2005 6(1) 197Farmeconomia e percorsi terapeutici 2005; 6 (3) © SEEd Tutti i diritti riservati O. Zaniolo Forme galeniche e qualità di vita: il caso di tramadolo Orietta Zaniolo* ABSTRACT Tramadol is a weak opioid analgesic used for moderate to severe pain control in acute and chronic diseases. Two new formulations of tramadol are recently admitted for marketing: once-daily (OD) controlled-release and fast-release orodispersible tablets. OD tramadol with its special lipophilic matrix permits to prolong drug effect up to 24 hours with a steady-state bioavailability comparable to that of immediate-release formulations. The efficacy and safety of this formulation of tramadol was evaluated in several trials on patients with moderate to severe chronic pain from osteoarthritis. These studies show similar effect of OD tramadol compared to standard formulation in pain control, quality of sleep, physical and mental functions, dropouts due to insufficient therapeutic effect and adverse events. Specially in the elderly and in chronic pain patients, frequency and complexity of dosing regimen remarkably affects quality of life. Furthermore, several studies show that a high number of daily administrations is one of the main factors that reduce patient compliance. For these reasons, OD tablets of tramadol seem to improve quality of life and acceptability of the therapy. Tramadol orodispersible tablets are useful for acute pain control, in the titration phase and for breakthrough pain control in chronic diseases. The manifacturing process of this formulation allows for rapid disintegration (20-30 seconds), once placed into the mouth, secondary to contact with salivary enzymes. This property facilitates its administration (in every place, without need of water), primarily for people with difficulty in swallowing tablets. Furthermore, respect to drops, it decreases the risk of misdosage. A open, randomized crossover study shows that, even although the galenics of tramadol in orodispersible and conventional fast-release capsules are different, they are bioequivalent and have similar pharmacokinetic parameters. Keywords: tramadol, galenics, quality of life Farmeconomia e percorsi terapeutici 2005; 6 (3): 197-206 PROFILO *Centro di ricerche farmacoeconomiche - Advanced Research Srl INTRODUZIONE Mentre in passato gli eccipienti sono sta- ti considerati di importanza secondaria in quanto farmacologicamente inattivi, oggi vie- ne loro riconosciuto un importante ruolo, sia per migliorare e mantenere inalterate le pro- prietà fisico-chimiche, microbiologiche e tossicologiche, sia per modificare la cinetica del farmaco incrementando così la compliance del paziente. Nel trattamento del dolore, oltre alla scel- ta del principio attivo, la scelta della forma farmaceutica è particolarmente importante per ottimizzare efficacia, tollerabilità e aderenza alla terapia; ciò è particolarmente vero nel caso del dolore cronico, in cui la comodità dello schema posologico risulta fondamentale. Il paziente che soffre di dolore cronico ne- cessita, in genere, di una terapia antalgica che comprenda due tipi di formulazione. Una a lun- ga durata d’azione per la copertura analgesica di base e una ad azione immediata indicata nel- la fase di adattamento farmacologico, per ag- giustare in tal modo la dose terapeutica per ogni singolo paziente, e per controllare le esa- cerbazioni acute di dolore (breakthrough pain). Le principali linee guida internazionali racco- mandano che queste due azioni siano svolte dalla stessa molecola [1]. Negli ultimi anni le aziende hanno ideato nuove formulazioni per ottimizzare il rilascio e facilitare la somministrazione del farmaco in modo da interferire il meno possibile con la quotidianità del paziente e venire maggiormen- te incontro alle sue esigenze. Per quanto riguarda tramadolo, uno degli analgesici oppioidi minori più utilizzato, la for- mulazione più indicata nel trattamento del do- 198 Farmeconomia e percorsi terapeutici 2005; 6 (3)© SEEd Tutti i diritti riservati Forme galeniche e qualità di vita: il caso di tramadolo lore cronico è quella a rilascio controllato (SR). Come già accennato, accanto ad una terapia analgesica ad orari fissi, è necessario avere a disposizione lo stesso principio attivo in for- mulazione ad azione immediata per controllare il breakthrough pain. Le forme galeniche di tramadolo in com- presse a rilascio prolungato in monosommini- strazione giornaliera (ADAMON, VIATRIS) e in compresse orodispersibili (TRAFLASH, VIATRIS) sono