29© SEEd Tutti i diritti riservatiFarmeconomia e percorsi terapeutici 2011;12(Suppl 2)

Epidemiologia, prevenzione 
e trattamento delle malattie 
cardiovascolari: evidenze dal 
database della medicina generale

questo contesto, i dati della medicina generale 
possono colmare la carenza informativa relati-
va alla diffusione delle malattie croniche nella 
popolazione potenzialmente assistibile. I MMG 
rappresentano infatti gli operatori sanitari più 
impegnati nell’identificazione e nella presa in 
carico dei soggetti affetti da patologie croni-
che. Le malattie cardiovascolari rappresentano 
in Europa la maggiore causa di mortalità, con 
il 43% di tutte le morti negli uomini e il 55% 
nelle donne. La stima di prevalenza cumulativa 
di queste malattie varia in base alle differenti 
fonti di informazione, sebbene essa si possa 
stimare conservativamente intorno al 2,5-3,0% 
per le malattie coronariche e l’ictus ischemico; 
per quanto riguarda lo scompenso cardiaco, 
che in molti casi rappresenta il punto di arrivo 
di molte patologie coronariche, la prevalenza 
è stimata intorno all’1,2-1,5%. L’onere finan-
ziario per i sistemi sanitari europei connesso 
con questo gruppo di patologie è stato stimato 
a circa 192 miliardi di euro nel 2006, dovuti 
per il 57% (circa 110 miliardi) ai costi sanitari, 
per il 21% alla produttività persa e per il 22% 
alle cure informali (82 miliardi). Ciò equivale 
a un costo pro capite di 223 euro all’anno, pari 
a circa il 10% della spesa sanitaria complessiva 
in tutta l’Europa. 

L’identificazione dei soggetti a elevato ri-
schio cardiovascolare rappresenta pertanto uno 
degli obiettivi principali della prevenzione e 
costituisce la premessa necessaria per l’atti-
vazione di azioni finalizzate alla riduzione dei 
fattori di rischio modificabili, dal cambiamen-
to dello stile di vita all’intervento farmacolo-
gico. Il controllo dei fattori di rischio associati 
all’insorgenza degli eventi cardiovascolari 
maggiori rimane tuttora piuttosto scarso, in 
particolare riguardo al controllo lipidico, al 
controllo dei livelli di pressione arteriosa, e 
al fumo, nonostante le linee guida nazionali 
e internazionali individuino tale azione come 
prioritaria in una strategia rivolta alla riduzio-
ne dell’incidenza di tali patologie e dei costi 
a esse connessi. 

INTRODuZIONE
Malattie croniche, malattie 
cardiovascolari
Nei paesi occidentali l’invecchiamento 

progressivo della popolazione è caratterizzato 
da un aumento della prevalenza delle malat-
tie croniche: proiezioni effettuate negli USA 
indicano che circa il 50% della popolazione 
generale sarà affetto da patologie croniche nel 
2030. Questo fenomeno assume un impatto ri-
levante alla luce delle proiezioni demografiche 
delle Nazioni Unite per i paesi occidentali, le 
quali indicano un progressivo invecchiamen-
to della popolazione che porterà nel 2050 la 
popolazione di ultra 65enni a una percentuale 
di circa il 25% della popolazione comples-
siva. Secondo Eurostat, l’ampiezza relativa 
della fascia di popolazione in età lavorativa 
subirà una riduzione e, entro il 2050, l’attuale 
rapporto di 4:1 tra le persone in età lavorativa 
e quelle di età superiore a 65 anni passerà a 
2:1. In tale contesto i sistemi sanitari dovranno 
essere orientati diversamente per potersi oc-
cupare del crescente numero di soggetti affet-
ti da patologie croniche quindi con riduzioni 
importanti dell’autonomia funzionale [1,2]. 
Il trend in crescita dell’invecchiamento, col 
conseguente incremento della prevalenza di 
patologie croniche spesso concomitanti, de-
termina la necessità di disporre di dati longitu-
dinali, la cui validità possa essere confermata 
dal confronto con indicatori di salute relativi 
alla popolazione generale. 

