubblica; fra i costi ad essi legati, quelli di ospedalizzazione rappresentano il capitolo di spesa più oneroso. Considerato che il trattamento delle dislipide- mie è risultato efficace nell’aumento della dura- ta e della qualità di vita grazie ad una riduzione degli eventi acuti, è ragionevole pensare che tale azione preventiva induca, nel lungo periodo, un risparmio sulle spese di gestione degli eventi cardiovascolari in grado di controbilanciare, almeno parzialmente, l’investimento farma- ceutico iniziale. Per indagare più a fondo il rapporto tra costi e benefici della terapia con statine nella prospet- tiva del Sistema Sanitario, sono state revisio- nate le principali analisi farmacoeconomiche pubblicate negli ultimi anni; il trattamento con simvastatina, e con le statine in generale, ha mostrato in molti casi un costo per anno di vita guadagnato non superiore a quello di molte cure o interventi attualmente rimborsati in Italia. Altro dato evidenziato in quasi tutti gli stu- di esaminati è l’aumento della convenienza del trattamento all’aumentare del rischio basale dei pazienti. Questo è il razionale su cui sono basati i criteri della nota 13. Sotto un determinato livello di rischio, in- fatti, il farmaco non è prescrivibile a carico del Sistema Sanitario Nazionale. In questo caso la costo/efficacia del trattamento dipende dalla disponibilità del paziente stesso a pagare per un’unità di beneficio, disponibilità che è alta- mente influenzata dalle caratteristiche peculiari del paziente stesso. Vantaggi e svantaggi della prevenzione con statine sono differenti a seconda che essa venga considerata come strategia individuale o come strategia di popolazione. La strategia individuale mira infatti a trattare i soggetti con rischio cardiovascolare particolarmente alto; la strategia di popolazione mira a diminuire su larga scala i fattori di rischio al fine di ridurre il numero complessivo di eventi cardiovascolari. Per migliorare l’efficienza di entrambe le stra- tegie è importante che la terapia sia altamente individualizzata. Sulla base dei dati di efficacia rilevati in vari studi, è stato possibile associare ad ogni dosaggio di ogni molecola una riduzione per- centuale di c-LDL e svolgere un confronto dei costi giornalieri delle posologie in grado di dare riduzioni simili. Con la recente scadenza del brevetto di simvastatina e la conseguente immissione sul mercato dell’equivalente non-brand il costo giornaliero del trattamento con questo farmaco si è ridotto del 40%; riduzione che indurrà un risparmio per il SSN di circa un milione di euro all’anno, calcolato sulla base delle DDD di simvastatina consumate durante l’anno 2005. Attualmente, comparando riduzioni di c- LDL dello stesso ordine di grandezza, simva- statina equivalente risulta la molecola col minor costo giornaliero di terapia. I dati di efficacia riportati in letteratura sono validi a livello di popolazione, mentre a livel- lo individuale le probabilità di successo non possono essere stabilite con sicurezza a priori e spesso, prima di raggiungere il target spera- to, occorre aggiustare ripetutamente la dose o cambiare principio attivo. È dunque razionale adottare il principio di convenienza per orientare la scelta della strategia terapeutica: comincia- re il trattamento con un farmaco a basso costo d’acquisizione permette di contenere l’investi- mento iniziale e di limitare gli sprechi dovuti a interruzione del trattamento o a switch ad altra molecola. Simvastatina attualmente rappresenta quindi una valida opzione terapeutica dotata, oltre che di un basso costo d’acquisizione, di una ricono- sciuta efficacia che continua a essere oggetto di studi e di approfondimenti. F. V. Costa, O. Zaniolo 43© SEEd Tutti i diritti riservatiFarmeconomia e percorsi terapeutici 2007; 8(1) BIBlIogRAfIA 1. 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