state recentemente approvate per l’introduzione in commercio in Italia, per rispondere in modo più efficiente alle esigenze terapeutiche del dolore cronico ed acuto. Scopo di questo lavoro è quello di esami- nare più dettagliatamente queste due forme ga- leniche, la loro efficacia e le eventuali ricadute sulla qualità di vita correlate al loro utilizzo. TRAMADOLO CLORIDRATO A RILASCIO PROLUNGATO (ADAMON®) Particolarità della forma galenica Fino a qualche mese fa, tramadolo a rila- scio controllato (SR) era disponibile in com- mercio soltanto in formulazioni (capsule e com- presse a diversi dosaggi) la cui durata d’azio- ne richiedeva almeno due somministrazioni al giorno. Ogni capsula di tramadolo SR contiene da 90 a 370 microgranuli (a seconda dei diversi dosaggi) con un diametro di 1 mm. Ogni microgranulo è un’unità funzionale: costituito da un cuore neutro di amido, attorno al quale vi è uno strato intermedio di tramadolo solido rivestito da una membrana polimerica esterna che controlla il rilascio del principio attivo. I succhi gastrointestinali attraversano la mem- brana, dissolvono tramadolo e la risultante soluzione diffonde verso il liquido circostante con una cinetica controllata dalla membrana esterna. Le compresse SR usano invece un al- tro sistema di rilascio graduale: in questo caso il farmaco viene disperso nella matrice polime- rica. I polimeri (per il momento ci limitiamo a con- siderare quelli idrofili), a differenza di una qual- siasi sostanza solubile in acqua, quando en- trano in contatto con le molecole di H 2 O non si sciolgono in maniera immediata, bensì in tre fasi di dissoluzione: prima si rigonfiano a cau- sa della penetrazione delle molecole di acqua fra le maglie polimeriche, poi assumono la con- sistenza di gel e infine formano uno strato sa- turo di diffusione. Questo meccanismo di dis- soluzione rallenta la diffusione del farmaco. Essendo tramadolo altamente solubile in acqua, il suo passaggio attraverso il gel idrofi- lo risulta però abbastanza rapido, in modo da non permettere di ottenere una durata d’azio- ne più lunga di 14 ore. È stato dunque studiato un tipo di matrice lipofila (idrofobica) in cui disperdere il farma- co, per rallentare maggiormente il suo rilascio ed estendere il più possibile la sua durata d’azione. Semplificando, il procedimento avviene in questo modo: tramadolo, olio vegetale idrogenato (solitamente olio di ricino) e gli altri eccipienti vengono miscelati fino ad ottenere un composto omogeneo; la miscela viene scal- data in bagnomaria (85-90 ºC) con continua agitazione e lasciata raffreddare a temperatura ambiente. La massa solidificata viene setac- ciata, lubrificata e compressa. Il rivestimento, invece, è a base di lattosio, ipromellosa e macrogol 4000 (polietilenglicole). Questo tipo di tecnica farmaceutica ha di- mostrato di ritardare la dismissione del prin- cipio attivo; i motivi di questo fenomeno sono stati chiariti da uno studio svolto da Tiwari et al., in cui è stata testata la dissoluzione in vitro di compresse di tramadolo a rilascio con- trollato preparate secondo diverse formula- zioni [2]. Tramadolo è stato disperso in una matrice idrofila a base di ipromellosa (idrossi-propil- metilcellulosa) a diverse concentrazioni, nella stessa matrice addizionata di etilcellulosa (polimero idrofobico), in matrice lipofila a base di olio di ricino idrogenato e in matrici miste. Per ognuna di queste formulazioni è stata calcolata la percentuale di farmaco rilasciata nel tempo, con i seguenti risultati: - l’aumento della concentrazione di ipromellosa non rallenta in maniera signifi- cativa il rilascio di tramadolo; 0 20 40 60 80 100 120 0 4 8 12 16 20 Tempo (ore) % c u m u la ti v a d i fa rm a c o ri la s c ia to I L Figura 1 Rilascio di tramadolo da matrice idrofila e da matrice lipofila. I: idrofila, L: lipofila (modificata da Tiwari et al. [2]) 199Farmeconomia e percorsi terapeutici 2005; 6 (3) © SEEd Tutti i diritti riservati O. Zaniolo - l’addizione di etilcellulosa alla matrice idro- fila permette di prolungare il rilascio del far- maco fino a 14 ore (probabilmente renden- do più difficile la penetrazione delle mole- cole di solvente); - la matrice lipofila con olio vegetale idrogenato permette di prolungare il rila- scio in vitro del farmaco oltre le 20 ore (Fi- gura 1). Come si evince dalla Figura 1, la matrice idrofila rilascia pressoché il 100% del farmaco durante le prime 12 ore: da questo punto in poi infatti la curva mostra un plateau che identifi- ca una fase