Lo scopo di questi sistemi di monitoraggio 
dovrebbe essere sia quello di fornire informa-
zioni sugli esiti non fatali delle patologie cro-
niche, sia quello di ottenere dati affidabili con-
cernenti le relazioni tra i diversi determinanti di 
salute nel corso della vita. Queste informazioni 
possono costituire un importante strumento di 
politica ed economia sanitaria. Infatti, la cono-
scenza della distribuzione di una determinata 
patologia a livello territoriale permette di effet-
tuare considerazioni utili a stimare sia il consu-
mo di risorse sia il relativo carico di spesa. In 

Giampiero Mazzaglia (1), Alessandro Filippi (1), Lorenzo G. Mantovani (2), Gianluca Furneri (3),  
Carlo Niccolai (1), Jacopo Cricelli (1), Achille P. Caputi (4), Ovidio Brignoli (1), Claudio Cricelli (1)

(1)Società Italiana di 
Medicina Generale, 
Firenze

(2)CIRFF, Università degli 
Studi Federico II, Napoli

(3)Fondazione Charta, 
Milano

(4)Dipartimento di 
Medicina Sperimentale 
e Farmacologia, 
Università di Messina



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Epidemiologia, prevenzione e trattamento delle malattie cardiovascolari: evidenze dal database della medicina

Il database di Health Search
La rete di monitoraggio informatica delle 

attività ambulatoriali dei MMG di Health Se-
arch – CSD LPD contempera l’esigenza di un 
monitoraggio in tempo reale della popolazione 
assistita con la raccolta e l’elaborazione di dati 
di carattere sanitario di buona qualità sull’intero 
territorio nazionale (immagine dello stato di sa-
lute dell’intera popolazione italiana). Il sistema 
di rilevazione realizzato dai medici di Health 
Search – CSD LPD consente quindi sia di su-
perare i limiti di indagini magari assai accurate 
ma ristrette a particolari aree geografiche, in 
genere di dimensioni limitate, sia di fornire un 
quadro più completo rispetto all’immagine for-
nita dai registri che coprono solo una parte del 
Paese. Non vanno peraltro ignorati i possibili 
limiti del sistema, in particolare la difficoltà di 
tracciare patologie generalmente non in carico 
ai MMG, oppure le prescrizioni non rimborsa-
bili dal SSN che i medici non necessariamente 
registrano nei loro archivi. Un altro elemento 
da tenere nella debita considerazione è rappre-
sentato dal fatto che, a differenza dei registri 
di patologia dove le diagnosi sono identificate 
sulla base di criteri diagnostici definiti, la dia-
gnosi del medico si basa, nella maggior parte 
dei casi, sulla specifica competenza e sugli 
strumenti di diagnosi a disposizione del medi-
co. Pertanto, ai fini di un’analisi accurata, sono 
necessarie un’adeguata conoscenza dei sistemi 
di classificazione delle patologie, nonché lo 
sviluppo di opportuni algoritmi di validazione 
della diagnosi registrata. È bene tuttavia tenere 
presente che, per rispondere a questa proble-
matica, sono in corso di validazione diversi 
progetti internazionali. 

È inoltre possibile una sovrastima del li-
vello medio dei parametri clinici (es. clearan-
ce creatinina), in particolare per quei medici 
con basso livello di registrazione. Tale “bias 
di registrazione” si verifica per la naturale 