stabile in cui non sono passate in soluzione ulteriori particelle di farmaco. La cur- va rilascio/tempo relativa alla matrice lipofila invece, ha un andamento più graduale e mo- stra come solo dopo circa 20 ore il farmaco è stato completamente dissolto. Tale ritardo è dovuto alla tecnica farmaceu- tica: durante la compressione, l’olio vegetale forma un sottilissimo strato che avvolge uni- formemente ogni singola particella di farmaco ritardando il contatto fra molecole di solvente e tramadolo. Il rapido rilascio osservabile nelle primissi- me fasi di dissoluzione (circa il 30% nella prima ora) è probabilmente dovuto alla dissoluzione del farmaco presente sulla superficie della com- pressa. Profilo farmacocinetico Per questa nuova formulazione di tramadolo è indicata una posologia di 1 com- pressa ogni 24 ore [3]. Uno studio farmacocinetico ha confronta- to tramadolo a rilascio immediato (capsule da 50 mg assunte ogni 6 ore) con le compresse OD (Once-Daily) da 200 mg. Dai risultati riportati in questo studio è emerso che l’area sotto la curva concentrazio- ne plasmatica/tempo per le compresse OD è simile sia allo steady-state che dopo sommini- strazione singola, mentre il rapido assorbimen- to del farmaco in capsule a rilascio immediato (IR) comporta un accumulo non-lineare del far- maco, probabilmente dovuto alla saturazione degli enzimi epatici deputati al suo metaboli- smo [4]. Uno studio successivo ha confrontato le compresse OD da 200 mg e da 150 mg con le capsule a rilascio immediato da 50 mg assunte, a differenza dello studio precedente, ogni 8 ore (schema posologico utilizzato nella pratica clinica più frequentemente rispetto al prece- dente) [5]. Lo studio svolto su 22 volontari sani è stato condotto in aperto e utilizzando la tecnica del cross-over che prevede da parte di ogni soggetto reclutato di entrambe le forme farmaceutiche intervallate da un periodo di wash-out. I risultati di questo trial, in accordo con il precedente, rilevano che l’area sotto la curva della concentrazione plasmatica nell’arco del- le 24 ore è maggiore per la formulazione IR ri- spetto alle compresse OD; mentre l’intervallo di confidenza relativo alla biodisponibilità rien- tra nel range (80-125%) entro il quale due far- maci sono considerati convenzionalmente bioequivalenti. Il profilo farmacocinetico delle diverse for- mulazioni di tramadolo è descritto dalla curva della concentrazione plasmatica/tempo ripor- tata in Figura 2. Efficacia clinica Tramadolo a rilascio prolungato è indicato nel trattamento del dolore cronico da modera- to a grave, non maligno e maligno. Riassumiamo in Tabella I i risultati dei più recenti trial che hanno valutato l’efficacia e la tollerabilità di tramadolo OD in pazienti con dolore cronico di natura non maligna e, in par- ticolare, di tipo muscolo-scheletrico. Dall’analisi dello studio condotto da Babul et al. emerge che tramadolo OD, alla dose gior- naliera di 200-400 mg, induce un significativo effetto analgesico già rilevabile durante la pri- ma settimana di trattamento e mantenuto per tutta la durata dello studio [6]. I partecipanti hanno ricevuto una dose iniziale giornaliera di 100 mg, dal quarto al- l’ottavo giorno sono passati a una dose pari a 200 mg OD che è stata ulteriormente au- mentata a 300 mg OD o a 400 mg OD nei casi di insufficiente efficacia della dose inferiore. Figura 2 Concentrazione plasmatica di tramadolo allo steady-state in relazione al tempo per le tre formulazioni studiate (Modificata da Bodalia et al. [5]) 0 50 100 150 200 250 300 350 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 Tempo (h) successivo alla somministrazione C o n c e n tr a z io n e p la s ti c a (n g /m l) MEC Tramadolo OD 200 mg Tramadolo OD 150 mg Tramadolo IR 50 mg m a 200 Farmeconomia e percorsi terapeutici 2005; 6 (3)© SEEd Tutti i diritti riservati Forme galeniche e qualità di vita: il caso di tramadolo Tabella I Efficacia di tramadolo OD secondo i diversi studi revisionati *dose massima somministrabile 400 mg/die; # statisticamente significative; ITT: Intent-to-treat; VAS: visual analogic scale; WOMAC: Western Ontario and McMaster Universities; OA: Osteoartrosi; OD: tramadolo once-daily; P: placebo; IR: tramadolo a rilascio immediato; Pcs: Phisical Component Summary; Mcs: Mental Component Summary oidutS ongesiD itneizaP TTI eataruD aidemesod irtemaraP aicaciffeid idossaT onodnabba ilapicnirP itatlusir lubaB 4002 DOolodamarT .obecalp.sv oidutS ,otazzimodnar ,oceicoippodni -lortnoc-obecalp otal noczp642 ledisortraoetso eoihcconig ytisnetnIniaP mm04>SAV )mm001-0( ttes21 *eid/gm672 DOolodamart ytisnetnIniaPsitirhtrA- )mm001-0(SAV xednIAOCAMOW- 005-0(elacsbusniaP )mm lacisyhpCAMOW- -0(elacsbusnoitcnuf )mm007.1 oppurG %8,05:otattart oppurG :obecalp %4,84 ottepsiraidem#aznereffiD :enilesabla SAVytisnetnIniaPsitirhtrA- mm7,71:Pmm4,03:DO niapxednIAOCAMOW- mm0,96:Pmm1,021:DO lacisihPCAMOW- :Pmm0,704:DOnoitcnuf mm5,802 ailadoB 3002 DOolodamarT .svgm002 DOolodamart .svgm051 RIolodamart oidutS ,revossorc ,otazzimodnar .oceicoippodni noczp431 erolod ocisortraoetso annoloc( acna,elarbetrev )oihcconigo/e otaredom ididoirep3 otnemattart idatarudalled onu'linroig8-5 )mm001-0(SAVniaP- idoidemosu- osacniolomatecarap àtissecenid ledibrutsidazneuqerf- aditasuaconnos erolod aznes%4,91 eznereffid etnemacitsitats artevitacifingis idimehcserti otnemattart erocsniapid#enoizudiR- aznesisaciittutni itnemattartiart#eznereffid alleditnemomisrevidien opodeamirp(enoizarusim amirp,onittamledesodal eoiggiremopledesodalled )aresalled idosu#eznereffidoN- olomatecarap ledibrutsid#eznereffidoN- onnos ,reldA 2002 DOolodamarT olodamart.sv RI oidutS ,otazzimodnar ,oceicoippodni olellarapni noczp972 erolod ocisortraoetso annoloc( acna,elarbetrev )oihcconigo/e aotaredomad evarg idgg01-7 noitartit idttes4 enoizavresso #eznereffidoN esodalart atnussaaidem eudien *ippurg )mm001-0(SAVniaP- olomatecarapidosu- àtissecenidosacni ledibrutsidazneuqerf- aditasuaconnos erolod - ledelabolgenoizatulav )5a1ad(otnemattart %84:DO %25:RI nierocsniapidenoizudiR- oN.ippurgiibmartne itnemattartiart#eznereffid alleditnemomisrevidien alledamirp(enoizarusim opodeonittamledesod )aresalledesod idosu#eznereffidoN- olomatecarap ledibrutsid#eznereffidoN- otatulavonnah%56-onnos li)5-4(etnellecceoonoub #eznereffidon(otnemattart )ippurgeudiarf ,slasaC 4002 idaicaciffE DOolodamarT oidutS ,ocittepsorp elanoizavresso noczp709 ocinorcerolod ocigolocnonon aotaredomad evarg etnemlapicnirp( eaiglabmol )isortraoetso esem1 oeid/gm051 eid/gm002 )mc01-0(SAVniaP- :ipmac5(tsetnenittaL- azneuqerf,àtisnetni omusnoc,erolod eàtivitta,iciseglana :onruttonosopir )02-0oiggetnup atividàtilauq- 21FSoiranoitseuq adscP:oiggetnup( adscM;7,96a5,01 )1,27a4,7 %1,33 :#SAV- 13,7:ilasabirolav 19,3:DOesem1 :#tsetnenittaL- 30,21:ilasabirolav 7,7:DOesem1 21FS#eznereffiD- 26,5+:scP 21,3+:scM 201Farmeconomia e percorsi terapeutici 2005; 6 (3) © SEEd Tutti i diritti riservati O. Zaniolo Questo approccio, a differenza dei trial che utilizzano schemi posologici fissi, permette di svolgere una valutazione clinica più reali- sta, dal momento che nella pratica clinica cor- rente la dose viene “aggiustata” in base a variabili come la gravità del dolore, la rispo- sta del paziente, la tollerabilità, l’assunzione di farmaci concomitanti, ecc. Il numero di dropout è risultato simile nei due gruppi; le cause sono state però di natu- ra diversa: come facilmente intuibile, nel grup- po placebo la maggior parte degli abbandoni sono stati conseguenti ad insufficiente effet- to terapeutico, mentre nel gruppo trattato con tramadolo OD la causa più frequente di ab- bandono è stata la comparsa di effetti collaterali [6]. Due studi hanno posto a confronto la for- mulazione di tramadolo once-day con quella a rilascio immediato [5,7]. Nello studio con- dotto da Bodalia et al. [5], gli schemi posologici previsti comprendevano 150 mg di tramadolo OD e 200 mg di tramadolo OD somministrato in entrambi i casi al mattino e 50 mg di tramadolo a rilascio immediato somministrato mattino, pomeriggio e sera. Nello studio di Adler et al. invece, [7] i pazien- ti, durante un periodo di titration di 10 giorni, potevano aumentare la dose di tramadolo as- sunto (150 mg/die, 200 mg/die, 300 mg/die, 400 mg/die) fino al raggiungimento della dose minima sufficiente al controllo del dolore (non più di due assunzioni giornaliere di escape medication). In entrambi i trial, infatti, i partecipanti po- tevano assumere paracetamolo in caso di bi- sogno segnalando la frequenza e il dosaggio utilizzati. Non era, invece, ammesso l’uso di FANS o di altri analgesici. Gli outcome misurati comprendevano, ol- tre alla variazione del pain score e al grado di disturbo del sonno causato dal dolore, anche la misura con cui i pazienti richiedevano un effetto analgesico aggiuntivo. Nello studio svolto da Adler et al., la dose media di tramadolo assunta è stata simile nei due gruppi. Dai risultati di questi due trial non sono emerse differenze di efficacia statisticamente significative fra la formulazione OD e quella standard