tendenza del MMG a registrare i valori rite-
nuti “anormali”, oppure a registrare i para-
metri di laboratorio soltanto per quei pazienti 
con maggiore grado di complessità clinica. 
Infine, è importante ricordare la mancanza di 
informazioni cliniche e/o dei vari interventi 
diagnostico-terapeutici del paziente in even-
tuale regime di ricovero ospedaliero. Tale 
evidenza potrebbe comportare la perdita di 
informazioni relative alle patologie con alto 
tasso di mortalità, come per esempio l’ictus 
emorragico, alla luce dell’alta probabilità di 
morte direttamente all’interno della struttura 
ospedaliera. Va comunque tenuto presente che 
la rete di monitoraggio Health Search – CSD 
LPD costituisce un sistema dinamico che viene 
continuamente controllato, per verificare che 
non vi sia disomogeneità nella rilevazione da 
parte dei medici aderenti al progetto. Per que-
sto motivo sono previste procedure di controllo 
in continuo di alcuni indicatori di qualità della 
registrazione e studi occasionali mirati per ve-
rificare se esistono problemi di sottostima su 
specifici problemi.

Health Search nasce nel 1998 come unità 
di ricerca della SIMG e attualmente Health Se-
arch – CSD LPD è il database ai fini di ricerca 
della Medicina Generale Italiana, oltre a essere 
una struttura permanente e organizzata che rap-
presenta uno strumento per svolgere le proprie 
attività di ricerca e produzione di informazioni 
rilevanti sullo stato della salute della popolazio-
ne e dei processi di cura a essa sottesi.

Il presente contributo illustra i principali 
stimatori relativi al peso epidemiologico e di 
salute pubblica relativi alle malattie cardiache 
ischemiche e all’ictus ischemico in Italia. Il 
rapporto completo è scaricabile dal sito www.
healthsearch.it.

METODI
Le patologie esaminate sono state selezio-

nate in base alla diagnosi registrata dal medico 
nella cartella clinica del paziente utilizzando il 
sistema di codifica ICD-9-CM. Per tutte le ana-
lisi successive i pazienti considerati sono quelli 
attivi (permanentemente presenti nel database 
che non siano né deceduti né revocati) al 31 
dicembre dell’anno oggetto dell’osservazione, 
sia con età superiore a 14 anni che con almeno 
2 anni di storia clinica nel database. 

Per ogni patologia sono state analizzate:
la prevalenza di patologia (%) standardiz- -
zata per fasce d’età e stratificata per sesso 
dal 2003 al 2009;

la prevalenza d’uso di farmaci per la spe- -
cifica patologia. Essa viene calcolata, per 
esempio nel 2009, dividendo il numero 
di soggetti che hanno ricevuto nel corso 
dell’anno di osservazione un determinato 
farmaco, per il totale dei pazienti affetti dalla 

Figura 1a
Prevalenza (%) di malattie ischemiche del cuore negli anni 2003-2009 
standardizzata per fasce d’età e stratificata per sesso



31© SEEd Tutti i diritti riservatiFarmeconomia e percorsi terapeutici 2011;12(Suppl 2)

G. Mazzaglia, A. filippi, L. G. Mantovani, G. furneri, C. Niccolai, J. Cricelli, A. P. Caputi, O. Brignoli, C. Cricelli

patologia considerata al 31/12/2009 (e con 
questo criterio anche negli anni precedenti). 
Tale indicatore descrive la distribuzione di 
un farmaco nella popolazione, indipenden-
temente dalla quantità di principio attivo 
consumato da ogni soggetto;

il consumo, calcolato, attraverso le DDD,  -
sul numero di pazienti affetti da patologia, 
selezionati all’inizio dell’anno di osserva-
zione e ancora attivi alla fine dello stesso 
anno.
Sono state considerate le seguenti pato-

logie: malattie ischemiche del cuore e ictus 
ischemico.

Malattie ischemiche del cuore
L’analisi si è focalizzata sui soggetti con 

Diagnosi ICD-9-CM: 410.x-414.x. Sono stati 
inclusi nelle analisi i seguenti farmaci (ATC):

ipolipidemizzanti (C10); -

antitrombotici (B01A); -

antipertensivi (C02, C03, C07-9); -

l’uso nel corso dell’anno di osservazione di  -
tutte le categorie terapeutiche considerate. 