e gli score pain sono risultati simili in ognuno dei diversi momenti della giornata in cui avveniva la valutazione. Anche il consumo di paracetamolo è risultato simile. Il tasso di abbandono della terapia non ha mostrato differenze significative fra i grup- pi trattati, né in termini numerici né in rela- zione alle cause. L’unica differenza statisti- camente significativa è stata riportata dal gruppo trattato con 150 mg/die di tramadolo OD rispetto al gruppo ricevente tramadolo IR, in cui il numero dei pazienti che hanno abbandonato lo studio per comparsa di ef- fetti collaterali o per mancanza di efficacia è stato maggiore. In entrambi gli studi, gli eventi avversi più comuni sono stati nausea, stipsi, vomito, ca- pogiri, cefalea e sonnolenza; non ci sono state differenze statisticamente significative fra i gruppi trattati. Adler e colleghi hanno eviden- ziato inoltre una miglior compliance dei pazienti trattati con tramadolo OD. In uno studio osservazionale svolto da Casals et al., tramadolo OD ha dimostrato di avere un’influenza positiva sulla qualità di vita, sia per quanto riguarda l’attività fisica che le funzioni mentali. Il 16,8% dei partecipanti ha riportato effetti collaterali; di questi il 72,3% sono stati considerati lievi. Nausea e vomito sono state le reazioni avverse più comuni. Il 29,9% dei pazienti ha modificato il tratta- mento dopo una prima visita di valutazione (dopo una settimana di trattamento); di questi circa il 30% ha cambiato il farmaco, il 26% le dosi e il 12% ha associato un altro farmaco alla terapia con tramadolo. Nella visita seguente (dopo un mese di te- rapia) il 21% dei pazienti ha modificato il tratta- mento; circa il 24% di questi pazienti ha inter- rotto il trattamento con tramadolo. Le cause per cui si è reso necessario modificare la stra- tegia terapeutica sono da ricercare perlopiù nella mancanza di sufficiente efficacia. Fra i pazienti che hanno terminato il mese di trattamento con tramadolo, il 93% ha mo- strato una buona compliance alla terapia [8]. TRAMADOLO CLORIDRATO ORODISPERSIBILE (TRAFLASH®) Particolarità della forma galenica La formulazione di tramadolo orodispersi- bile a rilascio immediato, grazie a una partico- lare tecnica di preparazione, si dissolve rapi- damente a contatto con la saliva (in circa 20- 30 secondi) permettendo la sua assunzione anche senz’acqua o altri liquidi. La produzione di questa forma galenica implica l’utilizzo di due differenti procedimenti tecnologici. Il T-Mask® è un processo che per- mette di ricoprire granuli di tramadolo di circa 50 mm di diametro con un rivestimento polimerico in grado di mascherare completa- mente il naturale gusto amaro del principio attivo. Per una rapida dispersione è necessario che la compressa sia altamente porosa, ca- ratteristica che però la rende particolarmen- te fragile. Per mantenere elevate sia porosità che resistenza viene utilizzata la tecnologia Flashtab, mediante la quale i granuli rivestiti vengono compressi con specifici eccipienti in grado di tenere uniti i granuli (aumentan- do la resistenza) permettendo però la loro dispersione entro 30 secondi dal momento 202 Farmeconomia e percorsi terapeutici 2005; 6 (3)© SEEd Tutti i diritti riservati Forme galeniche e qualità di vita: il caso di tramadolo in cui essa entra in contatto con gli enzimi salivari; sempre in questa fase del processo vengono aggiunte particolari sostanze aro- matiche (nel caso di tramadolo per esempio aroma di menta) che rendono gradevole il gusto della compressa durante la sua disso- luzione [9]. Al termine della preparazione le compresse si presentano come tavolette rotonde con un diametro di circa 12 mm, bianche, con entram- be le superfici convesse. Proprietà farmacocinetiche La dose giornaliera di tramadolo orodisper- sibile deve essere adattata in base all’intensità del dolore e alla risposta clinica del singolo paziente. Nel dolore acuto la dose iniziale rac- comandata è di 50-100 mg; essa può essere seguita da dosi di 50 o 100 mg con frequenza non superiore a una dose ogni quattro ore e la durata della terapia deve essere stabilita se- condo l’esigenza terapeutica del singolo pa- ziente. Non si deve comunque superare la dose complessiva di 400 mg/die. In caso di dolore cronico, questa formulazione di tramadolo può essere assunta al bisogno per il trattamento del “breakthrough pain”. Le caratteristiche farmacocinetiche di tramadolo in compresse orodispersibili a rila- scio immediato sono state studiate in un trial di confronto con tramadolo standard in capsule. Il trial è stato condotto in aperto e con cross-over, su 20 volontari sani di età compre- sa tra i 18 e i 40 anni e con un peso prossimo a quello ideale (scarto non superiore al 15%). Ai partecipanti, assegnati ad una delle due sequenze in modo casuale, è stato chiesto di non assumere altri medicinali nei 14 giorni an- tecedenti lo studio e per tutta la sua durata. I pazienti hanno assunto il farmaco fra le 8.00 e le 9.00 del mattino, a digiuno e in orto- statismo. Per l’assunzione di tramadolo orodi- spersibile è stato chiesto ai partecipanti di te- nere la compressa in bocca fino alla sua com- pleta dissoluzione. Riportiamo in Tabella II i parametri farmacocinetici medi di tramadolo e del suo metabolita attivo ottenuti dall’analisi dei cam- pioni di sangue prelevati ai partecipanti al trial ad orari determinati durante le 24 ore successi- ve alla somministrazione. La massima concentrazione plasmatica di tramadolo e il tempo in cui essa viene raggiun- ta sono risultati molto simili dopo assunzione del farmaco orodispersibile e standard. L’area sotto la curva concentrazione/tempo è risulta- ta leggermente superiore per le compresse orodispersibili, ma questa differenza rientra nel range convenzionalmente assunto come limite di bioequivalenza (80-125%). Valori simili di T 1/2 nei due gruppi indicano che le due formulazioni non presentano mar- cate differenze in termini di distribuzione, me- tabolismo o escrezione. I dati relativi all’O-desmetil tramadolo sono più limitati (riferiti solo a 14 soggetti) a causa del fatto che in alcuni casi la sua concentrazio- ne plasmatica era inferiore al limite di quantificazione. Tuttavia le analisi statistiche dei dati disponibili rivelano che le due formu- lazioni possono considerarsi bioequivalenti anche in relazione alla disponibilità del metabolita di tramadolo. Ulteriori analisi hanno permesso di dimo- strare che dopo circa 40 minuti dall’assunzio- ne la concentrazione di principio attivo e del suo metabolita era più elevata con la compres- sa orodispersibile che con la capsula. Ciò per- mette di ipotizzare che un assorbimento pregastrico parziale, per esempio attraverso la mucosa orale, potrebbe determinare un più rapido instaurarsi dell’attività antalgica [9]. FORME GALENICHE E QUALITÀ DI VITA Il dolore cronico presente nelle malattie degenerative, neurologiche, oncologiche, spe- cialmente nelle fasi avanzate di malattia, assu- me le caratteristiche di una sofferenza globale in cui i sintomi fisici si uniscono a disagi psi- t xam )h( C xam )lm/gn( T 2/1 )h( CUA --0 ∞∞∞∞∞ )lm/hXgn( tset dradnats tset dradnats tset dradnats tset dradnats olodamarT 05,1 05,1 01,141 15,831 99,4 07,4 02,201.1 01,800.1 olodamartlitemsed-O 57,1 00,2 64,93 13,93 -- -- 10,103 02,803 Tabella II Parametri farmacocinetici medi di tramadolo e di O-desmetil tramadolo Test: tramadolo orodispersibile. Standard: capsule standard tramadolo 203Farmeconomia e percorsi terapeutici 2005; 6 (3) © SEEd Tutti i diritti riservati O. Zaniolo cologici e sociali che danneggiano notevol- mente la qualità di vita. Dati di prevalenza forniti dall’OMS indi- cano che, nel mondo, circa 17 milioni di per- sone sono affette da tumore [10], e di queste circa il 30% è portatore di dolore cronico; fra i pazienti in stadio avanzato la percentuale di quelli che soffrono di dolore cronico aumen- ta fino al 70%. Mentre il dolore cronico di origine oncologica è largamente studiato, quello di ori- gine non maligna viene tipicamente sottovalu- tato sia dalla classe medica che dalla comunità in generale, nonostante la sua elevata preva- lenza. Secondo il National Center for Health Statistic (NCHS) statunitense, nei paesi indu- strializzati circa il 23-25% della popolazione di età superiore ai 15 anni è affetta da osteoartrosi [11]; altre stime indicano che almeno il 15% della popolazione mondiale soffre di lombalgia [12]. Sempre secondo i dati riportati dal NCHS, il 30,6% dei soggetti in età lavorativa affetti da osteoartrosi è limitato da un punto di vista pro- fessionale a causa della patologia e del dolore ad essa associato [13]. La relazione tra dolore cronico, non mali- gno e maligno, e qualità di vita è stata indagata in numerosi studi e mediante strumenti diver- si: interviste, questionari con specifiche scale di valutazione (Pain Scale, la Pain Self-Efficacy Questionnaire, Back Performance Scale, ecc.) e registrazioni giornaliere (diari); in tutti i casi è stato dimostrato che il dolore cronico favori- sce la perdita di giornate