Ictus ischemico
L’analisi si è focalizzata sui soggetti con 

Diagnosi ICD-9-CM: 433.x-436.x, 438.x, 
342.x. Sono stati inclusi nelle analisi i seguenti 
farmaci (ATC):

ipolipidemizzanti (C10); -

antitrombotici (B01A); -

antipertensivi (C02, C03, C07-9); -

l’uso nel corso dell’anno di osservazione di  -
tutte le categorie terapeutiche considerate.

RISuLTATI
Malattie ischemiche del cuore
La prevalenza di malattie ischemiche cardia-

che (IHD) mostra un trend crescente che varia 
dal 2,9% del 2003 al 3,7% del 2009, con stime 
sensibilmente maggiori negli uomini (4,7% 
nel 2003 vs 4,7% nel 2009) rispetto alle donne 
(2,3% nel 2003 vs 2,9% nel 2009) (Figura 1a). 
Si osservano differenze geografiche per quan-
to concerne le stime di prevalenza, con i valori 
più elevati al Centro e al Sud, in particolare nel 
sesso maschile (Figura 1b). Un trend crescente 
si osserva in relazione all’aumento dell’età sia 
per i maschi sia per le femmine; il sesso maschi-
le presenta valori di prevalenza più elevati per 
tutte le fasce di età (Figura 1c). L’analisi sulla 
prevalenza d’uso di antipertensivi mostra una 
sostanziale stabilità, con valori superiori al 90% 

Figura 1b
Prevalenza (%) di IHD 
stratificata per area 
geografica e sesso 
(anno 2009) 

Figura 1c
Prevalenza (%) di IHD stratificata per sesso e fasce d’età (anno 2009)



32 © SEEd Tutti i diritti riservati Farmeconomia e percorsi terapeutici 2011;12(Suppl 2)

Epidemiologia, prevenzione e trattamento delle malattie cardiovascolari: evidenze dal database della medicina

sul totale dei casi osservati (Figura 1d). L’ana-
lisi sulle categorie terapeutiche fa registrare un 
importante aumento sia nell’uso di ipolipide-

mizzanti (35,1% nel 2003 vs 54,6% nel 2009) 
sia di antitrombotici (57,2% nel 2003 vs 70,9% 
nel 2009). Per quanto concerne l’aderenza alla 
terapia con ipolipidemizzanti, si osserva un so-
stanziale aumento della stessa nel 2009 rispetto 
al 2004, in particolare nelle regioni del centro-
sud (Figura 1e). 

Il profilo prescrittivo segue un trend simi-
le per ipolipidemizzanti e antitrombotici con 
un’esposizione sensibilmente superiore nel 
Nord e nel Centro Italia. Viceversa, la prevalen-
za d’uso di antipertensivi non mostra partico-
lari variazioni in funzione dell’area geografica. 
Inoltre, tutte le categorie terapeutiche vengono 
maggiormente utilizzate negli uomini, rispetto 
alla donne, e al crescere dell’età. 

Ictus ischemico
La prevalenza di ictus ischemico mostra un 

trend crescente che varia dal 1,7% del 2003 al 
2,7% del 2009, con stime sensibilmente mag-
giori negli uomini (1,8% nel 2003 vs 2,8% nel 
2009), rispetto alle donne (1,6% nel 2003 vs 

Figura 1d
Prevalenza d’uso (%) 
di farmaci per IHD 
stratificata per categorie 
terapeutiche negli anni 
2003-2009

Figura 1e
Percentuale di pazienti 
aderenti (DDD/
utilizzatore > 290/
anno) alla terapia 
con ipolipidemizzanti 
in soggetti con IHD 
stratificata per area 
geografica (anni 2009 
vs 2004)

Figura 2a
Prevalenza (%) di ictus negli anni 2003-2009 standardizzata per fasce d’età e 
stratificata per sesso



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G. Mazzaglia, A. filippi, L. G. Mantovani, G. furneri, C. Niccolai, J. Cricelli, A. P. Caputi, O. Brignoli, C. Cricelli

2,6% nel 2009) (Figura 2a). Per il sesso ma-
schile le regioni del centro-nord presentano 
le stime più elevate di prevalenza, mentre per 
il sesso femminile il gradiente geografico si 
attenua sensibilmente (Figura 2b). L’analisi 
per fasce di età mostra una relazione positiva 
al crescere dell’età sia per i maschi che per le 
femmine; tuttavia, nel sesso maschile le stime 
sono consistentemente più alte in tutte le fasce 
di età (Figura 2c).

L’analisi sulla prevalenza d’uso di antiper-
tensivi mostra una sostanziale stabilità, con va-
lori superiori all’80% sul totale dei soggetti con 
diagnosi di ictus e un trend che varia dall’84,4% 
del 2003 al 84,1% del 2009. Si osserva inol-
tre un aumento nell’uso della politerapia, da 
imputarsi principalmente all’uso crescente di 
ipolipidemizzanti. Tuttavia, si deve osservare 
che nel 2009 soltanto circa il 35% dei pazienti 

Figura 2b
Prevalenza (%) di ictus 
stratificata per area 
geografica e sesso 
(anno 2009)

Figura 2d
Prevalenza d’uso (%) 
di farmaci per l’ictus 
stratificata per categorie 
terapeutiche negli anni 
2003-2009

Figura 2c
Prevalenza (%) di ictus stratificata per sesso e fasce d’età (anno 2009)



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Epidemiologia, prevenzione e trattamento delle malattie cardiovascolari: evidenze dal database della medicina

con ictus utilizza in maniera concomitante tutti 
i farmaci indicati (Figura 2d). Nel 2009, il pro-
filo prescrittivo non è sensibilmente differente 
in relazione all’area geografica, oscillando tra il 
33% e il 34% complessivo. L’andamento della 
prevalenza d’uso per l’età mostra, nel 2009, un 
trend crescente ed un picco nella fasce di età di 
65-74 e 75-84 anni sia per le specifiche categorie 
terapeutiche che per la politerapia (Figura 2d). 

CONCLuSIONI
Le informazioni fornite da questo studio ge-

nerano alcune notazioni interessanti ai fini della 
programmazione dei servizi sanitari. Quanto 
alle malattie ischemiche del cuore, la prevalenza 
è in costante crescita durante il periodo preso in 
considerazione. Tale fenomeno è probabilmente 
di natura multifattoriale: accanto all’invecchia-
mento progressivo della popolazione, vi è la 
riduzione dei tassi di fatalità legati agli eventi 
acuti e la disponibilità di strategie di preven-
zione secondaria in grado di ridurre la mortalità 

nel medio lungo periodo. Quanto alle terapie di 
prevenzione secondaria, si è potuta osservare 
una sostanziale stabilità nell’utilizzo di terapie 
antipertensive, mentre è stata documentata una 
crescita dell’uso della terapia sia antitrombotica 
sia ipolipemizzante. Quanto alla prevalenza di 
malattia, pare esservi un gradiente geografico 
non trascurabile. La prevalenza di ictus è in 
costante aumento durante gli anni conside rati, 
verosimilmente in relazione all’invecchiamen-
to demografico. La prevalenza di ictus infatti è 
più elevata nelle classi di età più anziane. Lo 
studio mostra una moderata variabilità geo-
grafica nella prevalen za e una più consistente 
variabilità nell’uso delle terapie, soprattutto ri-
guardo alla terapia ipolipemizzante. La stessa 
terapia ipolipemizzan te ha mostrato una mar-
cata crescita d’uso nei soggetti con diagnosi di 
ictus durante il periodo considerato. Nel lasso 
di tempo osservato, sono divenute disponibili 
evidenze circa l’utilità clinica di questa terapia 
come misura di prevenzione seconda ria.

BIBLIOgRAFIA

Partnership for Solutions, Johns Hopkins University, Chronic Conditions: Making the Case for Ongoing Care, 1. 
December 2002

World Health Organization. Preventing chronic diseases: a vital investment: WHO global report. WHO 20052.