lavorative, induce una diminuzione della produttività, intacca drasticamente vita sociale e familiare [14-16]. La produttività del paziente è ulteriormente in- fluenzata dal disturbo del sonno indotto dal dolore stesso. Per ridurre al minimo l’impatto negativo del dolore sulla qualità di vita non è suffi- ciente scegliere il principio attivo più adat- to dal punto di vista dell’effetto analgesico, occorre impiegare un farmaco che sia ben tollerato e verso il quale il paziente abbia una buona compliance; è importante cioè che si renda massima “l’efficienza della pre- scrizione” [17]. L’aderenza alla terapia può essere influen- zata, oltre che dall’inefficacia, da effetti collaterali particolarmente sgraditi al paziente o dal fatto che egli non percepisca la gravità della sua patologia, anche da un ritardato ef- fetto del farmaco o da un regime posologico complicato. La relazione fra compliance e numero di somministrazioni giornaliere è stato studia- to in diversi trial; nella maggior parte di essi la misura della compliance era basata sulle dichiarazioni del paziente, sul monitoraggio ematico, sul numero di prescrizioni o sul nu- mero di pillole rimaste all’interno della con- fezione. Spesso questi metodi non sono suf- ficientemente accurati e alcune indagini han- no dimostrato che, frequentemente, gli stes- si pazienti sovrastimano la loro compliance [18]. Una review pubblicata nel 2001 ha ana- lizzato 76 studi in cui è stata misurata l’ade- renza a terapia orale mediante monitoraggio elettronico (metodo mediante il quale viene rilevato il numero di volte in cui viene aperta la confezione di un determinato farmaco) [19]. Riportiamo in Tabella III i risultati riportati dagli autori. Come si può osservare in Tabella III vi è una correlazione inversamente proporzio- nale fra numero di somministrazioni giorna- liere e aderenza del paziente alla terapia pre- scritta. Tramadolo OD, grazie alla possibilità di somministrazione unica nelle 24 ore, per- mette di avvicinarsi maggiormente, rispetto alle formulazioni standard o alle capsule somministrate ogni 12 ore, alle esigenze del paziente; ciò è particolarmente auspicabile in caso di patologie, come quelle croniche non maligne e maligne, in cui generalmente la terapia prevede l’assunzione di più far- maci con schemi posologici non sempre so- vrapponibili. Questo effetto positivo sulla qualità di vita, come dimostrato dai trial riportati in Tabella I, è ottenibile senza dover rinunciare all’efficacia analgesica: i pazienti trattati con tramadolo OD infatti hanno riportato punteggi nelle scale analogiche di intensità del dolore, grado di di- sturbo del sonno e richiesta di effetto analgesico aggiuntivo (paracetamolo) del tut- to simili a quelli riportati dai pazienti trattati con formulazioni a rilascio normale. idN eid/inoizartsinimmos ottircserpocamraF otnussaetnemlaer 1 %41±%97 2 %51±%96 3 %61±%56 4 %02±%15 Tabella III Relazione fra numero di somministrazioni/die e aderenza alla terapia misurata come percentuale del farmaco prescritto realmente assunto 204 Farmeconomia e percorsi terapeutici 2005; 6 (3)© SEEd Tutti i diritti riservati Forme galeniche e qualità di vita: il caso di tramadolo L’insuccesso terapeutico di un farmaco do- vuto alla mancata compliance è anche un in- successo socio-economico: il farmaco viene sprecato, sostituito, dimenticato; inoltre il man- cato controllo del dolore disturba notevolmente il riposo notturno e in alcuni casi è causa di disturbi depressivi che, a loro volta, richiedo- no consumo di risorse aggiuntive, oltre ad in- taccare ulteriormente la vita professionale del paziente e, aspetto non trascurabile, del care- giver. L’effetto sulla qualità di vita ottenibile me- diante l’impiego di compresse di tramadolo orodispersibili è invece riconducibile alla sua maneggevolezza. Questa nuova formulazione nasce con l’obiettivo di essere impiegata sia nel tratta- mento del dolore acuto sia nel “breakthrough pain”; quest’ultimo come già accennato è un dolore improvviso e transitorio che emerge, in assenza di fattori scatenanti, dalla copertura analgesica di base in pazienti affetti da dolore cronico. Esso va distinto dal dolore acuto inci- dente, che è scatenato da particolari situazioni (es. tosse, cambi di postura, movimenti vari) [20]. Tali episodi dolorosi hanno frequenza va- riabile (da 1 a 6 al giorno) e durano 20-30 minu- ti. Secondo l’OMS, una frequenza superiore ai due episodi al giorno in molti casi indica la necessità di modificare la terapia di fondo [21]. Dal punto di vista epidemiologico, è stata registrata una notevole eterogeneità di risul- tati, come testimoniano numerosi studi con- dotti tra il 1990 e il 2003, nei quali la prevalen- za di dolore episodico intenso in pazienti oncologici risultava compresa tra il 19% e il 95%, un range molto ampio che verosimilmen- te riflette differenti criteri d’inclusione ed esclusione adottati [22]. Due recenti studi multicentrici italiani hanno riportato una pre- valenza di dolore episodico intenso, in malati oncologici, rispettivamente del 29,6% e del 32,4% [23,24]. In questi casi è necessario avere a disposi- zione un farmaco il cui effetto si esplichi velo- cemente e la cui dose possa essere variata sen- za difficoltà a seconda dell’intensità del dolo- re. Tramadolo in compresse orodispersibili da 50 mg può essere assunto ogni 4 ore per un massimo di 400 mg/die. Una peculiarità della terapia analgesica, specialmente nel trattamento di dolore acuto e improvviso, è rappresentata dal fatto che talvolta l’assunzione del farmaco si rende ne- cessaria in luoghi e tempi difficilmente prevedibili. In tale contesto, la maneggevo- lezza di un farmaco diventa una caratteristica in grado di influenzare, in modo spesso sot- tovalutato, le abitudini e la quotidianità del paziente. Tramadolo a rilascio immediato è, infat- ti, disponibile anche in gocce, la cui assun- zione però comporta alcuni problemi. Tale formulazione richiede che il paziente abbia sempre a disposizione acqua, o altri liquidi, e un contenitore pulito in cui introdurre il farmaco. Inoltre, il conteggio del numero di gocce, che per molti può sembrare un atto banale, per alcuni pazienti, specialmente se anziani, può essere fonte di preoccupazione e di erro- ri che conducono all’assunzione di dosi im- precise. Un altro problema spesso sottovalutato è quello della difficoltà che alcuni pazienti han- no ad inghiottire le compresse. In Norvegia è stata svolta un’indagine su 6.158 pazienti dalla quale è emerso, mediante la compilazione di un questionario, che circa il 26% degli intervistati ha problemi ad inghiotti- re le compresse [25]. Uno studio del 2004 ha stimato che circa il 40% della popolazione americana adulta ha, o ha avuto, problemi ad inghiottire capsule e compresse [26]. Considerato che una significativa percen- tuale di questi soggetti non ha seguito corret- tamente lo schema posologico prescritto a cau- sa di questo problema, appare evidente che problemi di deglutizione influenzano negati- vamente la compliance e il conseguente effet- to terapeutico. Anche nel trattamento analgesico post- operatorio in caso, ad esempio, di chirurgia oro-faringea, compresse o capsule standard possono risultare particolarmente difficili da deglutire. In questi casi avere a disposizione un far- maco completamente orodispersibile può faci- litarne l’assunzione e migliorare notevolmente l’aderenza alla terapia. CONCLUSIONI Quando la condizione patologica che pro- voca il dolore è cronica e in parte non aggredibile, il dolore diviene una vera e pro- pria sindrome con un pesante impatto sulla vita di relazione e sugli aspetti psicologici e il suo trattamento esige un approccio completo: fisico, mentale e culturale. Lo scopo di approntare due forme gale- niche innovative ad elevata tecnologia per una molecola collaudata da oltre 30 anni di utilizzo a livello mondiale come tramadolo è q u e l l o d i o t t i m i z z a r e u l t e r i o r m e n t e l a veicolazione del farmaco e facilitarne l’as- sunzione per ottenere sempre il massimo beneficio terapeutico. [9]. Tramadolo con la formulazione OD con- tribuisce ad aumentare la gamma delle possi- bilità terapeutiche antidolorifiche, in quanto permette di controllare il dolore da moderato a grave mediante un’unica somministrazione giornaliera mantenendo l’efficacia analgesica 205Farmeconomia e percorsi terapeutici 2005; 6 (3) © SEEd Tutti i diritti riservati O. Zaniolo BIBLIOGRAFIA 1. Control of pain in patients with cancer. A national clinical guideline. Scottish Intercollegiate Guidelines Network - National Government Agency [Non-U.S.]. 2000 Jun. 2. Tiwari SB et al. Controlled release formulation of tramadol hydrochloride using hydrophilic and hydrophobic matrix system AAPS Pharm Sci Tech 2003. 4(3). 3. Adamon - Riassunto caratteristiche del prodotto. 4. Roth SH. Efficacy and safety of tramadol HCl in breakthrough musculoskeletal pain attributed to osteoarthritis. J Rheumatol. 1998 Jul;25(7):1358-63. 5. Bodalia B. 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